Un passante frettoloso si sarà chiesto, qualche giorno fa, cosa facesse un gruppo numeroso di persone e anche di autorità, di fronte a un edificio nel Greenwich Village (vicino a Washington Square Park), sede dell’Università di Scienze di New York.

Se questo passante si fosse fermato sul posto, avrebbe assistito ad un avvenimento storico: dopo 112 anni, sul palazzo che nel 1911 fu sede della Triangle Shirtwaist Factory, si stava finalmente inaugurando un memoriale delle 146 vittime (123 donne, la più giovane, Rosarea Maltese, di 14 anni, e 23 uomini) del rogo di quella fabbrica tessile, che produceva camicette. Incendio scoppiato all’ottavo piano della casa e diffusosi ai due piani superiori, mentre la scala antincendio mal costruita crollava tra le fiamme e quelle dei pompieri non potevano arrivare allora che al settimo piano degli edifici.

I proprietari della fabbrica se la cavarono senza sanzioni: le porte chiuse dei laboratori dentro cui erano imprigionate le operaie furono giustificate con la necessità di “prevenire i furti”.

Il memoriale inaugurato è scritto in tre lingue, yiddish, italiano e inglese. Le prime due, le lingue delle donne e delle ragazze da poco immigrate negli Stati Uniti dall’Europa dell’Est e dall’Italia per lavorare fino a 84 ore la settimana, retribuite con una paga media settimanale di sette dollari.

L’opera, uno dei pochi monumenti dedicati negli Stati Uniti ai lavoratori, alle loro tragedie e lotte sindacali, consiste in un nastro in acciaio sulle facciate meridionale e orientale dell’edificio su cui sono incisi i nomi e le età delle vittime, che si riflettono su un pannello, come fossero apposti nel cielo. Sul bordo inferiore del pannello sono incise le testimonianze dei pochi sopravvissuti al rogo e di persone presenti quel giorno in strada, scritti nelle loro lingue. Nei prossimi mesi il nastro si espanderà fino al davanzale della finestra del nono piano, da cui si lanciarono nel vuoto almeno 50 lavoratrici terrorizzate. L’installazione è il frutto di quindici anni di lavoro da parte della Remember the Triangle Fire Coalition, composta da discendenti delle vittime, istituzioni, associazioni e sindacati. Sul sito della suddetta associazione sono presenti, tra l’altro, i nomi delle vittime.

Foto di https://www.facebook.com/trianglefirecoalition

Due anni prima di quegli omicidi sul lavoro, nel 1909, avvenne uno sciopero di 20.000 camiciaie di 500 fabbriche di New York. Salari più alti e sicurezza sul lavoro erano le rivendicazioni di quelle donne a cui durante l’attività era vietato cantare, ridere e parlare, oltre a essere sottoposte a perquisizioni e molestie sessuali.

All’inizio del film I’m not a Rappaport, il protagonista, allora bambino, assiste alla nascita di quello sciopero contro i padroni ma anche contro il sindacato, che escludeva le donne o ne ignorava le istanze. Donne che presero in mano l’iniziativa e proclamarono lo sciopero. Ed essendo la gran parte ebree, lo suggellarono col giuramento: ““Mi possa appassire la mano che ora sollevo, se dovessi tradire la causa”. Con ciò fondarono una propria sezione sindacale, tutta femminile: la Local 25 dell’International Ladies Garment Workers Union. Quello sciopero ottenne alcuni risultati, ma non il riconoscimento del ruolo del sindacato sul posto di lavoro. La fabbrica dove iniziò, la Triangle Shirtwaist, non firmò l’arbitrato raggiunto e due anni più tardi andò a fuoco. In occasione del funerale delle vittime si tenne un corteo di migliaia di persone.

Una delle ipotesi della nascita dell’8 marzo come Giornata internazionale della donna la ricollega a quel tragico episodio di New York, che peraltro avvenne il 25 marzo. L’altra la rinvia all’8 marzo 1917, quando le donne di San Pietroburgo affrontarono i cosacchi per chiedere la fine della guerra e diedero il primo scossone al regime zarista.

Fonti:

DiLola Fadulù, After 112 Years, Triangle Shirtwaist Fire Victims Get a Memorial, New York Times, 11.10

M.Gruenberg, After 112 years, there’s a permanent, onsite Triangle Shirtwaist Fire memorial, People’s Word, 31.10

https://rememberthetrianglefire.org/memorial/