Cominciai per scherzo, al lavoro, anni fa, a sottolineare a me stesso e ai miei colleghi come spesso nelle nostre espressioni verbali, oltre ai toni arroganti, sferzanti e canzonatori, intervengano intercalari volgari: le parolacce.

Quindi cominciai a riprendermi, e a riprendere, tutte le volte che qualcuno intercalava in modo volgare, facendo battute scherzose e cercando un’espressione più gentile per sostituire la parolaccia.

Cominciai così, sempre in tono scherzoso, ma non troppo, ad affermare con decisione che iniziavo la campagna per ingentilire il linguaggio: se parli gentilmente, pensi gentilmente.

Una campagna personale, che partiva innanzitutto da me stesso: esercizio di controllo, attenzione alle mie espressioni verbali e a quelle dei colleghi, degli amici e così via.

Il linguaggio è importante: esprimersi con gentilezza e rispetto produce subito nell’interlocutore un ascolto attento, aperto, libero dal pensiero difensivo o competitivo, insomma crea il clima per un dialogo vero. Usare un tono determinato, ma non aggressivo, per promuovere e non per colpire permette di dialogare con chiunque in modo costruttivo e di creare ponti di comunicazione invece che muri di incomprensione.

Certo non è facile: ingentilire pensiero e linguaggio richiede un grande lavoro di riflessione, di attenzione, di meditazione, ma pian piano col tempo diventa automatico e l’effetto è sorprendente.

Guardiamo invece com’è oggi la comunicazione: urlata, aggressiva, offensiva e spesso falsa, punta a sopraffare e a diffondere visioni sociali divisive, intolleranti, di chiusura.

Sarebbe interessante che tutto questo discorso sul linguaggio diventasse materia educativa e si potesse strutturare in un vero progetto per scuole e università.

Io non sento di avere particolari competenze al riguardo, ma intanto butto lì l’idea, sperando che possa essere d’ispirazione a persone più esperte di me in materia di educazione scolastica.

Si potrebbe partire facendo ricerche per strutturare dei temi in lezioni didattiche. Per esempio:

IL LINGUAGGIO: cos’è, a cosa serve, come è nato. Come, nominando e descrivendo la realtà a cui si lega, il pensiero disegna il mondo.

LE PAROLE: l’importanza descrittiva delle parole, i pensieri, le sensazioni e i sentimenti che generano. L’importanza delle parole nella comunicazione.

IL LINGUAGGIO SCRITTO: come comporre un testo ottenendo esattamente il tono e il significato che vogliamo esprimere, due elementi che nei messaggi e sui social vengono spesso fraintesi.

IL LINGUAGGIO PARLATO: la voce, il suono, i suoni, le tonalità. Come l’uso della voce, nella pronuncia delle parole scelte, influenza il pensiero di chi parla e di chi ascolta.

CONSEGUENZE SOCIALI: parole e toni di voce violenti hanno conseguenze sul pensiero e sul costume culturale.

CONSEGUENZE DEL LINGUAGGIO INGENTILITO: assenza di parolacce, tono di voce attento all’armonia, determinato, ma mai urlante e rabbioso… Tutto questo può portare a una vera comunicazione, cioè a un deciso confronto e a un aperto ascolto, con conseguenze importanti sul costume culturale e sociale.

Si potrebbe cominciare da qui, no?