E’ arrivato anche a Milano “Al Ard doc film festival”, la rassegna di cinema del mondo arabo e palestinese giunto alla sua XIV edizione.

Ogni martedì sera alle ore 20,30 fino al 6 giugno, presso la sala del Cam Garibaldi, col patrocinio del Comune di Milano, verranno proiettati film documentari di altissimo livello i quali hanno ottenuto diversi riconoscimenti per la qualità cinematografica e la ricchezza di documentazione che presentano.

Il patrocinio da parte del Comune di Milano è stato accordato, come si legge nella relativa delibera, in base al “bisogno di informare e accrescere la consapevolezza dei cittadini rispetto a uno scenario geopolitico precario, mutevole e che lancia numerosi interrogativi all’Europa e in particolare ai cittadini del Mediterraneo. In tale contesto di crisi politiche, sociali ed economiche, di guerre e conflitti, di flussi migratori e dei relativi drammi, appare necessario colmare le paure e rispondere ai quesiti che spesso tendono ad alimentare stereotipi, pregiudizi e intolleranze. Al riguardo, lo scenario multiculturale milanese è ormai un dato di fatto che richiede, sempre e comunque, un grande impegno per superare le resistenze culturali al diverso e allo straniero purtroppo ancora esistenti. La cultura e, in particolare, il cinema possono stimolare in città occasioni di incontro, dialogo inclusivo, approfondimento, favorendo l’apertura dei quartieri e disincentivando i razzismi”.

Gli organizzatori dell’evento, alla presentazione delle prime due proiezioni avvenuta ieri sera, 16 maggio, si sono posti ed hanno posto al pubblico la domanda su quale potesse essere la motivazione per la quale tre assessori ( Granelli, Lipparini e Tajani) hanno votato contro tale delibera la quale è passata a maggioranza e non all’unanimità, come ci si sarebbe aspettati da una giunta comunale che afferma di promuovere cultura, conoscenza e dialogo per sconfiggere l’ignoranza che porta al razzismo.

Chi presentava la serata non ha minimamente contestato il diritto a votare contro da parte dei tre assessori, ponendosi semplicemente la domanda su cosa possa averli spinti a tentare di impedire una manifestazione culturale in una città come Milano dove l’oscurantismo non dovrebbe essere di casa.

Le prime due proiezioni, presentate ieri sera, erano particolarmente interne al titolo del festival “Al Ard” il cui significato è “la terra”. Quella Terra con la T maiuscola che ha una sua sacralità nella cultura e nell’arte palestinese, oltre che nella memoria collettiva di chi l’ha perduta. Perduta per un “incidente” della storia che ha portato al prevalere della legge del più forte sulla legalità internazionale.

Il primo atto di questo prevalere della legge del più forte, paradossalmente, lo si è avuto proprio nello stesso anno in cui veniva promulgata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, gli stessi che in quella Terra vengono regolarmente violati.

La rassegna proseguirà come da calendario e gli organizzatori, che sono tutte associazioni che si occupano di diritti umani, stanno valutando l’opportunità di invitare i tre assessori preoccupati dallo “stimolare in città occasioni di incontro, dialogo inclusivo, approfondimento” ad una delle prossime proiezioni sperando che il pregiudizio lasci il posto al rispetto per la cultura e che, quindi, il dialogo sostituisca l’oscurantismo.

Qui il calendario della rassegna

https://sites.google.com/site/parallelopalestina/al-ard-2017