Il Cile volta pagina ed elegge un candidato di sinistra, ecologista, ex leader del movimento dei Pinguini, gli studenti cileni che nel 2014 avevano duramente lottato per una scuola pubblica, gratuita e di buona qualità.

Secondo la tendenza consolidata, con già il 30% dei voti scrutinati Gabriel Boric, 35 anni, batte il candidato di estrema destra José Antonio Kast con il 54% dei voti; l’astensione, molto forte nel primo turno, si è sensibilmente ridotta e molta gente è tornata alle urne, favorendo l’elezione del più giovane presidente del Cile e uno dei più giovani presidenti della storia mondiale.

Gabriel Boric guida una coalizione di sinistra “Apruebo Dignitad” che prosegue l’opera del Frente Amplio nella definizione di una forza sociale e politica progressista, ecologista, per la parità di genere, attenta ai diritti dei popoli originari (in Cile in questo momento la zona sud popolata dai mapuches è sotto uno stato di eccezione poliziesca, una evidente violazione dei diritti umani). Quella forza che ha voluto fortemente la Costituzione che andrà a scrivere la nuova Assemblea Costituente.

Gabriel Boric ha più volte ricordato che uno dei suoi modelli è Laura Rodriguez, la prima deputata umanista del pianeta scomparsa nel 1992 e conta sull’appoggio di Accion Humanista (che fa parte della coalizione) e, al secondo turno, del Partido Humanista.