La conferma da parte della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), organismo dell’Organizzazione degli Stati Americani di visitare in carcere Milagro Sala, si unisce alla visita del Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulle Detenzioni Arbitrarie al carcere di Alto Comedero per controllare le condizioni in cui versano le detenute e alla lettera di Papa Francesco ricevuta da Milagro Sala e da un’altra delle prigioniere politiche Mirta Aizama.

La CIDH è in riunione presso l’hotel Sheraton di Buenos Aires; Francisco Eguiguren, commissario della Commissione,  ha confermato che l’organismo visiterà Milagro Sala presso l’Unità 3 del carcere femminile di Alto Comedero.

Secondo un comunicato emesso dall’organismo, “la visita avrà luogo nell’ambito della richiesta della misura cautelare di cui Milagro Sala dovrebbe beneficiare e che la CIDH sta esaminando in questo momento”; la CIDH com questo intende anche sollecitare la risposta della Corte Suprema argentina affinché deliberi l’immediato rilascio della detenuta, avvenuto illegalmente presso la provincia di Jujuy, nel nord dell’Argentina,

La data non è stata confermata, ma sarà prima della fine di giugno.

Martedì ha avuto luogo una fiaccolata di persone che ha terminato il proprio percorso di fronte l’edificio in cui la CIDH stava lavorando, precedendo di poco la diffusione della lettera ricevuta da Milagro Sala, vergata di proprio pugno dal capo della Chiesa Cattolica.

“So che il momento che stai attraversando non è facile. Mi sono informato su alcune cose e comprendo il tuo dolore e la tua sofferenza” dice la missiva, auspicando che “tutto si risolva presto e nel miglior modo possibile”.

Francesco ha assicurato la propria vicinanza alla deputata del Palasur e la sua lettera è stata la risposta a un’altra missiva, in cui Milagro parlava delle privazioni e dei trattamenti degradanti da lei subiti per mano del governo di Gerardo Morales.

Il 20 febbraio los Curas en la Opción por los Pobres avevano inviato una lettera a Jorge Bergoglio in cui chiedevano il suo intervento, “di fare tutto ciò che fosse in suo potere” per migliorare la situazione della dirigente sociale, vittima di persecuzioni giuridiche, mediatiche e politiche senza precedenti.

Martedì prossimo, a partire dalle 11, ora argentina, a 500 giorni dalla detenzione della dirigente politica, sarà chiesto di twittare per reclamare la liberazione di Milagro Sala. #LiberenAMilagro

 

Traduzione dallo spagnolo di Cristina Quattrone