L’aggressione USA all’Iran

Le mega-bombe statunitensi hanno colpito le tre centrali iraniane, ma non hanno distrutto il sistema nucleare. L’uranio arricchito era stato trasferito due giorni prima in altri luoghi. Lo dicono fonti iraniane e altre dell’Aiea (in realtà non rientra fra i compiti dell’organismo ONU svelare informazioni sensibili).

La risposta iraniana ritarda. Teheran gioca con i nervi di Trump. Il Dipartimento di Stato ha ridotto il personale nelle ambasciate di Baghdad e Beirut e il Pentagono ha messo in massima allerta i circa 40 mila militari USA nelle basi in M.O. Il Ministro degli Esteri iraniano, Arakji, è in visita a Mosca dove si incontrerà con Putin. “La nostra è una collaborazione strategica”, ha detto ai giornalisti.

I media dei Paesi Nato scrivono che l’Iran intende bloccare lo stretto di Hormuz.
Un’idiozia di terrorismo mediatico. Nessun responsabile governativo di Teheran ha mai accennato a una simile eventualità.

C’è soltanto una dichiarazione di un deputato iraniano precedente all’attacco di Trump.
Un passo simile sarebbe come tagliarsi le gambe, perché strangolerebbe la stessa economia iraniana e metterebbe contro un importante alleato come la Cina.

Gli ipocriti politici UE dichiarano: “Raggiunto un punto di equilibrio, Teheran non reagisca”.

La nuova Germania del Medio Oriente

Di nuovo attacchi israeliani contro l’Iran e lancio di missili iraniani sul territorio israeliano.
Un drone è stato abbattuto dalla contraerea iraniana nei cieli di Teheran.

Il ricercato dalla giustizia internazionale per crimini di guerra Netanyahu chiede la resa dell’Iran: “Adesso si può mettere fine al conflitto. Basta che lo dichiari Khaminei”. E poi annuncia un futuro di pace per Israele: “Risultati inimmaginabili. Vedo ora opportunità per la pace. Si allargheranno gli accordi di Abramo”. Vende fumo agli israeliani e manda minacce ai Paesi arabi. Tradotto: “Se non vi sottomettete alle nostre volontà di dominio e al nostro espansionismo territoriale, vi toccherà la sorte dell’Iran”.

Genocidio a Gaza

51 uccisi e 104 feriti nella giornata di ieri. Israele ha continuato a bombardare anche stamattina i campi di sfollati e i centri di distribuzione degli aiuti organizzati dall’esercito in collaborazione con la società di mercenari statunitensi. Elicotteri israeliani hanno mitragliato gli affamati che raccoglievano da terra i sacchi di farina. Sono 23 gli assassinati stamattina, secondo la dichiarazione dell’ospedale Nasser, dove i loro corpi sono stati trasportati.

Giornalisti nel mirino

L’accampamento di tende dei giornalisti palestinesi vicino all’ospedale Nasser di Khan Younis è stato bombardato dall’esercito israeliano. Un attacco mirato e deliberato, perché subito dopo le bombe i cecchini hanno bersagliato la zona di pallottole. Per fortuna nessun giornalista è stato ucciso, ma solo alcuni feriti. Con le prime bombe c’è stato il fuggi fuggi e le tende sono state abbandonate. Molti danni alle apparecchiature, computer, macchine fotografiche, videocamere e sistemi di trasmissioni satellitari. Israele non vuole che il mondo sappia dei suoi crimini contro la popolazione di Gaza.

Cisgiordania

Le irruzioni militari israeliane nelle città e nei villaggi palestinesi della Cisgiordania e nel circondario di Gerusalemme est avvengono tutti i i giorni e sempre con un crescendo inaudito di violenza bruta delle truppe. Oltre all’operazione in corso da due giorni a Dora, vicino a el-Khalil, è in corso da ieri sera un rastrellamento a Toubas, nel nord.

L’operazione israeliana a Jenin ha avuto un effetto drammatico sulla vita dei cittadini: 600 case demolite con i bulldozer o la dinamite, 22 mila sfollati coercitivi e oltre 43 uccisi dall’inizio dell’aggressione.

Siria

Esplosione in una chiesa a Damasco rivendicata dall’ISIS. 20 fedeli cristiani uccisi e 62 feriti. Un attentatore suicida si è fatto esplodere in mezzo ai fedeli nella chiesa greco-ortodossa di Sant’Elia. È il primo attacco del suo genere dalla caduta del regime degli Assad. Secondo testimoni oculari, l’attentatore è entrato nella chiesa sparando e una volta dentro si è fatto esplodere. La struttura di legno della chiesa è stata danneggiata seriamente.