Il reportage delle manifestazioni di venerdì 14 e mercoledì 19 novembre scorsi a Genova e dintorni e di oggi e dei prossimi giorni nel capoluogo ligure e nella città pugliese e il sorprendente ‘incidente di percorso’ pone un interrogativo.
Che “cosa” giustifica, e legittima, il ‘blocco’ del traffico – e, conseguentemente, delle attività produttive e commerciali – in una zona ad alta concentrazione industriale che, essendo anche un’area portuale, è nodale nella logistica nazionale, cioè nella rete di magazzini di stoccaggio delle merci e di vie stradali e ferroviarie per il loro trasporto in altre località della stessa regione e delle regioni limitrofe ?
La risposta è diversa a seconda del “cosa” ha causato l’ingorgo ma anche della prospettiva, invece soggettiva e opinabile, da cui si osserva lo stesso fatto, cioè il ‘blocco’ del traffico – e si valutano le cause – oggettivamente, in un caso uno sciopero e nell’altro il trasporto di mezzi militari – che lo hanno provocato e gli effetti del caos che ne è conseguito.
Nel secondo caso in esame lo ‘scompiglio’ è stato causato da uno sbaglio nella pianificazione del tragitto per il trasferimento dei potenti, e ingombranti, mezzi bellici in dotazione dell’esercito.
Rimasti ‘bloccati’, perché non riuscivano a superare un ostacolo, tre autotreni che trasportavano altrettanti cannoni la sera del 19 novembre hanno attirato l’attenzione dei genovesi.

GENOVA – 19.11.2025 / “Da quanto riscontrato su The Weapon Watch, quello che si vede pare un obice FH-70 – riferisce un attivista genovese – Plausibilmente quelli transitati mercoledì scorso sono arrivati in porto per venire consegnati alla ARIS Srl di Lombardore, dove è in corso un programma di ‘aggiornamento di mezza vita’ cannoni a traino meccanico FH-70 155/39 con upgrade di 90 pezzi su 164 acquistati dall’Esercito, una fornitura il cui capocommessa è LEONARDO SpA”.
Casualmente il giorno precedente, martedì 18 novembre, la Commissione Difesa della Camera esaminava la proposta, presentata dalla deputata di FdI Paola Maria Chiesa, di modificare le norme vigenti riguardo alla “competenza esclusiva dello Stato per le funzioni e le attività in materia di difesa e sicurezza nazionale nonché la clausola di compatibilità per l’applicazione delle disposizioni in materia ambientale adottate dagli enti territoriali alle aree militari [DL 66/2010]” per permettere deroghe alle leggi regionali in materia ambientale e, così, ‘oltrepassare’ un ostacolo, cioè i vincoli e limiti che impediscono alle operazioni militari di avere effetti devastanti per l’ambiente e che danneggiano i civili.
A motivare la propria proposta, Paola Maria Chiesa spiega che “l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”, la “guerra tra Israele e Hamas” e le “tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina”, inducono a “riflettere sulla struttura stessa dell’apparato amministrativo-militare che garantisce la sicurezza delle nostre società”.
Appunto, riflettiamo… e concludiamo: siccome misurare gli ostacoli che impediscono il transito di mezzi di trasporto in un centro urbano è il ‘mestiere’ degli strateghi al comando e alla regia dell’operazione ‘bloccata’ a Genova, risulta palese che i militari italiani non siano adeguatamente istruiti a fare calcoli semplici, come quello dell’altezza di ponti o sottopassi e di camion carichi di cannoni.
Incidenti come quello accaduto a Genova possono ‘capitare’, certo, ma ‘capitano’ spesso e si notano poco, solo quando sui giornali vengono pubblicate notizie clamorose come quella del traffico urbano ‘bloccato’ dai tir che trasportavano cannoni attraverso il centro urbano. analoga a quella che si è dovuto cautelativamente ‘bloccare’ il traffico marittimo nelle acque e coste della Sardegn, per recuperare uno dei due missili (un Aster 30 come quelli fabbricati dal gennaio 2023 in Francia e Italia per rifornire l’esercito ucraino) ‘persi’ durante l’esercitazione militare Joint Stars, o notizie tragiche, come quella della morte dei due piloti a bordo del T-260B del 70° Stormo precipitato nel Parco Nazionale del Circeo.
