Il riscaldamento globale è la sfida più grande di tutti i tempi. Ha un impatto su ogni specie vivente. Tuttavia, i pericoli inerenti sono molto difficili da comprendere, e la gente spazza via la questione come un problema in più nella vita che in qualche modo sarà gestito e risolto, senza preoccupazioni, tanto l’ingegno umano prevarrà.

Ma se non fosse così semplice?

Stuart Scott, produttore esecutivo e fondatore di Facing Future.TV, che fa parte della United Planet Faith & Science Initiative (UPFSI.org), sa meglio di chiunque altro che non è così semplice. È uno dei pochi, un’eccezione, a mettere da parte uno stile di vita confortevole per affrontare il più grande problema del 21° secolo.

Lungo la strada, Scott ha accumulato risultati impressionanti, uno dopo l’altro, portando la questione del clima direttamente nel cuore e nell’anima dei principali leader religiosi del mondo, oltre a influenzare i luminari scientifici e politici di tutto il mondo.

In particolare, nel 2018 ha presentato Greta Thunberg (allora quindicenne) alla COP24 (Conferenza delle Parti) in Polonia. Una celebrità da un giorno all’altro, ha illuminato il mondo sui pericoli dei cambiamenti climatici, in particolare i giovani attraverso il suo movimento chiamato #Fridays For Future. L’imprimatur di Scott dei suoi coraggiosi sforzi in Svezia per influenzare il parlamento ad affrontare il riscaldamento globale ha portato Greta letteralmente sulla scena mondiale.

Scott non aderisce alle norme della vita e della cultura dominante, anche se è ben noto e rispettato che da solo muove le montagne. Ha iniziato e portato avanti la sua crociata personale per ispirare i leader religiosi di tutte le fedi a prestare attenzione alle forze della natura. Tali forze sono intrappolate nelle grinfie di ferro della rapace “economia della crescita infinita” nell’era antropogenica, un’era geologica di impronte umane gigantesche che ora consumano una terra e mezza. Insostenibile a lungo andare.

La motivazione di Stuart è profonda, fin dal suo impegno originale per “La scomoda verità” dell’ex vicepresidente USA Al Gore, vincitore del premio Oscar (come miglior documentario N.d.T.). Ha frequentato i corsi di formazione di Gore nel 2007. Successivamente ha tenuto oltre 100 presentazioni pubbliche nell’arco di un anno. In una lettera del febbraio 2009 Gore ha scritto: “Mi congratulo con lei per il suo lavoro, che ha contribuito ad accrescere la consapevolezza e la comprensione della crisi climatica”. Ancora oggi, Stuart rimane legato al team di Al Gore. Tuttavia, il suo atteggiamento nei confronti dei cambiamenti climatici si è spostato notevolmente verso un senso di urgenza molto più grande di quanto Gore sia disposto ad accettare.

Tutto questo gli è servito da sfondo, ispirandolo a partecipare al vertice sul clima COP14 in Polonia nel 2008. Questa esposizione ha lanciato il suo marchio di fabbrica Interfaith Declaration on Climate Change del 2009 (InterfaithDeclaration.org), istituito per ispirare e motivare i leader religiosi, di concerto con gli scienziati, a iniziare un esame approfondito del pericoloso cambiamento del sistema climatico del pianeta, spingendo al contempo i responsabili politici a trovare soluzioni rapide, senza esitazioni. Dopo tutto, gli ecosistemi, soprattutto quelli dove nessuno vive per vedere cosa accade, mostravano già i primi segni di collasso.

Il suo lavoro è stato accolto con entusiasmo dai leader religiosi Dalai Lama e arcivescovo Desmond Tutu il quale, dopo aver sentito parlare dei grandiosi piani di Scott per il miglioramento del mondo, ha osservato: “Avrò bisogno di un clone di me stesso”, con così tanti impegni.

I riconoscimenti sono arrivati poco dopo l’inizio della campagna di Scott per fondere la fede con la scienza nella lotta contro il riscaldamento globale. Dopo la sua partecipazione a un incontro intersessionale a Bangkok nell’aprile 2011, in vista della COP17 a Durban, un comunicato stampa internazionale di Agence France Press diceva di Stuart: “L’uomo di tutte le fedi combatte per il clima”, sottolineando i suoi sforzi erculei per cambiare il corso dell’umanità: “Scott, un americano di 62 anni che si considera un uomo di tutte le fedi, crede che le forze della religione possano avere un impatto positivo sui tortuosi sforzi diplomatici per risolvere la crisi del riscaldamento globale”.

Scott ha portato avanti il suo impegno fino alla COP17 di Durban nel dicembre 2011, dove Chistiana Figueres, segretario esecutivo delle Nazioni Unite per il clima, ha parlato del notevole altruismo di tutti coloro che hanno lavorato per la Dichiarazione Interreligiosa che unisce persone di tutte le fedi per combattere il riscaldamento globale.

