Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha lanciato da New York un appello per un’immediata e radicale azione contro il cambiamento climatico.  Le temperature da record raggiunte in luglio – in Cina si è arrivati a 52 gradi – dimostrano che siamo passati dal riscaldamento a “un’era di ebollizione globale”.

“Per l’intero pianeta, è un disastro. A meno di una mini-era glaciale nei prossimi giorni, luglio 2023 infrangerà i record su tutta la linea. Il cambiamento climatico è qui. È terrificante. Ed è solo l’inizio” ha ammonito.

Il mutamento del clima “per gli scienziati è inequivocabile: gli umani sono responsabili e l’unica sorpresa è la velocità del cambiamento. Le conseguenze sono evidenti e tragiche: bambini travolti dalle piogge monsoniche, famiglie in fuga dalle fiamme, lavoratori svenuti per il caldo torrido. L’aria è irrespirabile, il caldo è insopportabile. E i livelli di profitti dei combustibili fossili e l’inerzia climatica sono inaccettabili” ha denunciato il segretario generale delle Nazioni Unite.

Guterres ha richiamato i governi alle loro responsabilità, ricordando che “i leader devono guidare. Basta esitazioni. Basta scuse. Basta aspettare che gli altri si muovano per primi.”

“Le prove sono ovunque: l’umanità ha scatenato la distruzione” ha ribadito Guterres. “Questo non dovrebbe portare alla disperazione, ma all’azione. Possiamo ancora prevenire il peggio, ma per questo, dobbiamo trasformare un anno di caldo infuocato in un anno di ardente ambizione” ha concluso.

L’appassionato appello di Guterres stride però con una decisione che ha già suscitato le accese critiche degli ambientalisti: la Cop28, che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023, sarà presieduta dal sultano Ahmed Al Jaber, l’amministratore delegato della Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc), dodicesima compagnia petrolifera al mondo.  Un evidente conflitto d’interessi, che rischia di minare la credibilità delle conferenze per il clima indette dall’ONU.