Da questi altri incidenti infatti si deduce che i militari italiani non siano adeguatamente addestrati a fare calcoli un bel po’ più difficili delle altezze di ponti e camion, come pianificare il piano di volo e controllare il tragitto di un aereo da combattimento o misurare le traiettorie dei missili lanciati in esercitazioni o missioni, perciò che sia meglio non togliere i vincoli legislativi che impediscono a chi potrebbe fare questi errori di provocare danni ambientali e mettono a rischio salute e incolumità delle persone.
E siccome sono stati accertati ‘errori’ anche nei casi in cui le forze armate ucraine e israeliane, usando strumenti, apparecchi e munizioni a loro forniti dalle industrie italiane per bersagliare obiettivi militari, hanno colpito ambulanze, ospedali, scuole,… e bambini, medici, infermieri,… e giornalisti, l’incidente accaduto ieri a Genova avvalora la tesi che il trasporto di materiali bellici non legittimi l’ingorgo di un centro urbano e rafforza l’opinione che sia giusto ‘bloccare’ il traffico automobilistico per impedire il traffico di armamenti e anche per manifestare il dissenso a decreti che mirano ad agevolare, facilitare e incrementare il ‘trasferimento’ (commercio), il trasporto e l’uso di armamamenti.
Invece nel caso dello sciopero di ieri – 19 novembre – a Genova il ‘blocco’ del traffico cittadino era deliberatamente voluto e strategicamente perseguito dai manifestanti, mentre i suoi effetti diretti – ovvero l’ineludibile visibilità della manifestazione – e ‘collaterali’ – cioè i disagi, disturbi e danni subiti da chi non condivide gli scopi della protesta – sono uno degli argomenti al centro delle polemiche che in questo periodo in Italia inaspriscono il confronto politico e infervorano la ‘campagna’ per le elezioni regionali in Campania, Puglia e Veneto del 23 e 24 novembre prossimi i cui esiti saranno saranno consultabili sulla piattaforma Eligendo e sull’app Eligendo Mobile, versione per Android e iOS).
“Blocchiamo tutto” infatti è stata la ‘parola d’ordine’ anche degli scioperi del 3 ottobre scorso e dei prossimi 28-29 novembre e di altre manifestazioni svolte e organizzate in questo periodo perché, astendendosi dal lavoro e marciando per le strade delle città, i partecipanti ‘bloccano’ i traffici – le attività produttive e la circolazione di mezzi e persone – per indurre politici e governanti a decidere di interrompere, perciò ‘bloccare’, le forniture di armi all’esercito isaeliano per far cessare il genocidio della popolazione palestinese e l’investimento di risorse nella ‘corsa al riarmo’ anziché in attività di utilità sociale come sanità, scuola, risanamento ambientale,… produzioni ecologiche.
Le attività e azioni dei camalli (lavoratori portuali genovesi) contro il traffico d’armi cominciate tanti anni fa nel 2025 sono culminate con la grande mobilitazione e poi l’enorme manifestazione che a settembre hanno coinvolto numerosi cittadini di Genova e dei dintorni nella solidarietà con la popolazione palestinese assediata e nel sostegno con gli equipaggi della Global Sumud Flotilla.
Da mesi ormai moltissimi cittadini e lavoratori genovesi protestano contro il coinvolgimento delle compagnie di trasporto marittimo – imprese locali e gruppi societari con sedi in loco – nei crimini di guerra e contro l’umanità condotti da eserciti stranieri e, in particolare, nel genocidio dei palestinesi che, in violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni ONU, da molti anni viene incessantemente condotto in Israele dalle forze armate e dalle milizie di coloni).
E come in altre città – Milano, Caselle (Torino), Faenza, Grottaglie (Taranto), Roma, Ronchi dei Legionari (Gorizia), Sesto Calende (Varese), Torino,… – precedentemente e il giorno dopo – sabato 15 novembre – a Cameri, venerdì 14 novembre scorso a Genova i gruppi di pacifisti e pacifiste dell’Ora in silenzio contro la guerra, della Rete dei Sanitari per Gaza, dell’Associazione Culturale Liguria Palestina, di compagne e compagni di Alleanza Verdi Sinistra e di numerose e numerosi altri attivisti hanno manifestato insieme a Ultima Generazione davanti ai cancelli della sede locale di Leonardo SpA.
