Martedì 3 novembre venti cittadini tunisini erano sulla nave GNV ferma al porto di Palermo. Alla fine del periodo di quarantena, durato 8 giorni (sarebbe da comprendere perché in altri casi le quarantene sono durate anche 50 giorni), si sono visti consegnare un foglio di respingimento, con indicazione “non hanno presentato domanda d’asilo”, eppure nessuno di loro ha ricevuto alcuna informativa relativa al diritto di asilo e nessuno ha potuto dunque presentare richiesta. Dopo la quarantena sono stati immediatamente trasferiti al CPR Corelli di Milano. Facciamo notare che con lo stesso foglio, come “prassi”, alcuni vengono liberati, altri rimpatriati senza passaggio al CPR e ripetiamo ancora una volta: senza alcun criterio.

Sottolineiamo che i venti tunisini avrebbero avuto diritto di incontrare un avvocato, alla presenza di un mediatore, per essere effettivamente informati di quanto scritto sul foglio di respingimento anche per sapere che avrebbero potuto fare ricorso.

Ma non è andata così. Una volta giunti al CPR Corelli di Milano, hanno incontrato il Giudice di Pace, di fronte al quale non hanno potuto far valere alcun diritto. Non hanno potuto comunicare con nessuno nei 3 giorni al CPR, poiché privati dei loro telefoni personali. Non sono quindi riusciti nemmeno a capire cosa potessero fare e se potessero nominare avvocato di fiducia. I tunisini non hanno diritti in questo paese.

Per protesta alcuni hanno ingerito pezzi di ferro e sono stati molto male: non vi è stata alcuna assistenza medica per due giorni.

Il terzo giorno, oggi, presi a manganellate a con l’uso dei lacrimogeni 20 cittadini tunisini sono stati rimpatriati con la forza dal CPR di Corelli a Milano. Un refoulment in piena regola, di massa, che sarebbe contrario alle leggi nazionali e internazionali, che evidentemente non valgono più nulla di fronte ai beceri accordi tra il nostro civilissimo paese e la Tunisia. Oggi 6 novembre i 20 tunisini sono a Tunisi, con buona pace di chi crede che siano tutti terroristi, come noi napoletani siamo tutti camorristi.

I giovani tunisini continuano a chiedersi: perché? Alcuni in lacrime ci dicono di volersi suicidare o tornare in mare per morire. Cercavano un mondo migliore, hanno ricevuto un tour dell’orrore. Perché questo è l’Europa: un grande lager dorato.

Oggi un gruppo di associazioni tunisine, tra cui FTDES e Association terre pour Tous, ha scritto un appello al ministro francese Gerald Darmanin contro le deportazioni di massa dei tunisini e il mancato accesso ai diritti e ci uniamo al loro grido.

Oggi la Ministra dell’Interno Lamorgese insieme a quello francese propone alla Tunisia un pattugliamento delle acque per fermare le partenze. Si sceglie di bloccare e uccidere, anziché soccorrere e predisporre invece canali regolari di accesso, visti.

Questo mondo capitalistico non poteva che scegliere i soldi e la violenza cieca in cambio di diritti. Soldi e violenza per mettere fine ai diritti delle persone, continuare a costruire muri contro i più fragili a difesa solo ed esclusivamente del mondo ricco. Soldi e botte contro sogni e giustizia.

A noi sta bene così?

Yasmine Accardo –  https://www.lasciatecientrare.it/