Sono trascorsi 142 anni dalla Guerra del Pacifico, una guerra dichiarata dall’esercito cileno contro Perù e Bolivia, dove furono sequestrati più di 400 chilometri di coste marittime boliviane.

Il 14 febbraio 1879 le navi corazzate cilene Cochrane e O’Higgins, con 200 soldati, invasero la costa boliviana ad Antofagasta e occuparono il settore senza resistenza, dato che ad affrontarli c’erano solo 34 gendarmi

I cileni arrivarono ad Antofagasta il giorno in cui il prefetto di quella regione, il colonnello Severino Zapata, stava per mettere all’asta i beni della Compañía de Salitres (capitale cilena) che si era rifiutata di pagare la tassa di 10 centesimi al quintale (46 chilogrammi) sul salnitro esportato. La tassa era stata approvata dal Congresso Boliviano il 10 febbraio 1878, dopo che Antofagasta, Cobija, Mejillones e Tocopilla avevano subito gli effetti di un terremoto e di uno tsunami. Secondo il Cile questa tassa era contraria al trattato sui confini, che entrambi i paesi avevano firmato nel 1874 a Sucre, e che impediva l’istituzione di nuove imposte.

Il governo cileno avvertì la Bolivia che, se non avesse ritirato quella decisione, avrebbe ignorato quel trattato. Il governo di La Paz rispose sequestrando i beni dell’azienda e revocando la sua licenza di operare nel paese. La Bolivia faceva affidamento sul Perù, con il quale aveva firmato un trattato di alleanza difensiva, ma il Cile aveva un numero maggiore di uomini e armi moderne.

Fu così che il 5 aprile 1879, quasi due mesi dopo aver invaso il territorio boliviano, il Cile dichiarò ufficialmente guerra alla Bolivia, finendo per imporre la sua egemonia sulla costa del Pacifico. Questo portò ad un’invasione del Perù per tre anni e a un trattato che riconobbe la proprietà di Tarapacá da parte del Cile. La Bolivia, nel frattempo, aveva perso tutte le sue coste a causa di queste operazioni coloniali, che vennero “normalizzate” il 5 aprile 1904 con la firma di un trattato di pace e amicizia con il Cile.

Dalla sua fondazione nel 1825, il territorio boliviano si estendeva fino all’Oceano Pacifico, con il Perù come confine settentrionale e il Cile come confine meridionale. Da più di 100 anni, la Bolivia ha perso il suo unico sbocco al mare per effetto della Guerra del Pacifico.

Attualmente la Bolivia ha un governo che, pur a favore della richiesta di accesso al mare, si deve confrontare con la popolazione autoctona, che da oltre 140 anni si rifiuta di rinunciare ai suoi diritti marittimi.

Nel 2018, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha stabilito che il Cile non ha contratto l’obbligo legale di negoziare uno sbocco al mare, come richiesto dalla Bolivia.

Oggi, martedì 23 marzo 2021, nel 142° anniversario dell’invasione cilena della costa boliviana del Pacifico, Evo Morales ha esortato la Bolivia e il Cile a proseguire i dialoghi per il recupero del territorio marittimo boliviano.

Fonti:

https://www.telesurtv.net/news/bolivia-chile-aniversario-guerra-pacifico-salida-mar-20190405-0034.html

https://www.telesurtv.net/news/bolivia-chile-conflicto-salida-mar-cronologia-20200323-0013.html