“La ‘vera democrazia esistente’ come la conosciamo soffre di due grandi problemi che ne ostacolano lo sviluppo: uno è il razzismo, poiché l’idea di differenti gruppi etnici è modellata da una ‘prospettiva coloniale’; l’altro è il conflitto di genere, che viene trasportato da una generazione all’altra e che sta diventando sempre più acuto perché le donne non sono viste come membri a pieno titolo della comunità civica – nemmeno oggi ”, afferma l’analisi dell’antropologa e femminista argentina Rita Segato.

La violenza contro le donne è contro l’umanità intera, e non solo la sua metà

La Facoltà di Filosofia e Letteratura dell’Università dell’UNAM a Città del Messico ha istituito una cattedra speciale nell’ottobre 2019 in collaborazione con il programma di studio PUEDJS Democrazia, giustizia e società. Vari intellettuali e politici, tra cui Rafael Correa, Rita Segato, Marcela Lagarde, Enrique Dussel, Víctor M. Toledo, Jenaro Villamil e John Ackerman, dovrebbero essere invitati a parlare del tema “Democrazia oggi: pensarla e ripensarla. Visioni storiche, interdisciplinari globali”. Nella sua conferenza dal titolo “Democrazia e femminismo”, Segato ha sollevato la questione “perché i crimini contro le donne sono generalmente considerati crimini di minore importanza”. Quando si tratta di democrazia e femminismo, è particolarmente evidente che l’indagine sulla questione di genere ha acquisito enorme importanza nel discorso nell’ultimo decennio, mentre la violenza contro le donne come “problema sociale e strutturale” sta diventando sempre più acuta. La violenza contro le donne non è una questione di minoranza. Non la metà ma l’intera umanità ne è colpita. Segato, che ha vissuto lei stessa in Brasile per molti anni, ha denunciato il razzismo nel più grande paese latinoamericano e ha fatto riferimento, tra l’altro, all’inadeguato accesso della popolazione afro-brasiliana alle università e ai college. Ha parlato di “ipocrisia della democrazia liberale” e di “morale di facciata” del Brasile. Tuttavia, questo quadro crolla non appena attori come Jair Bolsonaro o Donald Trump entrano nella scena politica e riconoscono apertamente l’ostilità verso le donne e il razzismo.

Violenza contro le donne: un campo di pratica per eccellenza di tutte le forme di violenza

Segato ha criticato la “tendenza alla minoritarizzazione” della lotta femminista e ha descritto la violenza di genere come un aspetto centrale della violenza strutturale nel sistema capitalista: la violenza di genere è un terreno fertile e un campo di sperimentazione per tutte le forme di violenza che sono dirette contro la società nel suo insieme. È qui che la violenza viene appresa e riprodotta in primo luogo, dalla violenza nella vita di tutti i giorni ai conflitti armati tra le nazioni. Anche qui Segato vede un problema in espansione che minaccia l’integrità della democrazia. È necessario porre fine all’impunità, che è particolarmente sostenuta dagli spettri conservatori. I conservatori tendevano a descrivere la violenza contro le donne come un problema di minoranza. È un errore che la società paga a caro prezzo , perché: “La violenza di genere è un problema sociale che colpisce sia le donne che gli uomini”. Secondo la logica del patriarcato, lo stupro è sia violenza che “discorso”: la vittima diventa sospettata di “disobbedienza” e percepita come cattiva; lo stupratore si occupa quindi della “disciplina, del rimprovero morale”. Questo spiega perché le vittime sono così spesso stigmatizzate dai giudici durante il processo.

Le donne non sono membri a pieno titolo della società democratica

“Questa assurdità dev’essere superata dall’umanità. Per quanto riguarda l’appartenenza a una comunità civica, le donne non sono persone a pieno titolo, non siamo membri a pieno titolo dello Stato democratico, non apparteniamo realmente”, ha concluso Segato, aggiungendo: “I crimini contro le donne sono semplicemente considerati crimini di minore importanza, ed è a questo che tutto si riduce“.

Traduzione di Lorenzo Paveggio.