Il caso della Calabria una buona eccezione rispetto ad altre ‘regioni pro-carbone’. Un nuovo impulso venga dalla politica nazionale.

Greenpeace, Legambiente, LIPU, SLOW FOOD e WWF plaudono alla decisione del Consiglio Regionale della Calabria di dire no alla costruzione della centrale a carbone di Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria, durante la riunione di ieri conclusasi a tarda notte. Una presa di posizione che va ben oltre la dichiarazione politica ma che si traduce nell’impugnazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 15 giugno 2012 con cui si dava via libera all’impianto calabrese. Occorre però che la Regione agisca in fretta visto che le rimangono pochi giorni per impugnare il decreto in sede amministrativa.

“Nell’ambito dello scenario energetico nazionale – continuano le associazioni – il caso della Calabria rappresenta al momento una buona eccezione rispetto a quelle altre regioni che non hanno fatto nulla per evitare – o che anzi hanno deliberato a favore – la costruzione ex-novo o la riconversione di nuove unità a carbone. L’auspicio è che la politica nazionale dia un nuovo impulso alle scelte energetiche di tutte le istituzioni coinvolte abbandonando la via del carbone e dei combustibili fossili e che adotti un modello energetico realmente sostenibile, che guardi al futuro basato sul risparmio e sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili”.