Quattro donne di Ultima Generazione sono state arrestate questa mattina a Montecitorio, mentre annunciavano l’inizio dello sciopero della fame affinché il governo Meloni riconosca il genocidio dei palestinesi. Le forze dell’ordine con due auto della polizia le hanno circondate e poi le hanno prese di peso, nonostante si trattasse di un’azione di protesta nonviolenta. Trovo scandaloso questo spiegamento di forze contro quattro donne pacifiche che manifestano solidarietà alla Global Sumud Flotilla, movimento di resistenza civile nonviolenta che è partito ieri dalle coste siciliane per rompere il blocco criminale agli aiuti umanitari per Gaza.
Voglio esprimere tutto il mio rammarico, la mia apprensione e lo sconcerto che ho provato di fronte ad una sproporzionata repressione della polizia, che voleva impedire anche il lavoro dei giornalisti, allontanando chi si avvicinava per documentare l’arresto delle 4 donne. Oltre alle tre in sciopero della fame, è stata arrestata anche quella che documentava la protesta con video e foto. Al momento le quattro donne si trovano ancora nel commissariato Trevi.

“Ho deciso di unirmi allo sciopero e a privarmi del cibo, perché non riesco più a tollerare ciò che sta succedendo a Gaza” ha dichiarato Alina, madre di tre figli. Ora basta! Non continuerò la mia vita come se nulla fosse. Metto il mio corpo a disposizione e andrò avanti con lo sciopero della fame a oltranza; il mio impegno è per la Flotilla e per la Palestina, affinché riesca nella sua missione, le persone partite tornino a casa senza un graffio e il governo riconosca che le atrocità che stanno succedendo a Gaza sono un genocidio! Invito chiunque lo desideri a unirsi: c’è ancora speranza, possiamo e dobbiamo ancora agire.”
Pubblichiamo qui di seguito il comunicato degli attivisti di Ultima Generazione:
Roma, 20 settembre 2025 – La scena è stata di una semplicità disarmante: tre donne in sciopero della fame sedute dietro l’obelisco in piazza Montecitorio, con un cartello in mano. Nessun gesto eclatante, nessuna tensione, nessuna forzatura. Eppure, nel giro di pochi minuti, un intervento massiccio delle forze dell’ordine le ha portate via, insieme a chi documentava con una videocamera. Un episodio che ha trasformato un momento pacifico e silenzioso in un atto repressivo: non è accaduto nulla, eppure è accaduto tutto. Ricordiamo che è il nostro Governo che è stato denunciato dalla Corte Penale Internazionale per complicità nel genocidio. Eppure, paradossalmente, sono proprio i cittadini che osano nominarlo a ritrovarsi allontanati e denunciati. È fondamentale comprendere la gravità di quanto accaduto: non possiamo considerare normale che il richiamo a doveri giuridici e morali comporti denunce per cittadini comuni, mentre il governo denunciato rimanga esente da responsabilità.
Beatrice (32 anni), Alina (36 anni) e Serena (39 anni) sono le tre persone che hanno iniziato lo sciopero della fame davanti a Palazzo Montecitorio per chiedere al Governo di riconoscere il genocidio palestinese e tutelare le persone italiane in rotta verso Gaza sulla Global Sumud Flotilla. Appena arrivate sono state circondate da un drappello di agenti e funzionari che hanno tolto i cartelli e provveduto a bloccare la piazza; non succeda che i cittadini possano conoscere la verità: che siamo governati da criminali, complici di un genocidio, che temono chi pacificamente li spinge a prendere posizione.










