Il sole non dimentica un villaggio perché è piccolo. (Proverbio africano)

L’avidità di potere/ricchezza di una piccola minoranza ha devastato la vita del nostro pianeta.

Il 28 luglio 2010, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto il diritto universale all’acqua potabile e ai servizi igienici. Nell’articolo precedente (1), abbiamo visto che l’effettiva mancata realizzazione di questo diritto, che vede ancora esclusi tra i 2 e i 4 miliardi di persone, è dovuta alla deliberata incapacità del nostro sistema economico e politico di realizzarlo. La sostituzione del diritto all’acqua con il principio dell’accesso all’acqua su base equa ed economica ne è una conferma. Abbiamo quindi proposto che sia urgente e indispensabile proclamare il 28 luglio di ogni anno “Giornata del diritto universale all’acqua”, come una sorta di impegno politico e morale per le generazioni future a realizzare rapidamente questo diritto vitale per tutte le persone e tutte le forme di vita.

Il nostro sistema di vita predatorio non ha risparmiato nessuna forma di vita. Da circa un secolo il sistema umano sta conducendo una guerra di distruzione contro la propria casa. Ricordiamo che la parola economia, dal greco oikos nomos, significa “le regole del luogo di vita”, “le regole della casa”. (2) Si pensi alla scomparsa degli insetti impollinatori, alle decine di migliaia di specie vegetali e animali che si perdono ogni anno, alla distruzione di foreste come quelle amazzoniche, allo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, agli ecocidi causati dalle industrie minerarie, tutti fenomeni denunciati e documentati da oltre 50 anni.

Dal 1993 disponiamo di un indice (l’impronta ecologica) che misura l’impatto delle nostre attività economiche sulla natura. (3) Il 28 luglio di quest’anno è stato il “giorno del superamento”, cioè la data dell’anno in cui le nostre società hanno “consumato” l’intero capitale biotico rinnovabile di terra e acqua. Ciò significa che nei restanti cinque mesi dell’anno “consumeremo” le scorte di vita del pianeta. Nel 1993, il giorno del superamento è stato il 23 novembre. Nel 2022 sarà il 28 luglio. (4) Questo è intollerabile. Il 28 luglio 2023 deve diventare il “giorno dell’inversione” della tendenza.

La lotta per l’acqua, in particolare per “Liberare l’acqua dalla borsa”, deve essere estesa con forza alle lotte per la salvaguardia della vita, della natura della Terra. La sua sopravvivenza è oggi il problema principale per l’umanità.

L’approccio di “inversione” deve anche ispirare l’azione di questo autunno contro la decisione della Borsa di New York, presa nel settembre 2021, di trasformare ogni elemento del mondo naturale in attività finanziarie. “Wall Street ha creato una nuova categoria di società quotate in borsa, le Natural Assets Corporations (NACs), con l’intento di arrivare rapidamente alla “cura” e alla gestione del 30% del mondo naturale del pianeta”. (5) È casualmente il 28 luglio 2021 che la Capitals Coalition (6) ha pubblicato il rapporto Natural Capital for Biodiversity Policy (7), sulla base del quale la Borsa di New York, tra gli altri, ha preso la sua decisione. Un motivo in più per fare del 28 luglio – Giornata del diritto universale all’acqua – una forte occasione simbolica per lottare in modo alternativo per la difesa e la promozione universale della vita.

Se la natura è stata ormai ridotta al livello di una merce e la sua gestione privatizzata, con questa decisione sovrana della più importante borsa valori del mondo, la natura ha cambiato la sua….. natura: è diventata un oggetto finanziario! Mai prima d’ora, se non nell’epoca delle conquiste coloniali imperiali, le società autodefinite “sviluppate”, “liberali”, capitaliste occidentali, autodichiarate “democratiche”, hanno proclamato in modo così brutale la loro volontà di escludere l’appropriazione privata dei beni naturali della Terra e delle vite degli esseri umani. Per di più, presumibilmente giustificati dall’obiettivo, specificano, della conservazione della natura (sic) e, peggio ancora, con il sostegno di autorità pubbliche nazionali e internazionali. Si può rimanere amorfi di fronte a un tale banditismo globale?

Non sarà affatto facile. I poteri dominanti hanno acquisito un notevole potere decisionale e di controllo sulla proprietà dei beni naturali e sul loro “sfruttamento”. Si pensi ai brevetti privati sulla vita a scopo di lucro autorizzati dagli Stati Uniti già nel 1990. Oppure la recente creazione della Capitals Coalition (vedi nota 6), una nuova organizzazione che riunisce oltre 400 tra le organizzazioni e le aziende più potenti e influenti del mondo. È irragionevole aspettarsi che i cittadini e i popoli del mondo vincano la loro causa in modo rapido e decisivo. Si pensi alle enormi difficoltà incontrate finora nelle lotte per la difesa dell’Amazzonia e a quelle contro l’introduzione di sostanze chimiche tossiche nell’agricoltura, nell’alimentazione e nell’industria.

