Mauro Palma, Garante Nazionale per le Persone Private della Libertà, ha fatto visita al CPR Brunelleschi di Torino

Il Garante affronta anche questa volta le criticità della struttura nella quale le persone vengono poste in isolamento, chiamata “ospedaletto”:

Purtroppo, il Garante ha dovuto constatare che molte delle criticità rilevate negli anni precedenti all’interno del Centro permangono tuttora. Per esempio, l’area del cosiddetto Ospedaletto continua a essere una peculiarità gravemente problematica della struttura del capoluogo piemontese, sia per le degradate condizioni materiali in cui versa, sia per la posizione in cui si trova – in una condizione di separatezza e distanza dal resto della struttura – configurando una segregazione di fatto delle persone che vi si trovano

Il Garante stigmatizza anche la prassi dell’isolamento delle persone vulnerabili:

Va ricordato, a questo proposito, che eventuali esigenze di separazione, di tutela delle vulnerabilità individuali non possono mai determinare situazioni di isolamento, peraltro senza alcuna garanzia in ordine alla durata di una simile collocazione e senza l’obbligatoria vigilanza medica.

Inequivocabile la denuncia sulle carenze dell’assistenza medica:

“In generale, la tutela della salute è apparsa gravemente deficitaria soprattutto per quanto riguarda l’assistenza delle persone affette da un disagio psichiatrico, le quali, anziché veder tempestivamente rivalutata la compatibilità delle loro condizioni individuali con la misura restrittiva imposta e, comunque, vedersi somministrata un’adeguata terapia, attendono settimane e anche mesi prima di essere visitate da un medico specialista. Nell’attesa, la gestione di simili complessità viene affrontata solamente con l’allontanamento della persona che si trova a trascorrere la propria
quotidianità in una condizione di segregazione e distanza dalla restante popolazione trattenuta e dal personale preposto all’erogazione dei servizi all’interno del Centro.”

In parole semplici: Moussa Balde, dopo un feroce pestaggio evidentemente a sfondo razziale a Ventimiglia, circostanze che avrebbero compromesso psicologicamente chiunque, è stato ritenuto idoneo al trattenimento dal Direttore sanitario della struttura – che noi abbiamo citato in questo articolo, ora indagato per omicidio colposo – privato del telefonino, quindi “avulso” dal mondo e isolato in celle che il Garante ha stigmatizzato più volte.

Non solo: la Garante di Torino, Monica Gallo, ha chiesto più volte al CPR se una persona di origini subsahariane proveniente dalla Liguria, e con i postumi di un pestaggio, fosse nel CPR Brunelleschi, le è sempre stato negato che fosse lì.

Se tutto ciò non fosse successo Moussa sarebbe ancora vivo?

Il Garante si è recato in Procura per riferire alla dott.ssa Loreto, Procuratrice Capo, le proprie valutazioni.

Aggiungiamo che sarebbe sorprendente apprendere che i medici, dipendenti del CPR, possano aver agito senza essere costretti in un perimetro determinato da altri attori.

Ciò che appare evidente è che il sistema della privazione della libertà ai fini di rimpatrio non tiene contro degli organi di garanzia, che i controlli sono gravemente insufficienti: la misura ispettiva, ovvero la visita senza comunicazione, non soggetta quindi al permesso di accesso da parte delle Prefetture, è concessa solo al Garante Nazionale, ma non ai Garanti regionali e comunali; ai parlamentari che vi accedono in maniera estremamente sporadica e purtroppo quasi sempre a tragedia avvenuta e alla Magistratura.

Va detto che la visita di un parlamentare, che non abbia precisa contezza delle criticità peculiari del CPR che sta ispezionando, è un’inutile passerella.

Viene anche sistematicamente negato l’accesso alla stampa che non può svolgere il diritto/dovere all’informazione ai cittadini, anch’esso di fatto strumento di controllo.

Il Garante conclude:

Molte delle criticità rilevate a Torino sono comunque presenti anche negli altri Cpr del Paese, come il Garante avrà modo di illustrare nella Relazione annuale al Parlamento, che si terrà il prossimo 21 giugno alla Camera dei Deputati e nella quale il Garante nazionale sollecita i decisori politici a procedere a un ripensamento complessivo del sistema della detenzione amministrativa per persone migranti.

Pressenza, occupandosi assiduamente del trattenimento ai fini di rimpatrio, da tempo denuncia tutto questo.

Il testo integrale del comunicato del Garante Nazionale.