In occasione dell’anniversario della tragedia nucleare di Chernobyl, Re:Common e Banktrack chiedono alla banca di non finanziare il rischioso nucleare targato Enel in Russia.

Nei giorni scorsi la HypoVereinsbank, parte del gruppo Unicredit, ha comunicato che non finanzierà il rischioso progetto nucleare “Baltico”, vicino a Kaliningrad, nell’enclave russo confinante con Polonia e Lituania. Altre banche europee, tra cui la Credit Agricole e la BNP Paribas, si sono rifiutate di sostenere l’opera.

Ad oggi Unicredit non ha ancora reso pubblica la sua posizione come gruppo sul progetto, tra i cui sponsor c’è l’italiana Enel in joint venture con la Rosatom russa. Negli ultimi anni la banca italiana si è dotata di linee guide interne sul finanziamento del nucleare. Il progetto viola queste linee guida, nonostante queste ultime siano ritenute non del tutto adeguate dai gruppi della società civile che monitorano l’attività dell’istituto di credito.

Re:Common e Banktrack chiedono quindi che l’Unicredit renda subito pubblica la sua posizione sull’opera e non sostenga l’Enel nella sua rischiosa avventura nucleare in Russia.

Il progetto trova l’opposizione formale della confinante Lituania, preoccupata dei possibili rischi e impatti transfrontalieri. Secondo recenti sondaggi, la maggioranza della popolazione di Kaliningrad è contraria e vuole progetti energetici alternativi. Inoltre a diverse comunità locali non è stato permesso di partecipare alle consultazioni e i fautori dell’opera si rifiutano di tenere ulteriori incontri, come invece richiesto.

Viste le norme sulla sicurezza nucleare molto lasche, in Russia sono ancora attivi 11 impianti di tipo Chernobyl altamente rischiosi. Come se non bastasse, la Valutazione di impatto ambientale della centrale di Kaliningrad evidenzia che il progetto ad oggi risulta ancora in violazione della stessa legislazione russa in materia di sicurezza. Riguardo ai rischi sismici presenti nella zona non sono state prese adeguate precauzioni, nonché il rischio di una possibile collisione aerea sull’impianto non ha ricevuto la giusta considerazione .

“Stanno gettando le basi per una nuova Fukushima europea”, ha dichiarato Antonio Tricarico di Re:Common. “E’ un dovere per i finanziatori non sostenere tale rischiosa avventura nucleare in Russia. E per Unicredit l’occasione per dimostrare che aderisce allo spirito dell’esito referendario del giugno 2011, nonché ai principi della sua stessa policy nucleare” ha concluso Tricarico.