La difficoltà maggiore è legata al fatto che da esattamente 50 anni (prima conferenza ONU sull’ambiente a Stoccolma nel 1992; nello stesso anno, la clamorosa pubblicazione su scala globale del primo rapporto del Club di Roma su “Stop alla crescita”) i mondi dell’imprenditoria, della finanza, del commercio e della tecnocrazia si sono sistematicamente e ferocemente opposti a qualsiasi reale cambiamento del sistema, soprattutto i grandi gruppi privati globali degli Stati Uniti.

Utilizzando tutti i mezzi a loro disposizione, sono riusciti a trasformare il significato delle parole e delle priorità. La green economy non è diventata una nuova economia, diversa da quella capitalista basata sui combustibili fossili “neri” ….. Ciò che è rimasto nero viene semplicemente chiamato “verde”. Lo sviluppo sostenibile non è diventato un vero modello alternativo all’economia della crescita insostenibile. Con l’accordo sul rapporto della Commissione Brundtland alle Nazioni Unite, “Il nostro futuro comune”,(8) respinto dal World Business Council for Sustainable Development, ora membro fondatore della Coalizione delle Capitali, lo sviluppo sostenibile è stato ridotto a una condizione necessaria per raggiungere l’obiettivo primario della crescita economica. La rivoluzione ecologica, di cui tanto si parla ogni giorno, è diventata solo “la transizione energetica/ecologica”, per la quale si sono imposte due strategie chiave: la strategia di adattamento alla devastazione in atto (chiamata “cambiamento climatico”: riscaldamento dell’atmosfera, esaurimento delle acque, esaurimento delle terre rare, scomparsa delle foreste, contaminazione degli oceani….) e la strategia di mitigazione delle conseguenze negative della transizione. In altre parole, nessun cambiamento di sistema, nessun cambio di paradigma, ma adattamento alle crisi, ai disastri e mitigazione delle loro conseguenze da parte dei più forti, dei più “resilienti”. (9)

Gli ultimi 50 anni sono stati un mezzo secolo di bugie, ipocrisie, mistificazioni, cinismo, pirateria e violento sperpero di vita nel nostro rapporto con la natura (e anche nel nostro rapporto con gli altri). Anche i dominanti lo sanno. Ma non vogliono cambiare il sistema.

Di fronte a questo stato di cose, è un’illusione pensare che i dominanti faranno i cambiamenti necessari per “salvare il pianeta” nell’interesse di tutti gli abitanti della Terra. I dominanti prenderanno solo le misure che salvaguarderanno il loro potere e la loro ricchezza. Ad esempio, la creazione delle NAC, il rafforzamento della loro proprietà e del loro controllo sulla natura attraverso l’intensificazione della digitalizzazione/artificializzazione di tutte le attività umane. Spetta ai cittadini e ai popoli fare e imporre i cambiamenti, come si può vedere in diversi Paesi dell’America Latina.

In questa prospettiva, tra le lotte necessarie e urgenti ci sono soprattutto

a) La riaffermazione della priorità per le società umane di salvare e promuovere i beni comuni pubblici globali (l’universalità di beni e servizi essenziali per la vita, non commerciabili e non privatizzabili). A tal fine, è necessario iniziare con l’abolizione dei brevetti privati sulla vita e sull’intelligenza artificiale. Il valore della vita (acqua, semi, vita, aria, salute, casa, conoscenza, sicurezza, educazione…) non è il suo prezzo!

b) Diverse misure sono importanti e urgenti: tra le altre, la creazione a tutti i livelli dell’organizzazione umana, da quello locale a quello globale, di consigli cittadini per la sicurezza (sicurezza ecologica, sicurezza idrica, sicurezza territoriale, sicurezza sanitaria….). L’attuale instabilità e insicurezza di beni e servizi essenziali promossa dal sistema deve essere contrastata.

