L’attuale governo che rappresenta il partito Centro Democratico, fin dall’inizio dei colloqui di pace all’Avana, ne è stato il più fervente avversario, poiché ha sempre manifestato dei dubbi e spinto il “no” al plebiscito. I membri del partito hanno addirittura espresso pubblicamente il desiderio di distruggere l’accordo. Dal suo insediamento, il presidente Iván Duque Márquez ha mostrato lo stesso disinteresse per l’attuazione dei sei (6) punti concordati: si è opposto alla legge statutaria della JEP; il suo partito al Congresso si è opposto all’approvazione dei 16 seggi per le vittime e delle risorse per il funzionamento della JEP, e ha ridotto l’attuazione degli accordi sul territorio, tra le altre questioni.

Ancora più grave è stata invece la mancanza di garanzie per gli ex combattenti, leader sociali, che chiedono nei loro territori una vera politica di sostituzione delle coltivazioni illecite, la presenza dello Stato, non solo con la militarizzazione, che non è stata una garanzia sufficiente, ma con investimenti sociali per le comunità da sempre emarginate dal Governo centrale e che, in molti casi, divengono note solo dopo tragedie naturali, massacri o omicidi.

Al momento di chiudere questo 2020, la “Pace con legalità”, è rimasta solo nelle parole che il governo ha promosso praticamente come slogan, poiché non ha raggiunto i suoi obiettivi, come il governo finge di dimostrare, perché è scollegato dalla realtà del Paese e ha ignorato le politiche stabilite nell’Accordo di Pace. Nonostante i continui appelli per garantire la sicurezza e la vita nei territori, gli assassinii contro i leader e i massacri avvengono ogni giorno senza una vera risposta alle comunità.

Vedere (in spagnolo): Dos años de la política de paz con legalidad, sin “paz”

Il 4 dicembre Guildon Solís Ambuila, leader sociale e difensore dei diritti umani, è stato assassinato nel villaggio di Munchique Buenos Aires (Cauca). Mesi prima, Ambuila aveva già ricevuto minacce.

Il 5 dicembre, l’omicidio del coordinatore giovanile locale del Munchique, Carlos Escué, è avvenuto nella parte nord di Cauca. Quel giorno, nello stesso dipartimento è stato ucciso anche Eduardo Pino Julicué, figlio della leader indigeno Nasa, Luz Eyda Julicué.

Il 6 dicembre il partito delle FARC, attraverso il suo twitter, ha riferito dell’omicidio di Fernando Trochez Ulcue, che ha partecipato alla deposizione delle armi, risultato del processo di pace di Carlos Perdomo nello Spazio Territoriale per la Qualificazione e la Reintegrazione (ETCR). Questo porta a 245 il numero di ex combattenti uccisi dalla firma degli accordi.

Il massacro di almeno quattro persone nel villaggio di San Pedro, Santander de Quilichao (Cauca), è avvenuto a 10 minuti dal municipio, dove sono arrivati uomini armati e hanno sparato indiscriminatamente contro la gente.

E per completare la paura e l’insicurezza nel dipartimento di Cauca, i dissidenti delle FARC hanno dichiarato le comunità di Santander di Quilichao, Suárez, Miranda, Corinto, Caloto e Jambaló obiettivi militari attraverso opuscoli minacciosi, dove le accusano di essere complici del governo.

Vedere (Spagnolo) : Colombia: grupos armados asesinan a cuatro indígenas y declaran “objetivo militar” a los líderes

Il coordinatore regionale di Cormacarena e difensore civico di Caño Cristales, Francisco Javier Parra, è stato ucciso dai dissidenti delle FARC. Con questo omicidio, i responsabili stanno inviando un messaggio di controllo territoriale dell’Amazzonia per continuare la deforestazione e approfittarne. Dall’inizio dell’anno i guardaparco sono stati minacciati dai dissidenti, fino a che molti di loro hanno lasciato 10 delle aree protette.

Il 10 dicembre si è verificato un nuovo massacro nel settore noto come “la Y”, nel villaggio di Gualandayes, nella zona rurale di San José del Guaviare; tre vittime sono state trasportate su un camion, tra cui l’ex combattente e firmatario degli Accordi di pace, Fernando Heredia Ruíz.

Il Dipartimento del Chocó, un’altra regione ancora una volta colpita dalla violenza, ha visto otto (8) morti in soli due giorni. Si trattava di giovani sotto i 24 anni.  Il dramma dello sfollamento delle comunità indigene di Bahía Solano, dopo l’assassinio del leader Miguel Tapí, è stato registrato dal famoso fotografo Jesús Abad Colorado.

 

José Marrugo, leader sociale, difensore delle risorse pubbliche e dell’ambiente, ha denunciato di essere stato minacciato e la sua vita è in pericolo, poiché i sicari del cosiddetto Clan del Golfo hanno messo una taglia sulla sua testa per 5 milioni di pesos, come il leader ha rivelato attraverso il suo Twitter. Marrugo si è candidato al Consiglio nelle ultime elezioni legislative nella città di Sincelejo, dipartimento di Sucre, attraverso un’alleanza di partiti di centro-sinistra tra cui il Polo Democratico, l’Unione Patriottica, Colombia Humana e il Partito dei Verdi.

L’11 dicembre, nella zona rurale di El Bagre, nella Bassa Cauca di Antioquia, sono state uccise quattro persone, segnando l’82° massacro dell’anno. Nel frattempo, a Yolombó, nel nord-est di Antioquia, è stata assassinata la leader sociale Elizabeth Betancur García, che era la coordinatrice della formazione comunitaria di Yolombó della Rete nazionale delle donne della comunità.

Nella città di Cali, capitale della Valle del Cauca, la nota leader sociale del quartiere di Villa San Marcos, Silvia Helen Rodríguez, è stata aggredita in una mensa popolare da un uomo che, dopo aver lottato con lei, ha sfoderato un’arma e le ha causato una ferita al collo.

Vedere (Spagnolo): ¿Mijo tú me vas a matar? Le preguntó lideresa a sicario que le disparó

Per l’analista Ariel Ávila, “sebbene il governo nazionale abbia dato la colpa del deterioramento della sicurezza al traffico di droga, la verità è che il fenomeno è più complesso nel paese. La Colombia starebbe attraversando quella che in termini criminali potrebbe essere definita una tempesta perfetta”.

Vedere (Spagnolo): Las masacres que desangran a Colombia

Qual è lo scopo della consulenza sulla sicurezza? La scia della morte e il ritorno al passato è la cosiddetta “pace con la legalità”? Queste sono le domande a cui si deve rispondere in Colombia.

Di Zenaida Espinosa Cabrera

 

Traduzione dallo spagnolo di Silvia Nocera