Dopo l’abbordaggio della seconda Freedom Flotilla da parte della Marina israeliana, la solidarietà con il popolo palestinese riempie ancora una volta le piazze italiane. A Napoli migliaia di persone da Piazza Municipio fino al Consolato Usa.

Ci si abitua a tutto, anche alle piazze piene, anche alle bandiere che tornano a sventolare ogni settimana a Gaza, ma non si dovrebbe, perché dietro ogni corteo c’è un’urgenza che chiede ascolto. C’è una voce collettiva che non parla di lontananza, ma di responsabilità.
Bisogna fermarsi un attimo, guardare davvero quei volti, ascoltare i cori gridati con forza e capire che in quelle parole c’è qualcosa che continua a volerci raggiungere.

Non basta chi manifesta: serve anche chi ascolta, chi raccoglie quella traccia e la lascia andare lontano, come un battito d’ali, un piccolo effetto farfalla capace di cambiare qualcosa.

Le piazze italiane per la Flottilla 2

Dopo il rientro e la nuova partenza delle imbarcazioni della Freedom Flotilla, la cosiddetta Flotilla 2 , nuovamente intercettata nelle scorse ore dalla Marina israeliana, le piazze italiane hanno risposto all’appello con una mobilitazione diffusa da Nord a Sud.
Roma, Milano, Bologna e Napoli, insieme a decine di altre città, sono tornate in strada per affiancare simbolicamente l’ultima missione umanitaria diretta verso Gaza e per chiedere la fine del blocco israeliano che da oltre diciassette anni isola la Striscia.

Convocato con lo slogan “L’8 ottobre tutti in piazza!” , le manifestazioni hanno visto la partecipazione di migliaia di persone: una risposta corale alla nuova emergenza e all’arresto dei 145 attivisti, tra cui dieci italiani, fermati dalle IDF dopo l’abbordaggio delle nove imbarcazioni cariche di aiuti umanitari, tra cui medicinali, dispositivi respiratori e generi alimentari destinati agli ospedali di Gaza.

Le organizzazioni promotrici, tra cui Freedom Flotilla Coalition, Giovani Palestinesi Italia, Movimento Studenti Palestinesi in Italia e Unione Democratica Arabo-Palestinese, hanno denunciato l’ennesima violazione del diritto internazionale e l’aggressione a una missione civile che portava aiuti e solidarietà al popolo palestinese.

Da qui l’appello alla mobilitazione, rilanciato in poche ore sui social e accolto da centinaia di realtà solidali in tutta Italia.

Da Roma a Milano: “Blocchiamo tutto ancora”

A Roma, il corteo partito dal Colosseo ha attraversato via di San Gregorio, piazza di Porta Capena e viale Aventino fino a piazza Ostiense, dove circa tremila persone hanno chiesto “Stop al genocidio”.

A Milano, da piazzale Lodi a piazza Leonardo Da Vinci, gli attivisti hanno sfilato dietro lo striscione “Milano lo sa da che parte stare” , gridando “Palestina libera, dal fiume fino al mare” .

A Bologna, piazza Maggiore si è riempita nel tardo pomeriggio, con centinaia di bandiere e cartelli a sostegno della Flottiglia.

Manifestazioni e presidi si sono tenuti anche a Torino, Firenze, Genova, Palermo, Bari, Parma, Salerno e in decine di altre città, in un fronte unitario che ha unito studenti, sindacati, collettivi e reti per la pace.

«Siamo pronti a bloccare tutto ancora », hanno scandito gli attivisti al megafono, richiamando lo spirito dello sciopero del 22 settembre e delle giornate di mobilitazione del 3 e 4 ottobre, quando portuali, studenti e lavoratori avevano dato vita a un’azione nazionale per chiedere la fine dell’assedio a Gaza e la rottura delle complicità italiane.

Napoli lo sa da che parte stare

A Napoli, centinaia di persone hanno risposto all’appello della Rete per la Palestina, radunandosi in piazza Municipio, di fronte all’ingresso del Comune.

Dietro lo striscione “Blocchiamo tutto”, il corteo ha percorso via Caracciolo e via Santa Lucia, passando a pochi metri dalla Regione Campania, fino a raggiungere piazza della Repubblica, dove è stato fermato da un cordone di polizia davanti al Consolato degli Stati Uniti.

Non si sono registrati incidenti, ma la partecipazione ha paralizzato per ore la viabilità cittadina tra via Acton, via Chiatamone e il lungomare.

I manifestanti hanno sventolato bandiere palestinesi, intonato cori e mostrato cartelli con scritte come “La Palestina deve vivere” e “Napoli lo sa da che parte stare”.

Il presidio, durato oltre tre ore, ha visto la presenza di numerosi sigle locali e attivisti indipendenti che hanno voluto testimoniare la propria vicinanza alla popolazione di Gaza e agli equipaggi della Flotilla.

La mobilitazione è scaturita dal nuovo appello diffuso sui social dalle reti solidali e dai movimenti per la Palestina, che in poche ore hanno riportato la gente in piazza dopo la notizia del possibile intervento della Marina israeliana contro la seconda missione umanitaria, con a bordo anche nove cittadini italiani.

“Stanno bene, ma sono stati espulsi immediatamente”, ha dichiarato il Ministero degli Esteri israeliano, mentre la Freedom Flotilla Coalition ha denunciato “un’azione piratesca, un blitz a luci spente”.

Solidarietà e ascolto

Le piazze italiane tornano così a unirsi in una protesta che non si spegne. Dal primo abbordaggio della Global Sumud Flotilla il 1° ottobre fino a questa nuova operazione militare, cresce la consapevolezza di un legame diretto tra la società civile e la lotta per la libertà del popolo palestinese.

Ancora una volta, da Napoli a Milano, da Roma a Bologna, migliaia di persone hanno scelto di esserci, con la voce, i corpi e le bandiere, per dire che il silenzio non è più un’opzione.