Ieri nel tardo pomeriggio il corteo organizzato da diversi collettivi della base sociale è sfilato per le vie della città

Il concentramento del corteo si è svolto in piazza Castello dove è stato appeso uno striscione sulle impalcature di Palazzo Madama.

La manifestazione è stata considerata critica da Amnesty International che ha mandato degli osservatori per verificare eventuali azioni di repressione del diritto a manifestare da parte di Prefettura e Questura. Osservatori che, con nostra sorpresa, sono stati fotografati e filmati dagli agenti della scientifica.

La manifestazione si è svolta in modo nonviolento, molto critici e duri gli interventi al microfono. Presenti alla manifestazione anche esponenti di Unione Popolare.

Il CPR di Torino è stato reso inagibile dalle rivolte di inizio febbraio, segno che gli psicofarmaci somministrati ai detenuti non ottengono gli effetti verosimilmente auspicati. I detenuti sono consci dell’ingiustizia alla quale sono sottoposti: una detenzione senza che sia stato commesso un reato. Ingiustizia alla quale si ribellano.

Ora la Prefettura, con la complicità delle aziende, vuole ricostruire e riaprire il centro: ma noi non staremo a guardare, perché i CPR sono luoghi di tortura e di privazione della libertà e dei diritti. Sono dispositivi di controllo volti a marginalizzare e criminalizzare le persone migranti senza documenti europei. Ci dicono che così rendono sicure le nostre strade, ma la  nostra idea di sicurezza sono strade ripulite dal securatismo. Dalla sorveglianza costante, dalla Polizia che esercita un potere arbitrario, violento e razzista. Il Decreto Cutro, voluto dal Governo di fascistelli della Meloni, non è altro che il proseguimento di politiche razziste portate avanti da tutti i Governi precedenti. Il Decreto vuole aprire un CPR in ogni regione, così come predisposto dell’ex Ministro Minniti ormai sei anni fa. Il nuovo Decreto riduce maggiormente la possibilità di accedere ai documenti, comportando marginalizzazione, sfruttamento lavorativo e ricattabilità. Siamo qui a ribadire che non vogliamo CPR riformati: sappiamo che questi posti sono irriformabili. Devono essere chiusi e aboliti per sempre. Non vogliamo nessun CPR né qui, né altrove” è stato dichiarato nell’intervento di apertura della manifestazione.

Ricordato in un intervento anche Nahel, il diciassettenne ucciso dalla Polizia francese  il 27 giugno scorso.

Tutte le strade laterali al percorso del corteo sono state chiuse mediante agenti in tenuta antisommossa. Il corteo è poi sfilato per corso S. Maurizio per proseguire in Lungo Po Cadorna. C’è stato un intervento in piazza Vittorio che ha creato tensione nelle FFOO, il corteo avrebbe dovuto proseguire alla volta di c.so Vittorio, ma lì per lì è stato deciso di fare un intervento al microfono all’ingresso della piazza. C’è stato il rischio concreto che la cosa fosse letta come una “provocazione” da parte dei manifestanti, rischio che fortunatamente è rientrato: i manifestanti non si sono peraltro avvicinati al cordone degli agenti schierati nella piazza all’altezza di via Bonafous.

In quell’intervento sono state criticate e confutate ripetute dichiarazioni rilasciate dai sindacati di polizia, è stato fatto particolare riferimento a talune dichiarazioni rilasciate dal SIULP , dichiarazioni che anche noi abbiamo avuto occasione di confutare nel merito, alla fine dell’intervento il corteo ha ripreso pacificamente il proprio percorso alla volta del Valentino.