Le immagini (sotto) illustrano lo svolgimento dell’iniziativa, dai suoi partecipanti così descritta:
è stato occupato tutto lo spazio antistante la sede amministrativa di Leonardo SpA fra Sampierdarena e Cornigliano esponendo lo striscione “No alla guerra”, una decina di cartelli componenti la frase “Il genocidio comincia qui” e disponendo sul marciapiede una lunga striscia sulla quale sono stati posati i fogli dell’elenco di nomi (corredati dall’età) delle ragazze, dei ragazzi, bambine e bambini ammazzati a Gaza via via che venivano letti dalle e dai promotori. La striscia è stata poi colorata e macchiata a significare il sangue innocente versato.
Sono stati distribuiti volantini, soprattutto alle e agli automobilisti di passaggio, e qualcuno di loro e degli autisti dei numerosi autocarri e semirimorchi transitati hanno salutato con i clacson le e i partecipanti al presidio.
Il coinvolgimento dei passanti mostra ciò che si era visto a Roma il 22 settembre scorso, quando il corteo ha interrotto la circolazione sulla tangenziale e gli automobilisti ‘bloccati’ nell’ingorgo hanno applaudito i manifestanti.
In questa occasione il traffico automobilistico non era stato ‘bloccato’, mentre a ingorgare Genova e dintorni il 19 novembre e nei giorni successivi è lo sciopero dei dipendenti dell’ILVA, dal capoluogo ligure ‘tracimiato’ in altre città italiane, in particolare a Taranto, dove i lavoratori hanno dichiarato che “Bloccando ogni via, stiamo costringendo la politica a guardare la nostra realtà: non c’è più spazio per l’indifferenza”.
Le cronache della giornata di mercoledì 19 novembre su alcuni quotidiani genovesi e italiani, riferiscono:
- Lo spettro della chiusura ha mobilitato i sindacati e i lavoratori. A rischio mille posti di lavoro / Ex Ilva, sciopero e manifestazione il 19 novembre 2025 – GENOVA POST
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Caos traffico e lavoratori in tenda… Viabilità in tilt in città nel corso di tutta la giornata, il presidente della Regione Bucci e la sindaca hanno fatto visita ai manifestanti / Sciopero di 24 ore ex Ilva mercoledì 19 novembre, manifestazione e corteo: percorso e modifiche viabilità – GENOVA TODAY
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I sindacati: «È mancato il senso di responsabilità». Governo: confronto resta aperto, no estensione Cig – Sulla A10 Genova-Savona, tra Arenzano e Genova Aeroporto, si registrano 12 km di coda, a seguito di una manifestazione dei lavoratori dell’Ilva, sull’uscita di Genova Aeroporto, che interessa la viabilità ordinaria con le relative ripercussioni. Autostrade segnala sulla A12 Genova-Sestri Levante code a partire da Genova Nervi verso Genova, sulla A7 Milano-Genova con code a partire da Busalla verso Genova… La situazione autostradale si ripercuote anche sul traffico cittadino: il casello di Genova Ovest è fermo e la situazione si ripercuote direttamente sul nodo di San Benigno. Dall’elicoidale, dove sono presenti lavori, che limitano l’accesso al porto dei mezzi pesanti, il transito passa da varco Albertazzi. Paralizzato anche il nodo di Staglieno. Code anche in centro città / Ex Ilva, stabilimento occupato a Genova. Fiom Cgil: «Stanotte dormiremo in strada» – SOLE 24 ORE
- La mobilitazione dei lavoratori [ dell’ILVA di Taranto ] non si limita allo sciopero e all’occupazione della fabbrica. Sono stati attuati blocchi stradali sulla statale 100, la statale 106 e la bretella che unisce le due statali, oltre al principale varco dell’Eni utilizzato per carico e scarico. I lavoratori dell’appalto hanno occupato la SP 48 per Statte … Proseguono anche i presidi e l’occupazione dello stabilimento dell’ex Ilva di Genova Cornigliano. I lavoratori, che alle 7 hanno iniziato l’assemblea, hanno passato la notte in strada, all’esterno dello stabilimento, in alcune tende allestite gia’ da ieri sera. Il presidio potrebbe durare fino a domenica… Alle ore 8 circa, sulla A10 Genova-Savona tra Genova Pra’ e l’allacciamento A10/A7 verso Genova, Autostrade registra 8 km di coda a causa della manifestazione dei lavoratori dell’ex Ilva che sta interessando la viabilità ordinaria / Ex Ilva, a Taranto fabbrica occupata e blocchi stradali. Oggi in Cdm in esame un decreto – ANSA
