Sabato 13 aprile, oltre 200 lavoratori e membri del sindacato hanno organizzato una manifestazione di solidarietà internazionale in occasione della “Marcia dei lavoratori per la Palestina”. La marcia è iniziata al Clark Park di West Philadelphia e si è conclusa davanti alla Ghost Robotics, una struttura ospitata dall’Università della Pennsylvania, responsabile della produzione di armi robotiche utilizzate a Gaza e al confine tra Stati Uniti e Messico.

La marcia, promossa dalla Philadelphia Palestine Coalition (PPC), è stata appoggiata da Healthcare Workers for Palestine – Philadelphia, Labor for Black Lives, The News Guild of Philadelphia Local 10/Communication Workers of America (CWA) Local 38010, Philadelphia Asian Pacific American Labor Alliance, Philadelphia Tenants Union, Philly Industrial Workers of the World, Unity Caucus, Service Employees Union (SEIU) Healthcare Pennsylvania e Workers World Party.

Insegnanti, artisti, camionisti, artisti teatrali, lavoratori comunali, operatori sanitari e alcuni commercianti si sono uniti per dimostrare solidarietà con la Palestina.
La giornata di lotta si è aperta leggendo le richieste dei sindacati palestinesi che hanno fatto un appello per il Primo Maggio, in solidarietà con la Palestina a parte di tutti i lavoratori a livello globale.

Ai microfoni si sono susseguiti diversi lavoratori e rappresentanti sindacali. Di seguito alcuni estratti:
“I sondaggi dicono che la maggioranza delle persone vuole un cessate il fuoco – e la maggioranza della popolazione è costituita da lavoratori, probabilmente molti dei vostri colleghi. Molti possono volere la fine dell’occupazione e una Palestina libera, ma dobbiamo organizzare questa consapevolezza in un’azione collettiva – il movimento Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni o convincere i vostri sindacati locali a essere i primi a chiedere ai propri iscritti di votare “senza impegno” alle primarie in Pennsylvania. Come lavoratori uniti, nei sindacati o meno, possiamo fare molto per interrompere la propaganda sionista e la macchina da guerra degli Stati Uniti, pagata con le nostre tasse”.
“Gli ultimi 75 anni sono stati pieni di ‘falsità’ storiche. La propaganda anti-musulmana dei ricchi e dei potenti viene usata non solo contro il popolo palestinese, ma contro la classe operaia nel suo complesso.”

“Si comportano come se tutto ciò che abbiamo guadagnato, ciò per cui abbiamo combattuto, fosse loro. Usano i soldi delle nostre tasse per le guerre, mentre noi abbiamo bisogno di servizi come biblioteche, scuole e altro. Perché le dotazioni esentasse dell’Università della Pennsylvania finanziano tecnologie militari come la Ghost Robotics?”.

I lavoratori delle concessioni impiegati da Aramark nelle arene sportive locali sono in sciopero dal 9 aprile. Carlton, del sindacato UNITE HERE Local 274, Stadium Workers Union, ha detto ai presenti: “Stiamo sperimentando il nostro potere come lavoratori, proprio come i lavoratori palestinesi sperimentano il loro”.

Dopo il comizio di apertura, i manifestanti hanno marciato intorno a Clark Park e infine su Woodland Avenue, fermandosi alla 46esima strada per un secondo comizio. Nayla, di Healthcare Workers for Palestine, ha raccontato di essere stata a Gaza e di aver visto medici operare al buio e fare interventi chirurgici eseguiti senza anestesia. “Quando è giustificabile bombardare interi ospedali? Questi sono crimini di guerra atroci e violazioni del diritto internazionale. Il genocidio israeliano prende di mira coloro che si prendono cura degli altri, che fanno luce sui problemi, per mettere a tacere l’opposizione. Questo è il motivo per cui siamo sindacalizzati, perché la nostra comunità abbia un potere collettivo non solo sulle condizioni di lavoro, ma anche per i nostri pazienti. Dal 7 ottobre, indosso ogni giorno una spilla per la Palestina sulla mia uniforme”.

Anche Hannah, della Philadelphia Federation of Teachers, e Jax, organizzatore dei lavoratori e degli inquilini di Philly IWW, hanno preso la parola prima che la marcia procedesse sul Grays Ferry Bridge verso Pennovation, la sede di Ghost Robotics.