c) Il riconoscimento della personalità giuridica dei fiumi, dei laghi e delle zone umide del mondo, nonché di molti ecosistemi come le foreste, i mari e gli oceani. Il riconoscimento giuridico dei diritti della natura è una forte espressione simbolica e concreta del valore della vita “naturale”. Questo concetto è stato espresso dal popolo Maori (Nuova Zelanda) quando ha difeso la personalità giuridica del fiume Whanganui dicendo “il fiume è noi”. (10) Lo stesso vale per il popolo costaricano, che è stato il primo al mondo a introdurre i diritti della natura nella sua Costituzione. Cosa aspettano gli europei a far approvare la personalità giuridica della Loira, dopo i sondaggi popolari organizzati a questo proposito e il sostegno della popolazione del Pays de la Loire? Che dire della tanto attesa e indispensabile “rivoluzione dell’acqua” in Medio Oriente, che dipende dalla “rivoluzione della pace” che avrà luogo quando i più potenti abbandoneranno l’odio, sotto la pressione dei loro popoli, e praticheranno la cultura del rispetto per gli altri? (11) Gli amici del Quebec fanno passi avanti sulla sicurezza del fiume San Lorenzo (12)

d) Mettere al bando la finanza speculativa e criminale: paradisi fiscali, evasione fiscale, mercati dei derivati. Attualmente l’evasione fiscale mondiale ammonta a 685 miliardi di dollari, sfuggendo alla giustizia fiscale e alla diretta responsabilità individuale e collettiva di persone, aziende e istituzioni statali. I paradisi fiscali e l’evasione fiscale sono la prova più evidente della deliberata riluttanza dei dominanti a risolvere i problemi che hanno creato. Perché restano impuniti?

Riccardo Petrella

Note

(1) cfr. https://www.pressenza.com/it/2022/08/28-luglio-una-nuova-data-simbolica-per-la-giustizia-la-pace-e-il-potere-dei-popoli/

(2) Ho trattato questo aspetto in una sezione di Au nom de l’Humanité, Couleur Livres, Mons, 2015.

(3) Si veda la definizione di impronta ecologica in https://www.footprintnetwork.org/our-work/ecological-footprint/.

(4) https://www.overshootday.org/

(5) The Capitals Coalition (https://capitalscoalition.org/the-coalition/): “La nostra ambizione è che entro il 2030 la maggior parte delle imprese, delle istituzioni finanziarie e dei governi includa il valore del capitale naturale, del capitale sociale e del capitale umano nel proprio processo decisionale e che questo porti a un mondo più equo, giusto e sostenibile”. Sulle Natural Assets Corporations si veda ciò che dice la stessa Borsa di New York https://www.nyse.com/introducing-natural-asset-companies,

6) La Coalizione delle Capitali è stata creata nel gennaio 2021, con la firma di un Protocollo della Coalizione delle Capitali i cui principali promotori sono la Banca Europea per gli Investimenti, la FAO, Kering, la Banca Mondiale, Unilever, l’Ufficio di Statistica Nazionale, l’UNEP, il WWF, il World Business Council for Sustainable Development e Olam. Riunisce già più di 400 organizzazioni e aziende, in particolare del mondo anglosassone e del “Nord” del mondo, sia private che pubbliche. Tra queste figurano Coca-Cola, Nestlé, Unilever, Total, Novartis, aziende produttrici di alluminio, cemento e carbone, le principali organizzazioni per la conservazione della natura come IUCN, WWF, World Resources Institute, The Nature Conservancy……, una forte presenza dei principali gruppi mondiali di consulenza, gestione e servizi alle imprese come Deloitte e KPMG…. (7) ….:~:text: “Dare un valore monetario a tutto il capitale è l’obiettivo primario e mira ad essere un pioniere globale della cooperazione tra tutte le parti interessate nel campo della finanziarizzazione della natura”.

(7) https://capitalscoalition.org/publication/natural-capital-for-biodiversity-policy-what-why-and-how/#:~:text=Con%20l’adozione%20e%20la%20promozione%20delle%20imprese%2C%20finanza%20e%20governo.

(8) Cfr. Il nostro futuro comune (Rapporto Brundtland), 1987

(9) Sulla strategia di resilienza, si veda Riccardo Petrella, https://www.meer.com/fr/60605-la-strategie-de-la-resilience, 5 febbraio 2020 e https://www.meer.com/fr/61408-eau-et-resilience , 5 marzo 2020.

(10) Vedere https://blogs.alternatives-economiques.fr/abherve/2019/10/27/le-whanganui-fleuve-sacre-des-maoris-etre-vivant-unique-a-un-statut-juridique

(11) Speriamo di poter contribuire con analisi e proposte utili nell’ambito del progetto Agorà degli Abitanti della Terra, “Per una convenzione dei cittadini sui diritti nel Mediterraneo”, attualmente in corso.

(12) Cfr. Grazie alla proposta di legge del deputato del Quebec Alexandre Boulerice, la questione della personalità giuridica da attribuire al fiume San Lorenzo è stata discussa all’ONU. Cfr. apresse.ca/actualites/politique/2022-04-22/le-saint-laurent-a-l-onu.php