Nella giornata del 24 luglio 5 partiti comunisti e di sinistra dell’India scenderanno in piazza per denunciare «la morte della democrazia in Bengala Occidentale e Tripura». I firmatari dell’appello sono: il partito “All India forward bloc”, il Partito socialista e i comunisti del PCI (Partito Comunista dell’India), del PCI (M)(Partito comunista dell’india marxista) e del PCI (m-l) (Partito comunista dell’India marxista-leninista per la Liberazione).
«Negli Stati del Bengala occidentale – si legge nella nota – e del Tripura è in atto un omicidio della democrazia alla luce del sole. I diritti umani e la libertà politica sono sottoposti a forti pressioni.  Ciò viene visto sempre più spesso in tutto il paese come, ad esempio, nella brutale repressione delle proteste dei dalit e nell’uso di leggi draconiane contro gli attivisti per i diritti umani».
«Questo, tuttavia, è apparso in maggiore evidenza nel Bengala occidentale e Tripura, roccaforti del movimento di sinistra e progressista del Paese. Il governo al potere del BJP-IPFT a Tripura e il governo TMC nel Bengala occidentale continuano a scatenare politiche di violenza e terrore».
La situazione a  Tripura
Da quando il governo BJP-IPFT ha assunto le sue funzioni nello Stato, il CPI(M), il Fronte di sinistra e le organizzazioni democratiche di massa sono stati oggetto delle violenze perpetrate dal BJP/RSS, a quanto diramato dalla nota.
«Quattro compagni del PCI(M) – si continua a leggere – sono stati assassinati dopo le elezioni dell’assemblea regionale:
– più di mille attivisti della sinistra, tra cui 100 donne, hanno subito lesioni piuttosto gravi;
– circa 750 uffici dei partiti PCI(M) e di sinistra sono stati bruciati, attaccati o catturati;
– quasi 200 uffici delle organizzazioni di massa della sinistra sono stati attaccati e quasi 150 sono stati occupati con la forza;
– 2100 case di simpatizzanti della sinistra sono state saccheggiate e saccheggiate;
– sono stati saccheggiati e saccheggiati negozi e altre attività come il pollame e la pesca dei membri del partito, nonché bruciate piantagioni di gomma;
– circa 500 compagni hanno dovuto abbandonare le loro case a causa degli attacchi e sono attualmente ospitati nei campi in vari uffici del partito».
Oltre a colpire fisicamente i quadri della sinistra, anche i programmi e gli eventi condotti dai partiti prima citati, e dalla sinistra in generale, sono stati attaccati. Le celebrazioni del Primo Maggio rientrano tra queste: «i festeggiamenti sono stati interrotti in varie parti dello Stato. Vengono attaccati le iniziative che commemorano il bicentenario di Karl Marx.  Il quotidiano progressista Desher Katha è diventato un bersaglio: i trasportatori e gli abbonati vengono costantemente minacciati». Gli stessi esponenti del PCI(M) denunciano come, qualora un membro del partito si dovesse recare presso le stazioni della polizia per denunciare determinati accaduti «i compagni vengono fermati e attaccati per il fatto di appartenere a forze ostili al Governo».
Bengala Occidentale
Nel Bengala occidentale, «il regime del TMC [Trinamool Congress Party, affiliato e alleato del BJP ndt] ha mantenuto il suo regno di terrore e di attacchi fascisti contro il Fronte di sinistra». Subito dopo le elezioni del 2016, il TMC «ha lanciato attacchi diffusi contro i partiti di sinistra, in particolare nelle aree in cui i partiti firmatari dell’appello continuano a mantenere la base di massa». Dal giugno 2016, poi, «31 membri e sostenitori dell’PCI(M) sono stati uccisi da militanti del TMC». A prescindere dal giudizio che i partiti in questione danno delle elezioni di Panchayat del 2018, nelle fasi pre-elettorali sono stati registrati attacchi e violenze diffuse contro i candidati di sinistra affinché fossero impedite le candidature del Fronte di sinistra e dell’opposizione.
L’entità della violenza rende molto chiaro che «una consultazione libera e imparziale è impossibile», ha dichiarato il segretario nazionale del PCI, «tanto più che anche la Corte suprema ha recentemente osservato come la democrazia sancita dalla Costituzione presenta delle difficoltà evidenti di applicazione nel Bengala Occidentale».

Per questo, dunque, i partiti della sinistra «condannano con forza l’omicidio della democrazia nel Bengala occidentale e nel Tripura e chiedono a tutti i loro militanti e simpatizzanti in tutto il paese di organizzare azioni di protesta per condannare questa barbarie e mobilitarsi in difesa della democrazia, dei diritti umani, delle libertà civili». I partiti della sinistra invitano il popolo indiano a farsi avanti per sconfiggere tali «attacchi fascisti alla Costituzione, ai diritti democratici del popolo e alle libertà civili».