Lorenzo Guerini, fedelissimo ministro della Difesa del muscolare governo Draghi, solo due giorni fa invocava la necessità assoluta di una maggior spesa per le armi:
“L’Italia deve aumentare la sua spesa militare”

Così diceva.

Salvo poi andare a verificare dati alla mano, che, attualmente l’Italia, fra i paesi Nato, è uno dei maggiori investitori in armamenti, e che la spesa militare Nato supera di ben 18 volte quella russa.

Il ministro Guerini in una speciale classifica vince a man bassa il premio “miglior piazzista d’armi italiano del secolo”, battendo in questa gara i precedenti ministri della difesa di tutti governi che si sono succeduti nella nostra Repubblica.
Guerini stravince persino sulla compagna di partito (PD) ed ex Ministra della Difesa Roberta Pinotti, che così tanto si era adoperata per la guerra e per le armi, come ministro della Difesa nel 2017 con il governo Renzi-Gentiloni.

L’attuale ministro della Difesa straccia ogni record storico con ben 31 richieste presentate per un valore complessivo finanziato di oltre 15 miliardi di euro, e in proiezione un onere complessivo di oltre 30 miliardi di euro.

Non c’è che dire, un bel vanto.

Inutile domandarsi poi perché non ci siano mai soldi per scuola, salute, casa, sicurezza del lavoro.

A rendere noto i dati è l’Osservatorio Milex sulle Spese Militari Italiane.

Nel corso del 2021 il ministro della Difesa del governo Draghi, Lorenzo Guerini, ha sottoposto all’approvazione del Parlamento un numero senza precedenti di programmi di riarmo. Diciotto in tutto, di cui ben tredici di nuovo avvio, per un valore già approvato di oltre 15 miliardi di euro e un onere complessivo previsto di oltre 30 miliardi.

“Stiamo già assistendo negli ultimi anni a una crescita della spesa militare italiana. Per il 2022 saremo a oltre 8 miliardi, fino a tre anni fa eravamo a meno di 5 miliardi e mezzo”.
Riferisce il rapporto MILEX.

Il buon ministro (passatemi il termine antico) della Guerra in forza al governo di Draghi, zitto zitto, in questi ultimi mesi ha dato il via libera a una miriade di programmi di riarmo, quasi tutti trasmessi alle Camere a tambur battente nell’arco di otto settimane tra fine settembre e metà novembre, più due trasmessi ad agosto, le commissioni parlamentari competenti, Bilancio e Difesa, solo questa settimana hanno autorizzato spese in armi per quasi 300 milioni, e oltre 400 milioni in previsione di approvazione entro il mese corrente.

“I pareri tutti favorevoli – osserva Milex – sono stati espressi sempre all’unanimità in Parlamento”.

Ecco i numeri forniti dal rapporto Milex:
All’Aeronautica Militare programmi di armamenti per quasi 7 miliardi di euro complessivi.
Vediamo in dettaglio:

-I programmi riferiti all’Aeronautica sono stati 10 per un controvalore di 6,8 miliardi di euro (onere complessivo previsto 12,5 miliardi) con il progetto dell’EuroDrone MALE (1,9 miliardi) e della ricerca e sviluppo per il cacciabombardiere Tempest (2 miliardi) a prendersi la maggior parte delle risorse e poi ancora, nuovo sistema di difesa aerea NATO al nuovo centro radar spaziale di Poggio Renatico, nuovi aerei da guerra elettronica Gulfstreamalle, nuove aerocisterne per il rifornimento in volo KC-46.

-La Marina Militare si è vista assegnare 9 programmi dal costo totale di 3,9 miliardi di euro (onere complessivo previsto 5,5 miliardi) in particolare per i due nuove cacciatorpediniere (2,35 miliardi) e i radar missilistici per le fregate Orizzonte (500 milioni).

-All’Esercito sono destinati 5 programmi per circa 1,4 miliardi di euro di costo (ma con proiezione di onere complessivo per ben 8,2 miliardi) in particolare per l’avamposto di comando (500 milioni) e per i blindati Lince 2 (385 milioni) e Orso 2 (348 milioni). I progetti Interforze sono 4 con ben 3 miliardi di euro di controvalore (3,7 miliardi di onere complessivo) soprattutto per le batterie missilistiche anti-aeree da 2,3 miliardi, nuovi droni kamikaze per le forze speciali e soprattutto le nuove batterie missilistiche antiaeree basate sui missili Aster.

-Ai Carabinieri destinati 2 programmi di armamento da 323 milioni di euro complessivi (638 milioni in proiezione) e un piccolo programma da 46 milioni per i gommoni armati da sbarco è ascritto congiuntamente ad Esercito e Marina.

Questo in sintesi il succo del rapporto Milex.

Ma Guerini pare non essere ancora contento, ma si sa l’appetito viene mangiando, in fondo si sa, la guerra paga sempre bene.
E poi adesso quale migliore occasione di testare questi nuovi, fiammanti, sofisticati armamenti, la guerra ad Est chiama, Guerini e Draghi rispondono a voce alta in coro: “Signorsí! Presenti!”   Si tacciano le diplomazie, si ripudi l’art 11 e tutta la Costituzione, si inviino le truppe, si facciano parlare armi e propaganda, che muoiano pensieri e cervelli ancora prima dei corpi al fronte.