La Dichiarazione Interreligiosa di Scott è stata approvata dal Consiglio mondiale dei leader religiosi delle Nazioni Unite, dal Consiglio mondiale delle Chiese, dal Consiglio centrale della Fede Baha’i, come anche dalle organizzazioni laiche Greenpeace, 350.org di McKibben e il Centro per la diversità biologica.

La Santa Sede e Stuart Scott

Spiritualismo e chiaroveggenza sono sempre stati al fianco di Scott. Prima di consegnare un messaggio molto speciale a Papa Benedetto, egli ha pregato nella Basilica di Santa Chiara ai piedi della croce che San Francesco, com’è ben noto, aveva udito parlare e dire: “Ripara la mia chiesa, che sta cadendo in rovina”. Scott non è né cattolico né cristiano, ma ha comunque sentito il mormorio di una serie di voci serene ed eteree, di incoraggiamenti sussurrati, di parole che risuonavano nella sua mente. Chiedeva silenziosamente consiglio su come avrebbe potuto riuscire a consegnare personalmente il messaggio scritto a mano da Yvo deBoer, allora Segretario Esecutivo dell’UNFCCC, per invitare Papa Benedetto a partecipare alla COP15 di Copenaghen. La sua preghiera ha trovato risposta in quello che Scott descrive come “un chiaro ma silenzioso sussurro” delle parole: “Fallo come ho fatto io”.

Ha ricevuto una lettera di introduzione da un prelato di alto livello come invito a una “Udienza pubblica” con il Papa. Scott è stato in grado di consegnare una borsa di stoffa contenente 300 messaggi personali di persone provenienti da tutto il mondo, per invitare il Papa alla COP15 a Copenaghen nel dicembre 2009.

In seguito, il “potere del pulpito” è diventato il motto di Scott. Con determinazione e speranza, egli ha fatto pressione sui leader religiosi del mondo per intercedere nella questione più urgente di tutti i tempi, un sistema climatico in pericolosa accelerazione che la società in generale fa fatica a comprendere appieno.

Papa Benedetto XVI non ha partecipato alla COP15, ma ha rilasciato forti dichiarazioni il giorno precedente la conferenza. Nel dicembre 2009, in occasione della celebrazione della “Giornata mondiale della pace” della Chiesa cattolica romana, il Papa ha dichiarato: “L’umanità ha bisogno di ripensare il suo stile di vita”. Chiamato il “Papa verde”, egli ha suggerito “stili di vita più sobri” con consumi energetici ridotti a favore dell’efficienza energetica come il solare e la corretta gestione delle foreste. Chi era più vicino a Stuart, e al personale dell’ONU, ha sentito che il suo contribuito ha ispirato le parole del Papa.

Stuart Scott, simile ai capi di stato, ha influenzato e/o incontrato personalmente dignitari in tutto il mondo, tra cui Greta Thunberg, Al Gore, Dr. James Hansen, Dr. Peter Wadhams, Dr. Katharine Hayhoe, Dr. Michael Oppenheimer, Dr. E. O. Wilson, Ela Gandhi (nipote del Mahatma Gandhi), Jane Goodall, Christiana Figueres, Amy Goodman, Naomi Klein, l’autrice e giornalista Dahr Jamail, Noam Chomsky, Bill McKibben, il presidente Barack Obama, il Dalai Lama, l’arcivescovo Desmond Tutu, i rabbini Jonathan Sachs e David Rosen, H. H. Swami Chidanand Saraswati, Phra Bramhapundit (capo spirituale del buddismo thailandese), il Rev. Barone Rowan Williams (ex Arcivescovo di Canterbury), il Patriarca Bartolomeo (capo spirituale della Chiesa Ortodossa Orientale), il Cardinale Peter Turkson, Papa Benedetto XIV e Papa Francesco.

Ha partecipato a 10 delle ultime 13 Conferenze delle Parti sui Protocolli di Kyoto (COP), o conferenze mondiali sul clima, diventando un partecipante fisso in questi eventi. Ha condotto interviste e tavole rotonde per la diffusione radiotelevisiva con il marchio ScientistsWarning.TV e ClimateMatters.TV sotto l’insegna di ScientistsWarning.org, da lui fondata per diffondere la notizia dell’emergenza climatica che supera qualsiasi cosa l’umanità abbia mai incontrato.

I primi segnali dei cambiamenti climatici si sono avvertiti chiaramente quando Stuart ha iniziato la sua campagna nel 2008. Per spostare l’ago della bilancia per risolvere il problema, soprattutto tra nazioni e stati ingenui e testardi, oltre alla scienza è stato necessario l’intervento divino. Stuart Scott si è dimostrato un oratore di grande competenza scientifica.

Nel 2016 Stuart ha incontrato Papa Francesco in persona, un anno dopo la pubblicazione dell’enciclica più importante – Laudato Si – il 18 giugno 2015, un documento molto esplicito sul clima e la giustizia. La “cura del creato” è uno dei sette punti dell’ortodossia cattolica.

