La Moldova è Il paese più povero dell’Europa e dall’inizio della guerra in Ucraina sta affrontando una grandissima crisi umanitaria, accogliendo il maggior numero di persone in fuga: su una popolazione di neanche 2 milioni di abitanti, sono oltre 400.000 le persone arrivate finora. Tra queste, molte sono di origine rom, perché negli altri Paesi non sono state accolte e proprio come troppo spesso accade in Italia, altrove non sono gradite.

In Ucraina le persone rom vivono spesso in condizioni di estrema marginalità e molte di loro pur avendo la cittadinanza non hanno documenti. La Moldova è l’unico Paese che le ha lasciate entrare e ora sono praticamente bloccate tra i suoi confini.

Con lo scoppio della guerra in Ucraina e a conoscenza delle forti discriminazioni che le persone rom subiscono, come Naga ci siamo subito interrogati sul modo migliore di intervenire per opporci a questa situazione intollerabile. La risposta è stata quella di ampliare il raggio di azione delle unità di strada che già a Milano portano cure, assistenza e aiuto alle persone invisibili della città. E’ nata così l’idea di organizzare una carovana di aiuti di prima necessità in collaborazione con il Roma National Center for Moldova di Chișinău, che si occupa in particolare di dare supporto ai rifugiati di origine rom che hanno lasciato l’Ucraina per sfuggire alla guerra.

Durante un continuo scambio di mail e telefonate abbiamo deciso che cosa portare: soprattutto  farmaci e materiale medico, ma anche prodotti igienici, carrozzelle, cibo conservabile, omogeneizzati, latte, vestiti. Due mesi di preparazione, recupero dei materiali, stoccaggio e rendicontazione.

L’8 giugno, sei persone, due autisti e un pullman intraprendono un viaggio attraverso le autostrade slovene e ungheresi, lungo le strade rumene districandosi fra i Carpazi ed oltre, fino alla meta, Chisinau.

Sogno e realtà sono due stanze distinte che aspiriamo ad abitare nello stesso identico tempo, ma come spesso accade, questa rimane un’utopia. Questioni burocratiche da sbrogliare per la donazione dei beni, decisioni difficili da prendere, i vincoli di rientro in Italia e così rimane poco tempo per conoscersi, guardarsi negli occhi, parlare. All’imbrunire del 10 giugno, vengono scaricati gli scatoloni contenenti i materiali e finalmente consegnati a Nicolae, referente della Roma National Center for Moldova. Alla fine a Chișinău la carovana rimane soltanto per 13 ore, incluso il tempo necessario per spostarsi, mangiare, dormire, prepararsi e fare la spesa per il lungo viaggio di ritorno.

Il mattino dopo alla frontiera con la Romania, vengono recuperati i farmaci che per questioni burocratiche non erano potuti passare in Moldova, stivati in un ufficio dismesso presso la dogana il giorno precedente.

Poco dopo la frontiera, la carovana si ferma all’Infopoint della Croce Rossa che si trova lungo la strada. Ad attendere c’è Alexandru dell’associazione Mișcarea pentru Dezvoltarea Moldovei,  alla quale si è scelto di affidare i farmaci che raggiungeranno l’ospedale di Černivci in Ucraina. Il tempo di un abbraccio che racchiude tutto il valore dell’esserci stati, emozioni senza parole. Il ritorno è un nastro che si avvolge, Carpazi, Ungheria, Slovenia, lungo confini innaturali, sognando la libera circolazione dei corpi avvolti da una sola e unica bandiera, quella dell’essere umano.

Il viaggio finisce alle 23 del 12 giugno alla stazione di Milano Lambrate, ma prosegue nelle idee e nelle attività del Naga fino a che sogno e realtà non si confonderanno in un unico abbraccio.

Foto di Andrea Mancuso