Appena il corteo ha svoltato sul Grays Ferry Bridge, si è bloccato il traffico e i manifestanti hanno scavalcato le barriere della corsia per distribuire volantini alle auto ferme. La risposta è stata estremamente positiva: quasi tutti gli automobilisti hanno preso i volantini, chi alzava il pugno chiuso in solidarietà e molti sorrisi e frasi di sostegno. L’esperienza ha rivelato quanto sostegno ci sia per la lotta dei palestinesi per la libertà.

Fuori da Pennovation, a Grays Ferry, è stata letta una dichiarazione preparata da alcuni della campagna Shut Down Ghost Robotics “Gli strumenti utilizzati per eliminare, spostare e distruggere le case a Gaza sono stati prodotti a 6.000 miglia di distanza, proprio qui a Pennovation”, hanno spiegato. “La Ghost Robotics produce i cosiddetti cani robotici utilizzati in territorio palestinese, al costo di 165.000 dollari ciascuno”.

“Oggi è stata una potente dimostrazione di unità e, come operatore sanitario e membro del sindacato, sono orgoglioso di farne parte”, ha dichiarato Karim del SEIU Healthcare Pennsylvania. “Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno preso di mira gli operatori sanitari dal 7 ottobre, con oltre 400 attacchi al sistema sanitario di Gaza. I gazawi non possono accedere a cure salvavita, cosa che ho sperimentato in un ospedale rurale in Pennsylvania dopo che è stato acquistato da una grande azienda e infine chiuso”.

“Perché i neri e i latini devono morire nel tentativo di accedere a cure salvavita, mentre gli Stati Uniti spendono miliardi ogni anno per pagare l’assistenza sanitaria universale e gratuita agli israeliani? Perché questo governo non paga l’assistenza sanitaria gratuita per gli abitanti della Pennsylvania? Non aggiustano le strade, i nostri quartieri sono privati di posti di lavoro ben pagati, ma in qualche modo i soldi sono sempre disponibili per costruire la macchina da guerra che viene usata a Gaza. Se restiamo uniti, come lavoratori abbiamo il potere di fermare questo genocidio”, ha concluso Karim.

Maijoi, membro di Starbucks Workers United e del PPC, ha dichiarato: “Il fatto che Starbucks abbia finalmente accettato di incontrare il nostro sindacato non è dovuto alla loro “buona volontà”, ma al risultato del boicottaggio di Starbucks per la Palestina e alla minaccia ai loro profitti. Non permetteremo a Starbucks di costringerci a non indossare segni di solidarietà con la Palestina (come spillette o kefiah), dove i lavoratori chiedono giustizia e responsabilità. La nostra solidarietà va oltre il nostro luogo di lavoro. Si estende oltre i confini in solidarietà con la Palestina”.

Kim, della Philadelphia Asian Pacific American Labor Alliance, ha concluso la giornata parlando delle analogie tra la guerra degli Stati Uniti in Vietnam e le armi che oggi gli Usa forniscono a Israele. “I vietnamiti vivono ancora oggi con le conseguenze dell’Agent Orange e del fosforo bianco. Oggi, i loro cari muoiono per mano del sistema sanitario statunitense, sottofinanziato e con poco personale.

Philadelphia è la città più povera degli Stati Uniti, eppure ci sono sempre soldi per la guerra. Martin Luther King Jr. fece notare che ogni bomba sganciata in Vietnam aveva un impatto sulle città del paese. Oggi gli Stati Uniti hanno deliberatamente deciso di sostenere Israele quando la gente qui non ha cibo, assistenza sanitaria e molto altro. Biden sostiene l’idea che le guerre all’estero siano fatte in America e che quindi siano positive per i posti di lavoro americani. Noi rifiutiamo l’idea che i posti di lavoro della classe operaia vengano a scapito dei nostri fratelli e sorelle lavoratori all’estero”.

Gli organizzatori e i partecipanti si sono detti entusiasti dell’affluenza e del sostegno esterno che hanno avuto durante tutto il corteo.

Fonte: https://www.workers.org/2024/04/78087/