La Freedom House, organizzazione non governativa che effettua ricerche sui temi della libertà, dei diritti umani e della democrazia, anche nella sua relazione del 2020 ha classificato la Turchia nella categoria dei “paesi non liberi”. Con 32 punti su 100, la Turchia è al 146° posto tra i 195 paesi nell’elenco di “libertà”.

Finlandia, Norvegia e Svizzera si sono classificate al primo posto con 100 punti, mentre la Siria, da anni in guerra civile, si è classificata all’ultima posizione con 1 punto. Turkmenistan, Eritrea e Sud Sudan occupano gli ultimi posti con 2 punti a testa.

Negli ultimi 10 anni la Turchia risulta essere il secondo paese in cui la libertà è regredita di più

Secondo la relazione della Freedom House, la Turchia negli ultimi anni, avendo perso 31 punti, è diventata un paese dove la libertà è regredita di più, dopo il Mali che condivide lo stesso “record”.

Nella sezione della relazione che riguarda la Turchia, è sottolineato che i politici dell’opposizione, i membri delle organizzazioni non governative, i giornalisti indipendenti e coloro che criticano la politica estera di Ankara sono stati sottomessi a campagne di abuso/linciaggio e resi soggetti a continue accuse anche nel 2020.

Inoltre nella relazione è stata attirata l’attenzione anche sul maltrattamento e sulla tortura che hanno subito i socialisti, i curdi dell’opposizione e i sostenitori del movimento di Gülen.

La Freedom House nella sua relazione ha indicato che la Turchia ha rifiutato di applicare le decisioni della CEDU che riguardano il rilascio di Osman Kavala e Selahattin Demirtaş. La nomina dei commissari straordinari al posto dei sindaci eletti, il blocco continuo delle risorse destinate ai media e l’indebolimento della libertà accademica sono stati considerati come dei fattori che limitano le libertà e la democrazia.

I media e la libertà d’espressione sono sotto pressione

In Turchia nei media principali, in particolare presso i canali televisivi, vengono pubblicate e trasmesse notizie spesso con titoli che si assomigliano e riflettono la posizione/versione ufficiale del governo sui fatti. Viene sottolineato che, nonostante il fatto che qualche giornale indipendente e sito web stia portando avanti la propria attività, essi sono comunque si trovano ancora sotto la pressione politica.

Nel report viene riportato questo esempio; lo scorso anno centinaia di utenti dei social media sono stati arrestati per i loro post “provocatori” sulla pandemia, e alcuni di loro sono stati arrestati o perseguiti per aver espresso le loro opinioni su varie questioni come l’economia, il terrorismo o le operazioni militari

Punteggio della Turchia (libertà di espressione):

Punteggio complessivo: 32 (0 min, 100 max)

Diritti Politici: 16/40

Diritti Civili: 16/60

Nella relazione, l’uso della forza militare nei paesi autoritari è considerato come un risultato del decadimento delle norme democratiche in tutto il mondo.

Libertà in internet è in declino

La Freedom House ha analizzato anche la libertà in internet, in teoria, assicurata dagli Stati per i propri cittadini. Nella sezione della relazione sulla Turchia è stato sottolineato che in Turchia la libertà in internet è in declino visto che il governo quest’anno ha privato la maggior parte degli utenti dai mezzi e dai servizi principali impedendo provvisoriamente l’utilizzo delle piattaforme social.

La relazione afferma che il governo ha approvato una legge oppressiva che impone severe restrizioni alle società dei social media, richiedendo loro di avere rappresentanti all’interno del paese per rispondere a misure come; le richieste di rimozione di contenuti.

Punteggio della Turchia (libertà in internet):

Punteggio complessivo: 35 (100 più alto)

Barriere all’accesso: 13/ 25

Limitazioni dei contenuti: 11/ 25

Violazioni dei diritti degli utenti: 11/ 40