L’idraulico non ha mai goduto di una buona fama. Spesso viene citato ad esempio come prototipo dell’evasore fiscale, la cui prestazione viene pagata in contanti senza ricevuta fiscale o fattura (il cosiddetto pagamento “in nero”).
Adesso viene chiamato in causa – seppure indirettamente e metaforicamente – persino dai costituzionalisti. Infatti, in una recente video-intervista Giovanni Guzzetta, professore ordinario di diritto costituzionale dell’Università di Roma Tor Vergata, a proposito della necessità di superare il bicameralismo paritario, ha affermato: “come se io avessi bisogno dell’idraulico: anziché chiamarne uno, ne chiamo due che fanno lo stesso mestiere”.
Sicuramente il nesso tra attività legislativa del Parlamento e un lavandino intasato o una tubatura crepata, appare abbastanza azzardato.
Se ragionassimo così, si potrebbe anche osservare che su un aereo non serve il co-pilota che fa esattamente le stesse manovre del pilota. O addirittura, ci si potrebbe chiedere a che cosa servono i due piloti (le due Camere), se si dispone di un pilota automatico (il Governo).
Contro il bicameralismo perfetto l’obiezione più frequente è stata espressa anche da Guzzetta: “l’Italia è l’unico Paese al mondo che ha due Camere che fanno esattamente la stessa cosa: un doppione una dell’altra”. Con questo tipo di ragionamento si potrebbe anche dire che “l’Italia è l’unico Paese al mondo che ha fondato la Repubblica democratica sul lavoro” e che se passasse la revisione costituzionale sarà “l’unico Paese al mondo in cui i senatori potranno essere più giovani dei deputati” (minimo 18 anni per i senatori, minimo 25 anni per i deputati).
L’Australia è l’unico Paese al mondo che adotta il sistema elettorale … australiano! Di conseguenza dovrebbe cambiarlo? Il che sarebbe davvero un errore, dato che quello australiano è forse il sistema elettorale migliore del mondo (e se non lo conosciamo, il problema è soltanto legato alla nostra ignoranza).
Tutto questo per dire che talvolta – purtroppo – le motivazioni addotte dai sostenitori del sì (ma anche del no…) sono banali, semplicistiche, inconsistenti. Il referendum avrebbe potuto essere un’occasione per approfondire la conoscenza della nostra Costituzione: in parte è accaduto, ma troppo spesso si è liquidata la materia con qualche battuta più o meno stonata e fuori luogo.
Che vincano i sì oppure i no (e non sarebbe la stessa cosa), dopo il 4 dicembre sarà utile e necessario rimettere in primo piano seriamente il tema dell’educazione civica e della promozione di una cultura costituzionale. Come scriveva Alexis de Tocqueville, “la democrazia è il potere di un popolo informato”.
La Costituzione e la democrazia hanno bisogno della partecipazione di molti “idraulici” competenti e onesti, che sappiamo fare il lavoro a regola d’arte, senza perdere tempo ma senza la fretta che fa commettere errori anche madornali. Le regole della convivenza sono troppo importanti per ridurle soltanto a questione di costi e di numeri. L’idraulico pagato in nero costa di meno, ma non contribuisce alla cassa comune. Due idraulici che lavorano in sinergia – almeno in teoria – dovrebbero realizzare lavori di miglior qualità ed efficienza.
Tutti sappiamo che gli idraulici svolgono un servizio utile, come i costituzionalisti quando non banalizzano questioni di estrema importanza. Per questo è meglio ascoltare più di un costituzionalista: è vero che fanno lo stesso mestiere, ma ciascuno opera in modo originale. In fondo, come gli idraulici.