Secondo Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, “l’Afghanistan smetterà di coltivare oppio”.

Ma, poiché nel 2021 l’oppio afghano rifornisce l’83% del mercato mondiale e nel solo 2020 ha generato circa 1,6 miliardi di dollari, mi sembra difficile che i talebani ci rinuncino.

Quindi, la dichiarazione serve ad altro. Mi vengono in mente tre ragioni:

a) ricattare le nazioni colpite dalla sostanza, aggiungendo ai loro profitti da oppio ed eroina nuovi finanziamenti esterni arrivati come “contributo alla coltivazione di riso”.

b) presentarsi meglio sulla scena internazionale. Garantiscono pure il rispetto dei diritti delle donne e delle minoranze etniche “nel contesto dell’Islam”. Infatti, il 20 ottobre 2021 è stata decapitata una pallavolista perché giocava senza coprirsi la testa.

c) spingere i prezzi dell’oppio sui mercati mondiali spaventati da una eventuale scarsità. Comunque, la presa del potere da parte dei talebani ne ha già aumentato il prezzo.

5.400 anni fa i sumeri scoprirono Hul Gil, “la pianta del piacere”, bruciandone i semi. Secoli dopo, il frutto del papavero era utilizzato nella medicina naturale e col suo nuovo nome greco, Theriac (antidoto), viaggiava in tutta l’Asia seguendo la Rotta della Seta.

All’epoca, gli effetti sulla mente umana erano già noti.

Ad esempio, il guerrigliero iraniano del XI secolo Hasan Sabbah, “il vecchio di Alamut”, aveva messo in crisi califfi, emiri, sceicchi e sultani adoperando migliaia di addetti “suicidi” previamente drogati.

Il crimine fa semprescuola. Negli Anni ’50 del XX secolo, il “Progetto Bluebird” per “migliorare i metodi d’interrogatorio della CIA”, adoperava sostanze chimiche, soprattutto l’LSD, per meglio manipolare le sue prede.

La Compagnia Britannica delle Indie Orientali trasformava l’oppio – nel XVII secolo – in un prodotto consumato massicciamente che contaminava tutto l’Oriente, anzitutto la Cina.

In aiuto dei trafficanti, arrivavano velocemente gli scienziati.

Nel 1680 il medico britannico Thomas Sydenham riusciva a fabbricarne pastiglie analgesiche.

Nel 1803 se ne estraeva la morfina. La “medicina di Dio”, era ribattezzata rapidamente in “eroina”. E una catena di lindi laboratori ne iniziava la produzione.

La CIA e la narcopolitica

Gli Stati Uniti entravano nell’affare droga a livello mondiale solo durante la Seconda Guerra ma diventavano presto il primo Stato ad impiegare sistematicamente l’oppio a scopi politici.

A Nuova York e a Chicago si stringevano accordi con le mafie cinese e italiana (che si dedicavano al narcotraffico e all’industria della prostituzione in seguito al proibizionismo). Tramite loro, si accordavano con la mafia corsa a Marsiglia. Tutti potevano importare eroina negli USA a condizione di contribuire a fermare le sinistre in Italia, Francia e Cina.

Nel sudest asiatico si utilizzava la struttura del traffico di oppio creata dal colonialismo francese in Indocina.

Unificando le mafie del Laos, della Thailandia e della Birmania, si formava il Triangolo d’Oro per distruggere il neonato Stato socialista cinese.

Il Triangolo d’oro arriverà a produrre il 70% dell’oppio e della eroina, esportati dalla CIA negli Stati Uniti tramite i voli charter di Air America.

Alla crociata si sommava la delinquenza giapponese, la Yakuza. In cambio, “gli intoccabili” ricevevano una mano nel traffico di metanfetamina.

Il Triangolo dorato sarà successivamente smantellato dai programmi di agricoltura alternativa imposti dal governo cinese.

I 30.000 soldati statunitensi che torneranno anni dopo dal Vietnam, vivi ma drogati, indurranno una catastrofe sanitaria che costringerà Richard Nixon a creare (1973) un organismo specificamente organizzato per controllare le droghe (DEA).

Negli Anni ’80, il direttore della CIA e futuro presidente statunitense, George Bush padre, pagava l’agente Manuel Noriega, noto narcotrafficante panamense, con denaro proveniente dalla cocaina colombiana per i servizi nella lotta contro il Nicaragua sandinista.

Ma, sospettato di voler raccontare questa storia, Noriega era sequestrato e rinchiuso in un carcere di Miami per 17 anni.

En passant, i bravi ragazzi bombardavano Città di Panama.

Nell’Asia Centrale sorgeva la Mezzaluna Dorata dell’oppio formata da Afghanistan, Pakistan e Iran.

