Sono arrivati questa mattina, 17 maggio, all’aeroporto di Fiumicino 40 profughi provenienti dall’isola greca di Lesbo. Si tratta di famiglie e ragazzi in fuga da Paesi dove sono in corso guerre, violenze o situazioni insostenibili. Un ragazzo, che ha appena compiuto la maggiore età, sarà accolto in una casa famiglia della Papa Giovanni XXIII in provincia di Pesaro.

Stefano (nome di fantasia), viene dal Bangladesh. Ha lasciato il suo paese quando aveva 15 anni dopo aver perso tutta la sua famiglia ed essere rimasto solo. Ha viaggiato a piedi, in macchina, in autobus passando per India, Pakistan, Iran e Turchia. Infine è arrivato in una delle isole greche.

«Questo ragazzo è partito poco più che bambino dal suo paese e per anni ha attraversato paesi, pericoli e soprusi. Adesso nella casa famiglia in cui sarà accolto, dopo un periodo di quarantena, cercherà il sostegno necessario per ricostruirsi una nuova vita. E’ più che un diritto, è una speranza che va protetta», commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità di don Benzi.

Il corridoio umanitario è stato realizzato grazie al protocollo firmato da Comunità di Sant’Egidio e ministero dell’Interno, nonché dalla collaborazione delle autorità greche e il sostegno della Commissione europea. Dal febbraio 2016 ad oggi 3.500 persone sono giunte in modo sicuro e legale, al riparo dai trafficanti di esseri umani, in Italia e altri paesi europei.

Con i corridoi umanitari dalla Grecia si tenta di risolvere la situazione di una parte dei profughi – famiglie con bambini, persone vulnerabili e minori non accompagnati – presenti nell’isola di Lesbo ormai da tempo, in attesa di una collocazione, con condizioni di vita rese ancora più difficili in questi ultimi mesi per gli effetti della pandemia.