Il leader del Movimento per l’Attualizzazione dello Stato Sovrano del Biafra (MASSOB) Uchenna Madu ha reso noto che tutti i gruppi che lavorano per la restaurazione pacifica del Biafra lavoreranno insieme a questo scopo attraverso un referendum monitorato dalle Nazioni Unite. Uchenna Madu dice che la questione del Biafra può essere risolta con un referendum, invece che con guerra e violenza.

Madu descrive l’assemblea del 1914 del protettorato meridionale e settentrionale della Nigeria come un fallimento e afferma che l’amara “fusione” della Nigeria ha portato alla guerra civile, che, a sua volta, ha portato alla morte di oltre tre milioni di Biafrani. Madu, dopo il successo della protesta Sit-at-home del 30 Maggio 2017 avviata del Popolo Indigeno del Biafra (IPOB) ha detto che Il referendum può risolvere la questione al posto della guerra e della violenza.”

Madu ha lodato la collaborazione tra IPOB e MASSOB nella realizzazione di Sit-At-Home e ha detto che con un tale spirito il sogno di restaurazione del Biafra arriverà prima del previsto. Madu ha inoltre spiegato che MASSOB lavorerà duramente per ottenere un referendum, che darebbe alla gente l’opportunità di esprimere la propria volontà di lasciare la Nigeria e decidere il proprio futuro.

I problemi del Popolo Indigeno del Biafra non sono finiti. Il 6 giugno 2017 Il portavoce di un gruppo della coalizione nordica, Coalition of Northern Youth, CNY, Abdulaziz Suleiman, ha ordinato ai biafrani, attraverso un comunicato, di lasciare la regione entro tre mesi. Nel suo discorso di ieri, 10/06/2017, Suleiman ha detto che tutta la Nigeria settentrionale è stanca di coesistere con i biafrani e chiede che “a tutti i biafrani attualmente residenti in qualsiasi parte della Nigeria settentrionale venga notificata la richiesta di trasferimento e di ritorno nella loro terra (biafraland) entro tre mesi, con scadenza il 1/10/2017”.

“L’incessante perseguimento del Biafra da parte dei cittadini della Nigeria sudorientale ha recentemente generato un’altra allarmante tensione, che ha implicato il totale blocco delle attività e la negazione agli altri del diritto alla libera circolazione nel sud-est da parte dei popoli indigeni ribelli del Biafra (IPOB) e dei loro sostenitori, manifesti e segreti”, è quanto si legge nel comunicato di CNY, e continua: “Come primo passo, poiché gli Igbo hanno chiaramente abusato dell’ospitalità nel Nord della Nigeria, che ha dato loro accesso illimitato alle proprietà immobiliari e ai terreni in tutto il Nord, la nostra prima grande mossa è quella di recuperare tutte le proprietà e il controllo delle risorse che attualmente sono possedute, affittate o in qualunque modo godute dagli Igbo in qualsiasi parte della Nigeria settentrionale”.

In risposta, Il governo federale della Nigeria ha detto che ogni cittadino ha il diritto di abitare ovunque scelga di farlo. Secondo la testata nigeriana Premium Times, il Northern Elders Forum (NEF), venerdì 09/06/2017 ha espresso il proprio sostegno alla coalizione dei gruppi della gioventù settentrionale (CNY) che chiedeva ai biafrani di lasciare la regione entro 3 mesi. Il gruppo ha reso nota la propria posizione nonostante la diffusa condanna seguita all’ultimatum precedentemente annunciato dal Forum Consultivo della Gioventù di Arewa (Coalition of Northern Youth-CNY). Il Pan-Niger Delta Forum (PANDEF) ha criticato i giovani di Arewa per aver dato l’ultimatum agli Igbo. Il gruppo ha detto che i membri del CNY dovrebbero essere arrestati e perseguiti. Tuttavia PANDEF ha insistito sul fatto che non sosterrà la rottura/divisione della Nigeria.

MASSOB e altri gruppi Pro-Biafra, hanno reagito rapidamente e hanno detto di aver ricevuto con gioia la buona notizia dello “sfratto”; consigliano pertanto al popolo del Biafra che vive nella Nigeria settentrionale (Arewa land) di intendere questa notifica di “sfratto” come piano teso a uccidere violentemente i loro figli e le loro mogli e a demolire e appropriarsi dei loro investimenti. MASSOB chiede alla sua gente di investire di più nel Biafra e di iniziare a tornare a casa, nel Biafraland, senza aspettare la scadenza dei tre mesi.