Sabato 26 febbraio 2022 dalle 13 alle 15

Piazza Stazione di Porta Genova, Milano

Le ultime notizie sono drammatiche: le prospettive di una soluzione pacifica della crisi ucraina, almeno nell’immediato, sono tramontate. Condanniamo il fatto che la parola sia passata alle armi prima di esperire i tavoli negoziali. Qui la responsabilità è senza dubbio di Putin e della sua decisione di riconoscere le Repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk, inviando truppe russe in loco. Questo al di là della lunga catena di atteggiamenti e gesti inconsulti, con vari gradi di responsabilità, che coinvolgono più attori, dagli USA alla NATO, dai Paesi UE al governo ucraino, tutti incapaci di fuoriuscire dalle logiche di potenza e di guerra. O, almeno, di fronteggiarle con credibili dinamiche di pace.

Il riconoscimento del Donbass all’insegna del “prima i russi” straccia gli accordi di Minsk (autonomia del Donbass nel riconoscimento dell’integrità e della sovranità di Kiev) e quindi costituisce un impedimento alla possibilità di sempre auspicabili soluzioni diplomatiche alle contese in corso.

Non possiamo accettare le “sfere di influenza” di competenza di presunti “imperi”.  E questo vale anche per la parte “occidentale”, con i suoi patti militari, cui non ci allineiamo; è arrivato il momento della “terrestrità”, di pensare a un mondo che non sia più divisibile, nemmeno metaforicamente, e quindi soprattutto culturalmente e politicamente, per i quattro punti cardinali dell’Ovest e dell’Est, del Nord e del Sud.

Non possiamo accettare che le controversie internazionali siano risolte con mezzi militari. Dobbiamo continuare a lavorare, con gli strumenti della mobilitazione di base, per evitare ulteriori escalation che avrebbero conseguenze funeste per il mondo, ma soprattutto per l’Europa: sviluppi negativi sia dal punto di vista di evoluzioni geopolitiche progressive verso una realtà multipolare fondata sulla forza del diritto, sia di una transizione energetica orientata alla soluzione della crisi climatica.

Il manifestarsi di logiche di guerra più o meno fredda o calda è sempre una sconfitta per l’umanità e gli sforzi per la costruzione di paci locali e globali, con la cultura e i metodi della nonviolenza attiva, non vanno mai dismessi. Papa Francesco è una autorità morale che dovrebbe essere più ascoltata su questo punto, espresso in particolare nell’enciclica “Laudato Si’”. C’è un bene globale comune, la salvaguardia dell’ecosistema planetario, che andrebbe perseguito, aggiungiamo noi, come “pace con la Natura” quale condizione per una pace stabile e duratura tra le società umane: non c’è giustizia senza pace!

In base ai contenuti del documento ”Europa per la pace” e ai loro presupposti valoriali e strategici come Disarmisti Esigenti manifestiamo con i nostri partners (WILPF Italia, Mondo senza guerre e senza violenza, Energia felice, etc.), il 26 febbraio a Milano, dalle 13 alle 15 in piazza Stazione di Porta Genova.

Chiamiamo a partecipare a un presidio statico che si svolgerà in collegamento con altre iniziative, di varia natura, che avranno luogo in diverse città italiane.