Non credo nelle coincidenze o nelle ricorrenze storiche, ma quel numero “2” che sta nelle date mi suggerisce una scaramanzia: forse potrebbe essere d’incoraggiamento e ispirare possibili vie di soluzione positiva della crisi attuale.

Comunque, quanto alla cabala, sulla quale non so nulla, leggo nel primo link che mi si apre, “Il significato numero 2 è legato alla gioia, all’equilibrio e alla pace e desiderio di amore, salute, armonia e felicità“.

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Sulla Crisi dei Missili a Cuba dell’ottobre 1962 ho già scritto dettagliatamente (https://www.pressenza.com/it/2022/01/crisi-dei-missili-a-cuba-e-in-ucraina-paralleli-da-approfondire/), mi interessa qui un aspetto. Come ho ricordato, l’origine della crisi non fu come di solito si dice l’introduzione in segreto da parte di Mosca di missili a testata nucleare a Cuba, perché questa fu una risposta alla mossa, segreta, chiaramente aggressiva nei confronti dell’URSS operata nel 1959 da Washington con lo schieramento dei missili Jupiter in Turchia e in Puglia. E ho insistito sul fatto che la versione ufficiale della conclusione della crisi insiste solo sulla retromarcia dell’URSS mentre tace sul fatto che l’accordo prevedeva anche il ritiro dei missili statunitensi dall’Europa, che di fatto avvenne un paio di anni dopo, senza clamore, per nascondere il legame con la crisi di Cuba. Insomma, si potrebbe concludere che la soluzione definitiva della crisi fu una deescalation nucleare generale che allontanò una minaccia globale (il rischio di una guerra nucleare fu molto concreto, anche se lo si seppe solo dopo molti anni: https://www.pressenza.com/it/2018/10/il-27-ottobre-1962-vassili-arkhipov-salvo-il-mondo-dallolocausto-nucleare-21-anni-prima-di-stanislav-petrov/). E in subordine, ma tutt’altro che marginale, Mosca ottenne la garanzia che Washington non avrebbe mai più tentato di invadere Cuba.

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Quanto al decennio (1977-1987) centrato esattamente attorno al 1982, senza entrare in dettagli, la mossa che aveva innescato la crisi fu la decisione da parte dell’URSS nel 1977 di sostituire i missili con testata nucleare schierati in Europa con più efficienti SS-20, che avevano caratteristiche nuove tali da alterare l’equilibrio strategico. La risposta da parte della NATO nel 1979 fu la decisione di schierare nuovi missili nucleari in cinque paesi europei, fra cui in Italia missili Cruise (da crociera) e in Germania missili Pershing-2. La crisi che scoppiò pose il rischio reale di una guerra nucleare. Ci fu una reazione massiccia da parte dei movimenti pacifisti in tutta Europa (a Roma ricordo almeno due manifestazioni oceaniche) che – molto importante – aveva come richiesta prioritaria il disarmo nucleare. La pressione fu fortissima e – non certo per solo merito dei movimento pacifista – la crisi si risolse realmente nel 1987 con il primo accordo di riduzione degli armamenti nucleari, il Trattato INF (Intermediate Nuclear Forces) firmato da Reagan e Gorbachev di eliminazione dei missili a corto e medio raggio. Fu il primo trattato di riduzione degli armamenti nucleari.

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Oggi si paventa, giustamente, il rischio che la crisi ucraina possa innescare un conflitto nucleare. In Europa sono presenti gli arsenali nucleari della Francia e della Gran Bretagna, ma per quanto riguarda la NATO, grazie al nuclear sharing (condivisione nucleare), vi sono più di 100 testate termonucleari a caduta schierate in Turchia, Italia (Aviano e Ghedi Torre), Germania e Olanda e operate dagli aerei delle aviazioni nazionali. Al momento attuale l’evoluzione della crisi ucraina – che sarebbe più appropriato chiamare crisi USA-NATO-Russia – non è predicibile, ma aleggia la minaccia che qualora malauguratamente dovesse sfociare in un conflitto armato si potesse superare la fatidica soglia nucleare: deve essere chiaro che attualmente l’ossessione di affidare il controllo degli armamenti alle macchine per evitare l'”errore” umano, in realtà moltiplica in modo incontrollabile il rischio di una guerra per errore (come ho discusso in: https://www.pressenza.com/it/2021/07/digitalizzazione-spazio-informatico-quante-le-delizie-e-quante-le-croci-e-i-rischi/). I pacifisti che si impegnano contro i pericoli di una guerra in Ucraina e per un nuovo concetto della sicurezza europea che non sia più basato sulle armi e gli eserciti ma sulla coesistenza e la cooperazione pacifica devono a mio parere mettere in cima ai loro obiettivi il ritiro delle testate statunitensi in Europa: questo è il momento storico, e le conclusioni delle precedenti crisi del 1962 e del 1982 (anno centrale fra 1977 e 1987) deve essere un auspicio incoraggiante!

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Leggo ancora in internet il significato del numero 22: …ha una correlazione con la pace e l’armonia… è legato alla capacità di vedere un obiettivo, di raggiungerlo e alla forza per riuscire a portarlo a termine.

Non mi sarei mai sognato di ricorrere alla cabala, sarà la vecchiaia, me spero che possa essere di buon auspicio, di stimolo e ispirazione.