La violazione dei diritti umani in Colombia ormai è documentatissima su vasta scala. La manipolazione delle legittime proteste della gente di quel Paese viene comprovata con testimonianze e video registrati da gente comune che assiste quotidianamente a soprusi e repressione. Ieri anche una delegazione argentina di osservatori si è diretta alla volta di Bogotà per documentare la situazione e soprattutto per denunciare le violenze. Prima che partissero ci siamo a lungo confrontati con il capo delegazione, Juan Grabois che è un economista leader del movimento dei lavoratori informali ed esclusi, che ha organizzato gli incontri mondiali dei movimenti popolari per conto del Vaticano e da un mese circa è parte del Dicastero della Santa Sede per lo Sviluppo umano integrale.

Stanotte mi hanno avvisato che è stato fermato alla frontiera dalla Polizia di Migraciòn colombiana. “La mia documentazione e il mio bagaglio sono stati trattenuti – scrive Grabois. Mi hanno messo sotto sorveglianza su un volo per Lima, senza spiegazioni sulla mia destinazione successiva”. (…) “Il governo colombiano mi espelle dal suo territorio perché mi considera un “rischio per la sicurezza dello Stato (decreto 1727/2020)”. Un atto, questo contro Juan Grabois, che dimostra in maniera ancora più eclatante la situazione di debolezza di quel governo e della democrazia di quel Paese.

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