La Corte Suprema slovacca, accogliendo il ricorso presentato da Greenpeace, ha annullato la decisione dell’Autorità di regolamentazione nucleare, che è servita come base per una delle autorizzazioni essenziali per il completamento delle unità 3 e 4 di Mochovce. I lavori di costruzione della centrale nucleare ora dovrebbero essere fermati. I due reattori, proprietà di Slovenske Elektrarne, controllata da Enel al 66%, erano stati autorizzati nel 1986, anno di Cernobyl, ma mai completati. Il costo dell’operazione era via via cresciuto fino a oltre 3 miliardi di euro per 880 MW, nonostante il progetto non preveda nemmeno un sistema di doppio contenimento dei reattori.

 

La Corte Suprema della Repubblica slovacca ha deciso che l’Autorità di regolamentazione nucleare ha agito illegalmente quando, nel processo di autorizzazione delle unità 3 e 4 di Mochovce, aveva respinto Greenpeace Slovacchia come una delle parti nel processo di autorizzazione. L’intero processo di autorizzazione deve essere quindi ripetuto. Inoltre, la Suprema Corte ha anche affermato che la procedura di VIA (Valutazione d’impatto ambientale) deve essere ricominciata. La Corte ha quindi pienamente dato ragione a Greenpeace Slovacchia, che ha contestato sul piano legale la decisione del regolatore. La sentenza della Corte Suprema è stata trasmessa anche a Greenpeace Slovacchia negli ultimi giorni e, dato che questo è un verdetto finale, l’Autorità non può più appellarsi.

 

“La autorizzazione al completamento era stato rilasciata nel 2009. Ora, dopo quattro anni, la procedura dovrà essere ripetuta, visto che era stata ottenuta solo grazie a procedure illegali e decisioni arbitrarie dell’Autorità di regolamentazione nucleare, che ignorava sia il coinvolgimento del pubblico, ma soprattutto le leggi e convenzioni internazionali già ben note e applicabili in modo vincolante nel territorio della Slovacchia. Durante il processo, l’Autorità di regolamentazione nucleare ha sminuito e ridicolizzato le argomentazioni di Greenpeace Slovacchia, anche se queste, secondo la sentenza della Corte Suprema, hanno un fondamento evidente in leggi e regolamenti “, ha detto Eva Kováčechová, avvocato di Via Iuris che rappresenta Greenpeace Slovacchia in questo caso.

 

Questa decisione della Corte Suprema potrebbe avere un impatto significativo sul completamento dei reattori 3 e 4 di Mochovce. “Visto che la Corte Suprema ha confermato l’illegittimità del permesso di costruzione per Mochovce, l’investitore perde il permesso essenziale per la prosecuzione del completamento delle unità 3 e 4 di Mochovce. In pratica questo significa che il regolatore dovrebbe chiamare l’investitore, Slovenské Elektrárne controllata di Enel, per fermare immediatamente i lavori di costruzione per il completamento dei reattori 3 e 4. L’intero processo di autorizzazione, compresa la VIA, deve ricominciare da capo”, ha detto il direttore di Greenpeace Slovacchia Juraj Rizman.