( Riceviamo da Milad Jubran Basir, giornalista italo palestinese)

Il pericoloso mestiere della verità: i giornalisti nella attuale recrudescenza della guerra israelo-palestinese.

I giornalisti a Gaza corrono rischi particolarmente elevati, mentre cercano di coprire il conflitto nonostante un assalto di terra da parte delle truppe israeliane, devastanti attacchi aerei israeliani, interruzioni delle comunicazioni e estese interruzioni di corrente.
La denuncia arriva dal Comitato per la protezione dei giornalisti, il CPJ, che monitora il trattamento riservato a reporter, fotografi, operatori dell’informazione, impegnati a documentare quanto sta accadendo.

La conta è drammatica: dal 7 Ottobre ad oggi sono stati uccisi, feriti e sono attualmente incarcerati o scomparsi 46 giornalisti, 29 sono stati confermati morti (tra cui 24 palestinesi, 4 israeliani e 1 libanese), 8 giornalisti sarebbero rimasti feriti, 9 giornalisti sono stati denunciati come dispersi o arrestati nelle operazioni che l’esercito israeliano sta compiendo nella Cisgiordania, ai danni della popolazione palestinese ivi residente.

Il Comitato sta svolgendo indagini sulle circostanze che hanno portato a queste uccisioni, ferimenti e sparizioni, mentre aggiorna regolarmente l’elenco dei colleghi che vengono colpiti.

Sherif Mansour, coordinatore del programma Medio Oriente e Nord Africa del CPJ sottolinea che “i giornalisti sono civili che svolgono un lavoro importante durante i periodi di crisi e non devono essere presi di mira dalle parti in guerra.
I giornalisti di tutta la regione stanno facendo grandi sacrifici per coprire questo conflitto straziante. Quelli di Gaza, in particolare, hanno pagato, e continuano a pagare, un tributo senza precedenti e si trovano ad affrontare minacce esponenziali.
Molti hanno perso colleghi, famiglie e strutture mediatiche e sono fuggiti in cerca di sicurezza quando non esiste un rifugio o un’uscita sicura”.

Ecco l’elenco fornito dal CPJ, che vogliamo pubblicare riportando per alcuni di loro le circostanze drammatiche della scomparsa, che dimostrano la loro determinazione nel fare di questo mestiere uno strumento di libertà personale e collettiva.

DETENUTI NELLE CARCERI ISRAELIANE / SCOMPARSI

Alaa Rimaway e Imad Abu Awad, detenuti dal 18 Ottobre; Mustafa Al-Khawaja, Sabri Jabr, Abdel Nasser Al-Laham e Muath Amarna: detenuti dal 16 Ottobre; Nidal Al-Wahidi, detenuto dal 7 Ottobre.

Oded Lifschitz giornalista israeliano di lunga data che ha scritto per Al-Hamishmar per molti anni ed è stato anche un collaboratore di Haaretz, è stato segnalato come scomparso dal Kibbutz Nir Oz nel sud di Israele il 7 Ottobre.
La moglie di Oded è stata uno dei due ostaggi rilasciati da Hamas il 24 ottobre 2023, secondo The Times of Israel e The Telegraph.
Haitham Abdelwahid, fotografo palestinese dell’agenzia Ain Media, è stato denunciato come scomparso dal 7 Ottobre.

UCCISI
Morti nella Striscia di Gaza, mentre erano nelle loro case, durante i bombardamenti aerei, tra il 2 Novembre e il 9 Ottobre: Duaa Sharaf, conduttrice di Radio Al-Aqsa, Saed Al-Halabi, Ahmed Abu Mhadi giornalisti della TV Al-Aqsa, Salma Mkhaimer, giornalista freelance, Mohammed Imad Labad, giornalista del sito di notizie Al Resalah, Roshdi Sarraj, giornalista e co-fondatore di Ain Media, una società palestinese specializzata in servizi mediatici professionali, Khalil Abu Aathra, Operatore video per la TV Al-Aqsa, Mohammed Alì, giornalista di Al-Shabab Radio (Radio della Gioventù), Sameeh Al-Nady, giornalista e direttore della TV Al-Aqsa, Mohammad Balousha, giornalista e direttore amministrativo e finanziario dell’ufficio del canale mediatico locale “Palestine Today” a Gaza, Issam Bhar, TRT Arabia e quotidiano arabo Shorouk News con sede al Cairo, Husam Mubarak, giornalista della radio Al Aqsa, Ahmed Shehab, giornalista di Sowt Al-Asra Radio (Radio Voce dei Prigionieri), Mohamed Fayez Abu Matar, fotoreporter freelance, Mohammed Sobh e Hisham Alnwajha, fotografi dell’agenzia di stampa “Khabar”, Assaad Shamlakh, giornalista freelance

