Mauro Voerzio è il responsabile della pagina italiana (http://www.stopfake.org/it/) di un progetto internazionale per smascherare le notizie false che circolano sull’Ucraina.

 

Mauro ci vuoi raccontare un po’ questo progetto?

Il progetto StopFake nasce nel 2014 all’indomani del Maidan e dell’inizio della guerra con la Russia. L’Ucraina è stata il test delle nuove guerre ibride ed è stato il test anche della nuova stagione di war information. In pratica è stata il campo per verificare il funzionamento della grande macchina di propaganda messa a punto dalla Russia con lo scopo di destabilizzare Stati stranieri.
Di pochi giorni fa anche un’altro tipo di test effettuato dalla Russia nel campo della CyberWar.

StopFake nasce da questa esigenza, mettere in campo uno strumento per contrastare la guerra informativa. La scelta è stata quella del debunking, ovvero di contrastare i fake con dei dati oggettivi
facilmente verificabili da chiunque.
Siamo coscienti che non è la risoluzione finale del problema FakeNews, esistono infatti molti fenomeni che sfuggono alla logica, il più famoso di tutti è il backfire effect, cioè la radicalizzazione di chi, esposto alla FakeNews, di fronte ai motivi per cui quella notizia è falsa, il soggetto crede ancora di più al falso. Nonostante tutto crediamo che con il tempo le persone diventeranno più consapevoli e tramite servizi come il nostro acquisiranno quegli strumenti culturali per riconoscere da se un fake da una notizia vera.

Qual è la vostra metodologia di lavoro?

La redazione conta di 29 persone, tutti volontari. Riceviamo donazioni da elementi esterni dall’Ucraina proprio per evitare di essere assoggettati all’una o all’altra parte ed utilizziamo quei fondi per le spese correnti e per missioni all’estero in partecipazioni a conferenze sul tema fakenews

Il sito è tradotto in 11 lingue e l’Italia è il quarto paese per numero di accessi dopo Ucraina, Russia e Stati Uniti,

Nonostante siamo chiaramente un progetto Ucraino che ha il compito di svelare le FakeNews provenineti dalla Russia non ci consideriamo parte integrante di una parte e non parteciapiamo mai alla propaganda. Il
nostro lavoro è analitico, investigativo e qualche volta forensico.
Dimostriamo con fatti oggettivi perchè una notizia è falsa o perchè una foto è stata scattata altrove.

Abbiamo in tre anni scoperto più di mille fake, quasi uno al giorno. L’Italia non è immune al fenomeno, infatti risente di una forte influenza russa e pertanto spesso e volentieri alcuni siti (organici alla propaganda russa) rilanciano i fake provenienti da Mosca o ne creano di nuovi. Un recentissimo esempio di qualche giorno fa è stato l’articolo di Maurizio Blondet che si basava su foto scattate non in Ucraina per una critica omofobica al Gay Pride che si è tenuto a Kyiv.(http://www.stopfake.org/it/blondet-un-fake-omofobico-contro-l-ucraina-di-cattivissimo-gusto/)

Un vecchio adagio giornalistico dice che in guerra la maggior parte delle notizie sono propaganda: come fate voi per evitare di cadere nella trappola?

Le critiche che riceviamo non sono mai su quanto pubblicato, ma a seconda dei casi di essere agenti della CIA, sponsorizzati da Soros, neonazisti ecc. ecc. Se fossimo dei propagandisti su mille articoli forse avrebbero trovato dei motivi per attaccarci nel merito, ma non è mai successo. Il nostro direttore Eughen Fedchenko è molto fermo su questo punto, lui ci ripete tutti i giorni “noi siamo giornalisti, noi facciamo indagini e pubblichiamo solo se la notizia è certa al 100%, se abbiamo dei dubbi su un debunking non lo pubblichiamo”. Solo così ci siamo creati una solida credibilità e di questi tempi non è poco.

Noi cerchiamo di essere il più analitici possibile tanto che il nostro metodo di lavoro è diventato di esempio anche in America, ne hanno parlato CNN, NYT WAPO, mentre in Europa il The Guardian e la BBC dopo
la Brexit. Non si tratta di prendere le difese di una parte, si tratta di far emergere il buon giornalismo contro le sue manipolazioni, una persona informata correttamente è una persona libera, una persona
sottoposta a barinwashing è facilmente manipolabile.

Qual è il vostro auspicio sulla situazione di conflitto in Ucraina, Crimea e territori contesi?

Ovviamente per tutti coloro che vivono e lavorano in Ucraina l’auspicio è che la guerra termini presto ma i segnali che arrivano da Mosca vanno in senso opposto, anzi si ha la sensazione che siamo solo agli inizi di un conflitto che potrebbe divenatare più generale. In Ucraina si ha la consapevolezza che il paese non è il vero obiettivo della Russia, è solo un grande campo di addestramento dove verificare nuove metodologie di guerra, dalla guerra ibrida a quella informativa sino alla cyberwar. Il vero obiettivo della Russia è il dissolvimento dell’Unione Europea sostituita da una alleanza EuroAsiatica a guida russa. E’ tutto scritto, come ai tempi del Mein Kampf, basta leggere i libri di Aleksandr Dugin (filosofo e mentore di Putin) per capire a cosa puntano.La Crimea imploderà in breve tempo da sola, la situazione sulla penisola è al collasso, mancano medicine, acqua, i prezzi del cibo sono alle stelle e i turisti l’hanno abbandonata. Per il Donbass è differente, si tratta di una piccolissima porzione di terreno (paragonabile alla provincia di Torino in Italia), terreno che ad oggi
nessuno vuole più in quanto devastato da tre anni di guerra. La Russia lo usa come motivo di frizione continua con l’Europa ma non pensa neanche lontanamente ad annetterselo, l’Ucraina se potesse glielo
lascierebbe ma pagherebbe la scelta con fortissime tensioni interne in quanto sarebbe come abbandonare tutti quei cittadini che ancora oggi sono prigionieri di quella situazione. A mio parere come ci si muove
in Donbass si sbaglia, ed è forse per questo che da oltre un anno la situazione è cristallizzata nonostante i combattimenti provochino morti tutti i giorni.