Nonostante la presentazione di diversi disegni di legge per l’abrogazione del reato di “ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato” (art. 10-bis del testo unico sull’immigrazione) con la re-introduzione dell’ingresso per ricerca di lavoro, in Italia c’è una sostanziale disattenzione alla violazione dei diritti di rifugiati e migranti. Lo afferma il documento di Amnesty International che fa un primo bilancio della campagna Ricordati che devi rispondere.

La campagna, lanciata sei mesi fa, ha l’obiettivo di promuovere in dieci punti un’azione politica a favore del rispetto dei diritti umani in Italia; ad essa hanno aderito 117 parlamentari.

Giusy D’Alconzo, direttrice campagne e ricerca di Amnesty International Italia, intervenuta alla conferenza stampa di presentazione del documento, ha ricordato che il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha recentemente annunciato che il governo italiano finanzierà il restauro di diversi centri di detenzione immigrati in Libia, nonostante i maltrattamenti e le torture documentati da Amnesty in tali centri di detenzione. “Poiché i rappresentanti di entrambe le forze politiche al governo non hanno firmato lo specifico punto dell’agenda in cui abbiamo chiesto la sospensione degli accordi con la Libia sul controllo dell’immigrazione – ha detto D’Alconzo – non possiamo dire che non hanno rispettato la parola data, tuttavia Amnesty continua a insistere e a non cedere su questo punto”.

Mancanza di impegno è stata riscontrata da Amnesty anche sul punto dell’agenda che chiede di “fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei Rom”. L’assenza di progressi rispetto alla richiesta di fermare gli sgomberi e favorire l’accesso dei Rom a un alloggio adeguato – nonostante la richiesta in tal senso della Strategia nazionale d’inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti – è ribadita dal briefing presentato da Amnesty. L’organizzazione rinnova la richiesta al governo italiano di “dare attuazione agli obblighi internazionali sul diritto a un alloggio adeguato e sul divieto di discriminazione” e di “attuare le raccomandazioni internazionali finora ampiamente disattese sulla tutela dei diritti dei Rom”. Amnesty inoltre sollecita il governo a procedere all’effettivo avvio dei tavoli regionali di coordinamento (Unar/autorità locali) previsti dalla della Strategia nazionale d’inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti.

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