Roee Idan
Il 20 ottobre 2023, il giornalista israeliano Idan è stato dichiarato morto dopo il recupero del suo corpo, secondo il Times of Israel e la Federazione internazionale dei giornalisti. Il 7 ottobre 2023, Idan, un fotografo del quotidiano israeliano Ynet, è stato dato per disperso, e sua moglie e sua figlia sono state dichiarate uccise. CPJ ha confermato che stava lavorando il giorno in cui la sua famiglia è stata attaccata;

Abdulhadi Habib
Giornalista che lavorava per l’agenzia di stampa Al-Manara e l’agenzia di stampa HQ, il 16 Ottobre è stato ucciso insieme a diversi membri della sua famiglia in un attacco missilistico che ha preso di mira la sua casa vicino al quartiere di Zeitoun, a sud della città di Gaza;

Youssef Maher Dawas
Collaboratore del Palestine Chronicle e scrittore di We Are Not Numbers (WANN), un progetto no-profit palestinese guidato da giovani, il 14 Ottobre è stato ucciso in un attacco missilistico israeliano contro la casa della sua famiglia nella città settentrionale di Beit Lahia, situata nel Striscia di Gaza a nord di Jabalia,

Salam Mema
Il 13 ottobre 2023 è stata confermata la morte di Mema, giornalista freelance. Mema ha ricoperto la carica di capo del Comitato delle giornaliste donne presso l’Assemblea dei media palestinesi, un’organizzazione impegnata a promuovere il lavoro mediatico per i giornalisti palestinesi. Il suo corpo è stato recuperato dalle macerie tre giorni dopo che la sua casa nel campo di Jabalia, situato nel nord della Striscia di Gaza, è stata colpita da un attacco aereo israeliano il 10 ottobre;

Issam Abdallah
Videografo dell’agenzia di stampa Reuters residente a Beirut, è stato ucciso il 13 Ottobre durante un bombardamento proveniente dalla direzione di Israele vicino al confine con il Libano. Abdallah e un gruppo di altri giornalisti stavano coprendo il bombardamento avanti e indietro vicino ad Alma Al-Shaab, nel sud del Libano, tra le forze israeliane e il gruppo militante libanese Hezbollah;

Saeed al-Taweel
Al-Taweel, redattore capo del sito web Al-Khamsa News, il 9 ottobre 2023, è stato ucciso quando aerei da guerra israeliani hanno colpito un’area che ospitava diversi media nel distretto di Rimal, nella parte occidentale di Gaza, secondo il quotidiano britannico The Independent, il Qatar-News. possedeva il canale di notizie in lingua inglese Al Jazeera English e l’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità Palestinese Wafa.

Il 7 ottobre hanno perso la vita Shai Regev, redattore per TMI, la sezione di notizie di gossip e intrattenimento del quotidiano in lingua ebraica Ma’ariv, durante un attacco di Hamas contro Israele, Ayelet Arnin, redattore ventiduenne della Israel Broadcasting Corporation Kan, durante un attacco di Hamas nel sud di Israele, Yaniv Zohar, fotografo israeliano che lavorava per il quotidiano israeliano in lingua ebraica Israel Hayom, assieme alla la moglie e alle due figlie, Mohammad Al-Salhi, fotoreporter dell’agenzia di stampa Quarta Autorità, ucciso a colpi di arma da fuoco vicino a un campo profughi palestinese nel centro della Striscia di Gaza, Mohammad Jarghoun, giornalista di Smart Media, ucciso mentre riferiva del conflitto in un’area a est della città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, Ibrahim Mohammad Lafi, fotografo di Ain Media, ucciso a colpi di arma da fuoco al valico di Erez che dalla Striscia di Gaza porta in Israele.

FERITI
Thaer Al-Sudani e Maher Nazeh, feriti nello stesso attacco che ha ucciso Abdallah vicino al confine nel sud del Libano, Elie Brakhya, membro dello staff della televisione Al-Jazeera, ferito in un bombardamento nel sud del Libano, Carmen Joukhadar, giornalista televisiva di Al-Jazeera, ferita nel sud del Libano, Cristina Assi, fotografa dell’agenzia di stampa francese Agence France-Press (AFP), nel sud del Libano, Dylan Collins, giornalista video dell’AFP, nel bombardamento del Libano meridionale.

Il 7 ottobre sono rimasti feriti Ibrahim Qanan, corrispondente del canale Al-Ghad, ferito da schegge nella città di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, e Firas Lutfi corrispondente di Sky News Arabia, di proprietà privata, aggredito insieme ad altri giornalisti di Sky News nella città meridionale di Ashkelon, secondo i membri della troupe televisiva. Lutfi ha detto che la polizia israeliana gli ha puntato i fucili alla testa, lo ha costretto a togliersi i vestiti, ha confiscato i telefoni della squadra e li ha costretti a lasciare la zona sotto scorta della polizia.