Domenica 15 gennaio si è tenuta a Parigi la Conferenza Internazionale per la Pace in Medio Oriente convocata dal Presidente francese Francois Hollande, presenti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e la Lega Araba. Al termine dei lavori, oltre 70 Paesi hanno sottoscritto una dichiarazione comune, che rinnova l’appello internazionale a Tel Aviv e ai palestinesi perché restaurino il loro impegno per un accordo di pace ed evitino azioni unilaterali: un forte messaggio spedito soprattutto a Israele e alla entrante amministrazione Trump negli Usa.
Il Presidente palestinese Mahmoud Abbas si è infatti rallegrato per l’esito della Conferenza di Parigi, che “riafferma i principi del diritto e le risoluzioni internazionali” per la creazione di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme Est (…) e che ha avuto come obiettivo quello di mobilitare l’appoggio internazionale per la pace e preservare la soluzione dei due Stati”.
Anche Saeb Erekat, Segretario Generale del Comitato Esecutivo dell’OLP, si è detto soddisfatto: la Conferenza ha chiesto a Israele, la potenza occupante, di rispettare il diritto internazionale e quello umanitario e di porre fine all’ occupazione militare dei Territori Palestinesi del 1967 per raggiungere la pace e la stabilità nella regione” ha subito dichiarato il Capo Negoziatore per la Palestina. Dopo aver apprezzato l’impegno di tutti i partecipanti perché si affermi il diritto del popolo palestinese ad uno Stato sovrano indipendente, Erakat ha chiesto alla Francia e agli altri Paesi presenti a Parigi di riconoscere immediatamente lo Stato di Palestina nei confini del 1967 con Gerusalemme Est come capitale.

Secondo il Portavoce del Presidente palestinese, Nabil Abu Rudeineh, le ultime “conquiste palestinesi” provano quanto siano isolate le politiche di Israele e quanto sia giusta la causa palestinese. Dopo la decisione dell’UNESCO che ad ottobre ha condannato l’occupazione di Gerusalemme, c’è infatti stata la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che il 23 dicembre ha condannato gli insediamenti israeliani, c’è stato, come sappiamo, l’innalzamento della bandiera palestinese nell’ambasciata appena inaugurata presso la Santa Sede, e c’è stata, infine, la Conferenza di Parigi, quasi a coronamento di questo percorso.

Un percorso che il Presidente François Hollande ha voluto rivendicare rispondendo personalmente a Netanyahu, che aveva definito la conferenza organizzata dalla Francia come una “reliquia del passato”, contrapponendo ad essa il “domani” rappresentato da Trump: “Cercare la pace – ha affermato il capo dell’Eliseo – non è un sogno del passato. E’ l’obiettivo della comunità internazionale, nella diversità che quest’ultima esprime”. “La creazione di uno Stato palestinese – ha proseguito il Presidente francese – resta l’unica possibile soluzione al conflitto. “Non si tratta – ha concluso Hollande – di dettare ai Paesi i binari di una soluzione, ma di prendere atto che quella dei due Stati è in pericolo. E di mettere nell’agenda il processo di pace”.