Oggi è il sesto giorno di sciopero della fame per Francesco di Ultima Generazione. Ogni giorno dalle 16 alle 20 si piazza con una sedia di fronte alla sede del Comune di Milano e rimane lì con un cartello in mano e uno ai piedi. Vicino a lui qualche compagna del gruppo che volantina, qualcuna attaccata al telefono segue le relazioni. Francesco sembra molto sereno, tranquillo, determinato.

Risponde con molta cura e gentilezza alle mie domande. Sabato dalle 14 alle 20 chiedono che chiunque possa si affianchi a lui, a loro, con qualcosa di arancione addosso o in mano. Presto qualcun altro si aggiungerà a lui in questo sciopero della fame a staffetta.

Chiedono che al più presto vi sia un decreto legge che impedisca la riapertura di centrali a carbone dismesse e i nuovi progetti di trivellazioni per la ricerca e l’estrazione di gas naturale.

In piazza Scala passa molta gente, non tutti capiscono quello che succede, molti sono turisti. Ma chi prende il volantino ringrazia, guarda stupito. L’immagine di Francesco, lì apparentemente debole, fragile e solo in mezzo alla piazza, colpisce parecchio. E invece da lui, da quel piccolo gruppo, esce una grande forza, che dà proprio l’impressione di poter crescere.

Quando sei entrato in Ultima Generazione?

Nell’aprile scorso quando è stata fatta una presentazione a Pavia dove abito. Da poco più di un mese avevo cominciato a fami domande per quanto riguarda il cambiamento climatico e le questioni ambientali. In precedenza mi era successo di andare più volte sul Ticino: vicino a casa mia vi sono delle rientranze dove l’acqua ristagna e lì prendevo dei campioni di acqua e li studiavo al microscopio, mi piace la biologia. Una delle ultime volte l’acqua non c’era più, la siccità poi ha continuato ad aggravarsi.

Come è nata l’idea dello sciopero della fame?

L’idea è nata nel gruppo di Ultima Generazione, io l’ho abbracciata subito, credo che sia un metodo corretto e adeguato anche alla mia personalità.

La prossima settimana dovresti ricominciare la scuola?

Questo è ancora un interrogativo, vedremo. Fino a che le mie condizioni fisiche lo permettono io continuerei. Il mio fisico sta reagendo come si poteva prevedere: sono molto stanco, ho mal di testa, la glicemia è bassa, ho qualche crampo allo stomaco.

Qualcosa si sta muovendo, in seguito a questa vostra azione?

Si, sia a livello comunale che più ampio abbiamo ottenuto degli incontri pubblici, anche se puntiamo ai segretari di partito e questo deve ancora arrivare. Ma andiamo avanti.

Come hanno reagito a casa tua?

I miei genitori supportano la causa per cui sto portando avanti questo sciopero, anche loro sono preoccupati per il mio, il nostro futuro che ci aspetta. Chiaro che quando è arrivata la notizia del mio sciopero c’è stata una grande preoccupazione, ma è normale e giusto che sia così, tuttavia ne abbiamo parlato tanto insieme. Abbiamo concordato che fosse un dolore, una sofferenza di cui valesse la pena farsi carico.

E gli amici?

Sto ricevendo molto supporto da amici e compagni di classe, qualcuno viene anche da Pavia a trovarmi. Quest’anno inizierò la terza liceo scientifico: come dicevo, mi piacciono molto la biologia, la matematica.

Salutiamo Francesco e le altre, ma torneremo presto. Sabato 10 settembre, dalle 14 alle 20, chi può stia vicino a loro.