Oggi, 5 aprile, in occasione del 76^ anniversario della nascita della NATO, presso la base militare di Ghedi (BS) si è svolto un presidio organizzato da Donne e Uomini contro la guerra-CentroSociale28maggio-Rifondazione Comunista-PCI-CARC Lombardia-USB-Circolo Lavoratori Iseo-Insieme a Sinistra Ghedi-PAP Brescia-Unione Democratica Arabo Palestinese UDAP BG-GPI Giovani Palestinesi BS-ASS. Naz. Vittime Uranio Impoverito-Il Cerchio delle Donne-Cln Resistenza- Il Coraggio dell’Anima-CLN-Tavolo della Pace Franciacorta-Coordinamento No Triv. Lombardia-Amici Italia Palestina-Collettivo Linea Rossa- Italia Cuba Bassabresciana-Coordinamento Bresciano contro la Guerra per la Pace e il Disarmo-Unione Sportiva Stellarossa.

Alla presenza di alcune centinaia di persone, hanno via via preso la parola i rappresentanti delle associazioni promotrici. Univoco il loro slogan: FUORI L’ITALIA DALLA NATO! FUORI LA NATO DALL’ITALIA!

Sono stati descritti tutti i tentativi da parte dei rappresentanti dei vari comitati di avere colloqui con le rappresentanze politiche della zona, dai sindaci al prefetto di Brescia, dalla regione fino al ministero, sollecitando l’attenzione ai piani d’emergenza, che dovrebbero essere rinnovati ogni 3 anni e resi pubblici per legge alla popolazione. La pericolosità per i residenti è significativa, dato lo stoccaggio di armi di distruzione di massa, di proprietà degli Stati Uniti d’America nella base aeronautica italiana.

In caso infatti di attacchi militari, incidenti e sismi, gli ordigni nucleari di ultima generazione B6112 della portata di 50 kilotoni presenti nella base di Ghedi, secondo uno studio di Greenpeace causerebbero la morte dai 2 ai 10 milioni di persone. Gli articoli 193-194 però sono chiari e indicano l’obbligo da parte delle istituzioni di informare la popolazione dei rischi sia in fase di preallarme che in quella di emergenza radioattiva. L’atteggiamento sbrigativo da parte delle istituzioni di fronte ai solleciti delle associazioni genera sempre maggiore preoccupazione e diffidenza. In un clima così delicato e complesso come l’attuale con guerre in atto, l’aumento delle spese militari da parte del governo italiano e dell’Unione Europea minaccia la sopravvivenza del nostro Paese, portandoci verso guerre contro Stati e popoli che non sono nostri nemici.

Antonella Rossini, Donne in Cammino Desenzano