I profitti finanziavano gli islamisti, tra cui l’esercito jiahiddista noto come Al Qaeda ed i Mujahiddin come “i leoni del Panshir”.

Il cartello CIA-Talebani

Sulla santa alleanza USA-Mujahiddin l’ex direttore delle operazioni della CIA, Charles Cogan, ha dichiarato: “Non credo dobbiamo scusarci per questo (…) E’ vero che ci furono conseguenze legate alla diffusione delle droghe. Ma l’obiettivo principale è stato raggiunto: I sovietici hanno abbandonato l’Afghanistan” (in “Afganistán es el país del mundo más contaminado por radioactividad”, grupotortuga.com, 3 settembre 2005).

Tra il 1986 e il 1992, la CIA e l’MI6 britannico addestravano come terroristi circa 100.000 uomini in Pakistan e negli Stati Uniti. Successivamente li spedivano in Afghanistan dove era nato un governo diretto da una frazione del partito comunista. I proventi dei papaveri diventavano granate e bombe, ma anche veleno per inquinare l’acqua delle scuole per bambine.

Rambo si esibiva in lotte pazzesche insieme ai “combattenti per la libertà”.

Meno cinematograficamente, la CIA trasformava i capi tribali in baroni narcotrafficanti e in signori della guerra creando una rete di laboratori di eroina lungo tutto il confine afghano-pakistano che, già nel 1984, riforniva il 60% del mercato statunitense e l’80% di quello europeo.

I lavoratori servivano anche a diminuire il volume da trasportare: da una tonnellata di oppio crudo si ottengono 100 chili di eroina pura. Ed i camion che trasportavano armi della CIA a Helmand, la provincia con la maggiore produzione di oppio al mondo (42% della produzione totale mondiale), ritornavano in Pakistan carichi di oppio sotto l’amorevole protezione dei militari pakistani.

Nel Pakistan, non si conosceva ancora la eroina. Un anno dopo, nel 1985, ci saranno 1,3 milioni di consumatori.

Tutto procedeva nel migliore del modi fino al 2000, quando una brutale carestia provocata dalla siccità costringeva i talebani a vietare la coltivazione del papavero per ricevere aiuti internazionali.

Questa decisione, che ha diminuito del 94% la produzione, provocava gravi tensioni sul mercato mondiale della droga. E’ uno dei motivi principali dell’occupazione diretta del Paese nel 2001.

Infatti, l’invasione non solo ristabiliva il commercio dell’oppio ma lo espandeva.

Negli USA, altri 3,8 milioni di persone diventavano eroinomani.

L’anno dopo, il 2002, in un Afghanistan co-governato dalla NATO e dai Talebani la superficie coperta dal papavero aumentava di 20 volte.

L’agricoltura afghana diventava una monocoltivazione su scala industriale, a piena luce del sole.

E, come avviene per la coca, solo degli sprovveduti e/o dei propagandisti possono sostenere che questo affare di miliardi sia organizzato a livello planetario da un gruppo di scalmanati.

Alcune fotografie hanno ritrattato soldati statunitensi controllando la produzione.

Secondo l’ONU, nel 2007 l’Afghanistan, controllato da 300.000 soldati della NATO e da migliaia di “contrattisti”, aveva più coltivazioni di droga della Colombia, la Bolivia ed il Perù messe assieme.

Ci lavoravano milioni di afghani, tra cui molti bambini, in genere tossicodipendenti da oppio.

A Kabul, un gramo di eroina costava 3 dollari, a New York, 1.168 dollari. Affare di poveracci?

Con l’occupazione diretta anche la banca, spaventata dalla possibilità di perdere la liquidità generata dal lavaggio dei narcodollari, si tranquillizzava.

Bambini afghani raccolgono oppio crudo nei dintorni di Jalalabad

 

Nel 2017, le 9.000 tonnellate di eroina (stima dell’ONU definita da lei stessa “al ribasso”), valevano 800 miliardi di dollari, cifra superiore alla spesa militare statunitense.

Per garantire la continuità di questo colossale affare, in seguito alla firma degli accordi con i talebani per consegnare loro il Paese (2019), gli Stati Uniti hanno chiesto al governo di Ashraf Ghani di liberare decine di Signori dell’Oppio nel contesto dell’amnistia concessa a 5.000 terroristi talebani.

Poi, i ragazzi dei SEALS e simili – nonché i loro volonterosi amici – se ne sono andati.

Le basi perché l’industria di oppio-eroina afghana possa continuare a prosperare erano state messe.

Avrei solo una domanda: Dove sono finiti gli 8,4 miliardi di dollari che gli USA affermano di avere speso per sradicare la produzione di oppio in Afghanistan?