Papa Francesco, uno studioso di chimica, di concerto con il suo team di scienziati, ha dichiarato chiaramente: “Il cambiamento climatico è la più grande minaccia alla vita che la nostra Terra abbia mai visto… ed è causato dall’uomo”. Ha descritto lo sfruttamento e la distruzione incessante dell’ambiente, di cui sono responsabili l’apatia, la ricerca spericolata del profitto, l’eccessiva fiducia nella tecnologia e la miopia politica.

“Mai come negli ultimi duecento anni abbiamo ferito e maltrattato tanto la nostra casa comune” (Fonte: Lettera enciclica Laudato Si del Santo Padre Francesco)

Il 7 dicembre 2020, Scott ha ricevuto una lettera via e-mail dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, nominato da Papa Francesco primo prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale e ampiamente considerato “papabile”, cioè candidato all’elezione al papato. La lettera del cardinale a Scott affermava: “Ho letto il sua messaggio e la richiesta urgente di far partecipare il Papa a un evento interreligioso a Glasgow”.

A titolo personale, la lettera del cardinale faceva riferimento anche alla battaglia di Scott contro il cancro: “…che possa aiutare e contribuire alla guarigione”. Le preghiere per la sua guarigione sono in corso presso la Santa Sede.

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, conosciuta anche come COP26, è prevista dal 1 al 12 novembre 2021 a Glasgow, Regno Unito. Durante l’incontro, Glasgow sarà probabilmente popolata da 25.000-30.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo.

Papa Francesco parteciperà alla COP26 su richiesta urgente di Stuart Scott?

Il Cardinale Turkson ha già informato Scott che Papa Francesco invierà probabilmente un messaggio preregistrato; si spera che possa partecipare anche di persona.

Gli sforzi instancabili di Scott in dodici anni di lavoro strategico con la Santa Sede si stanno concretizzando più che mai attraverso la richiesta del Dicastero del Cardinale Turkson a Scott di trovare un laureato in Economia Ecologica per la Santa Sede.

Sempre fiducioso e profondamente spirituale, Stuart Scott porta una piccola croce di San Francesco e comunica regolarmente in meditazione e preghiera con gli Arcangeli Michele e Raffaello.

La sua direttiva che riunisce scienza e fede religiosa ha portato a un inaspettato e casuale incontro con James Hansen, il più importante scienziato climatico del mondo ed ex direttore del NASA Goddard Institute for Space Science vicino al campus della Columbia University.

Il Dr. Hansen si è rifiutato di partecipare alle negoziazioni sul clima e al Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici per 20 anni, fino a quando non ha incontrato Stuart Scott, che lo ha convinto che le sue critiche avrebbero avuto più rilievo se egli avesse partecipato alle riunioni, lanciando le sue critiche in una conferenza stampa dell’UNFCCC.

Quell’incontro casuale è avvenuto durante la COP21 a Parigi nel 2015, in occasione degli accordi sul clima di Parigi, il punto di riferimento concordato dalle nazioni del mondo. Alla fine, il Dr. Hansen ha liquidato i negoziati come “inefficaci”. La conclusione degli accordi era stata troppo politica, “una farsa” nelle parole di Hansen. Ciononostante, Scott lo convinse a partecipare ai futuri incontri sul clima per continuare ad affermare legittimamente la sua posizione in opposizione agli accordi fittizi politicamente motivati.

Parteciperà Hansen alla COP26? Si è impegnato a partecipare se anche Stuart vi parteciperà, il che è incerto a causa del cancro di Stuart. Alla COP25 ha dovuto essere aiutato a salire sul palco su una sedia a rotelle. La settimana precedente era stato sottoposto a un trattamento di chemioterapia.

Per due decenni Stuart Scott si è interfacciato con monaci buddisti, sacerdoti cattolici, vescovi, cardinali e papi, Swami Hindu, Granthi Sikh, ministri cristiani e scienziati per sostenere gli sforzi per salvare il mondo dall’incuria e dall’ignoranza dell’umanità, che è di gran lunga il più potente avversario delle prove concrete scoperte dalla scienza.

Stuart ha compiuto l’ultimo sacrificio. A questo proposito, egli ritiene che gli estremi livelli di stress continuo associati al suo lavoro abbiano probabilmente portato al suo cancro. Ha raggiunto importanti risultati senza alcun sostegno finanziario esterno, al di là dei suoi propri risparmi di una vita.

La missione di Stuart Scott è importante. È un lavoro serio e duro. È un lavoro ingrato. Eppure, lui lo fa… il lavoro più impegnativo e più ingrato del mondo.

Grazie, Stuart!

 

Poscritto: FacingFuture.TV ha recentemente annunciato il lancio di un evento speciale, che Stuart ha contribuito a organizzare, il 9 gennaio 2021, in cui il Dalai Lama e Greta Thunberg incontreranno i principali scienziati per discutere cinque cortometraggi dal titolo Climate Emergency: Feedback Loops narrati da Richard Gere.

I dettagli su http://FacingFuture.Earth/

 

Traduzione dall’inglese di Thomas Schmid. Revisione: Silvia Nocera