Dal 12 al 28 novembre si svolge a Brescia la quarta edizione del Festival della Pace, organizzato dal Comune e Provincia di Brescia, in collaborazione con Fondazione Brescia Musei e Amnesty International, con l’alto patrocinio del Parlamento Europeo.

“Un’iniziativa che torna dopo due anni che ha portato la città di Brescia sotto i riflettori internazionali affrontando diversi temi attraverso le tante dimensioni dell’arte” così sottolinea Roberto Cammarata, Presidente del Consiglio Comunale.

Un evento diffuso con dibatti, incontri, spettacoli teatrali e musicali, letteratura ma anche riflessioni e politica, con particolare riferimento al tema del riconoscimento e del dialogo tra le identità come pratica necessaria alla costruzione della pace. Tanti i temi toccati: il disarmo nucleare con il sostegno alla campagna per l’adesione dell’Italia al Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari, il rapporto tra libertà di espressione e la pace, tra la salvaguardia dell’ambiente e la pace, tra la tutela dei diritti umani e la pace.

L’avvio della manifestazione è stata l’inaugurazione il 12/11 al Museo Santa Giulia della mostra “La Cina non é vicina. Badiucao-opere di un artista dissidente”, poco gradita all’ambasciata cinese che aveva chiesto l’annullamento.

Nel pomeriggio di venerdì si è tenuta la cerimonia inaugurale con la partecipazione di Emilio Del Bono (sindaco di Brescia), Marina Sereni (la vice ministra degli Affari Esteri) e di Samuele Alghisi (presidente della provincia di Brescia). Durante l’evento si è tenuto un dibattito sul tema “Il ruolo dell’Italia nella costruzione della pace nel mondo. Il movimento per la proibizione delle armi nucleari e il Trattato delle Nazioni Unite”. Tra i relatori, Lisa Clark (coordinamento Disarmo Nucleare, Rete Italiana Pace e Disarmo), Daniel Hogsta (campagna ICAN, premio Nobel per la Pace 2017), Alessia Trama (Senzatomica). Ci sono stati i saluti da parte di Isumi Nakamitsu (Alto rappresentante ONU per il disarmo) e di Setsuko Thurlow (attivista, che ha fortemente contribuito in tutte le sue fasi alla campagna ICAN. A lei è stato recentemente per la costante presenza dedicato una rosa da parte dell’ibridatore spagnolo Ferrer).

Durante l’inaugurazione è stata allestita un’installazione arborea di Hibakujumoku, sopravvissuti all’attacco atomico di Nagasaki, a cura dell’associazione Brescia-Nagasaki Kaki Tree Project for Europe. Abbiamo chiesto Francesco Foletti, il presidente dall’associazione il significato di quest’opera naturale. “L’installazione arborea ha due motivi: il primo è quello di essere proprio “VIVI” con gli alberelli di seconda generazione, come la Pace che deve essere sempre “VIVA”. Il secondo è quello dell’essere in “dissenso” alla logica delle armi non solo nucleari. Questi alberi “resistenti” testimoniano proprio questo. Anche il dissenso testimoniato molto bene dall’artista Badiucao che con le sue opere testimoniano come anche davanti a grossi eventi di censura da parte di stati nazionali, quello che conta è sempre mantenere fede alle proprie idee nonviolente”.

Novità del Festival della Pace, edizione 2021, il premio “Brescia per la Pace” che viene assegnato a Patrick Zaki e consegnato simbolicamente ad Amnesty International per la intensa campagna e pressione nazionale e internazionale che ha messo in atto per la sua liberazione.

Tra i tanti appuntamenti ricordiamo il 19/11 le visite guidate alle due ex basi Nato Scatter di Cavriana (MN) e Castiglione delle Stiviere. Durante la Guerra fredda sono state costruite diverse basi Nato sia in Italia che in altri paesi europei, modificando irreversibilmente grandi porzioni di territorio che oggi potrebbero essere riutilizzate per far conoscere una storia recente e complessa.

Il programma completo lo si può trovare sul sito www.festivaldellapace.it