ILVA S.p.A. in Amministrazione Straordinaria – Il Gruppo ILVA è la più grande realtà siderurgica italiana e tra le più importanti d’Europa, attiva nella produzione e trasformazione dell’acciaio, con 5,8 milioni di tonnellate prodotte nel 2016, circa 14˙000 collaboratori e 15 unità produttive. Con i suoi oltre 100 anni di storia industriale, ILVA riveste un ruolo strategico nel settore manifatturiero del Paese. Il suo acciaio è, infatti, destinato ai principali settori dell’economia nazionale, quali costruzioni, energia, auto, elettrodomestici, packaging e trasporti. Dal mese di gennaio 2015 la Società è in regime di Amministrazione Straordinaria ed è guidata dei Commissari Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba. Nell’ultimo biennio, la Società ha operato per garantire la gestione industriale e contemporaneamente ha avviato un articolato piano di risanamento ambientale, tuttora in corso, con interventi di bonifica e ambientalizzazione nello stabilimento di Taranto. Inoltre, in linea con la strategia di focalizzazione sui prodotti a più alto valore aggiunto, ILVA ha incrementato la componente degli acciai verticalizzati, oggi pari a circa il 70% del mix di prodotto, anche attraverso importanti investimenti che sono stati realizzati, in particolare, nello stabilimento di Genova Cornigliano.
LEONARDO S.P.A. – Una storia di ingegno e tecnologia italiana : Dal 1948 Leonardo è stata la protagonista della storia industriale italiana. Oggi siamo uno dei primi dieci operatori mondiali nel settore aerospaziale, della difesa e della sicurezza, un partner affidabile per Governi, Istituzioni e clienti privati, realizzando tecnologie all’avanguardia. Con oltre 31.000 dipendenti in Italia e 70 siti, di cui 38 produttivi, siamo presenti in 15 regioni, con una concentrazione industriale particolarmente elevata in Lombardia, Lazio, Campania, Piemonte, Puglia, Liguria e Toscana (mappa Dove siamo / sedi principali e contatti / attività – Elicotteri, Elettronica, Aerei, Cyber & Security, Spazio).

Dopo una giornata da incubo … con traffico in tilt per lunghe ore a causa delle proteste dei lavoratori Ilva in ansia per il proprio futuro professionale, nella serata, pure, la beffa. Succede a Rimessa tra Pontedecimo e il confine con Serra Riccò e Mignanego dove a creare disagi sono i soliti voltini della ferrovia per un tema irrisolto da decenni nonostante i maxi cartelli presenti sulla statale … clamorosamente, ci sono tre tir che portano altrettanti cannoni bellici scortati dalle vetture dei militari. Nascono mitragliate, fortunatamente, solo di scatti digitali, molti sfocati come quello inviato alla redazione di QUI. I cronisti … vengono malamente ammoniti dai camionisti e persuasi dalle forze dell’ordine: “Non filmate i mezzi da guerra, ci sono segreti“. Già, come se non fosse l’era dei social. Dove non arrivano i giornalisti, c’è un mondo intero con lo smartphone in tasca. Ma c’è, soprattutto, un’attualità capovolta, senza più regole, di una città e una provincia in coda da mattino a sera, con scarse prospettive, morale a terra e cannoni in strada –𝐓𝐫𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐚 𝐂𝐨𝐫𝐧𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐚 𝐌𝐢𝐠𝐧𝐚𝐧𝐞𝐠𝐨, 𝐞 𝐭𝐫𝐞 𝐜𝐚𝐧𝐧𝐨𝐧𝐢 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐚𝐬𝐚, l’esasperazione dei lettori / QUI – 19.11.2025

GENOVA – 14.11.2025 / foto di “Ora in silenzio contro la guerra” – Genova © Angelo Gandolfi













