A darne la notizia è stato il magazine online Science Times , mettendo in guardia dalla scelta delle case farmaceutiche per la scelta altamente impattante per la tutela della biodiversità nei mari. Secondo quanto riportato, alcune aziende hanno l’intenzione di utilizzare lo squalene in diversi candidati al vaccino contro il Covid-19 e questo, secondo l’organizzazione no-profit Shark Allies , potrebbe portare all’abbattimento di circa mezzo milione di squali.

Il fine è quello di estrarre, per i vaccini Covid-19, abbastanza squalene, una sostanza presente nei fegati degli squali che viene raccolta come ingrediente per vaccini come quelli contro l’influenza e la malaria. Anche i fegati umani producono squalene, che scorre naturalmente nel sangue, ma comunemente, a livello commerciale è sempre stato estratto dall’olio di fegato degli squali, i quali ne possiedono di più per garantire la loro galleggiabilità in acque profonde. La sostanza agisce come emulsionante affinché i vaccini siano più immunogenici o efficaci nello scatenare una risposta immunitaria, anche come stimolatore o coadiuvante del vaccino. I coadiuvanti prolungano anche l’efficacia degli anticorpi prodotti dai vaccini.

Non è la prima volta che lo squalene viene utilizzato per prodotti o per vaccini farmaceutici e negli anni l’uso impattante dello squalene era stato messo in discussione da moltissimi studi accompagnati da petizioni di gruppi ambientalisti, portando le case farmaceutiche a retrocedere.

Ora il problema si ripropone e, attualmente, cinque candidati al vaccino contro il coronavirus hanno dei coadiuvanti con squalene raccolti dagli squali. La Shark Allies ha attualmente una petizione indirizzata alla U.S. Food and Drug Administration, ai regolatori europei, alla China’s National Medical Products Administration e agli sviluppatori di vaccini per fermare l’uso dello squalene di squalo nell’industria farmaceutica.

Se questo metodo si diffonde è inevitabile che l’uso dello squalene di squalo possa continuare ad aumentare ogni anno, mettendo in pericolo le specie di squali. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, una dose del vaccino antinfluenzale contiene circa 10 megagrammi (mg) di squalene e, dal 1997, sono state somministrate quasi 22 milioni di dosi di vaccini antinfluenzali contenenti squalene.

Molti dei vaccini COVID-19 in fase di test non utilizzano un adiuvante o, se lo fanno, utilizzano ingredienti diversi dallo squalene, dimostrando che gli adiuvanti possono essere prodotti anche senza squalene. Attualmente, ci sono 34 vaccini candidati nella valutazione clinica e 142 vaccini nella valutazione preclinica, secondo l’OMS. Di questi vaccini, 17 usano adiuvanti e 5 di questi adiuvanti sono a base di squalene di squalo (GlaxoSmithKline, Clover Biopharmaceuticals, Seqirus / University of Queensland / CSL, Medicago Inc. e Farmacologós veterinarios SAC / Universidad Peruana Cayetana Heredia).

Gli esperti di animali selvaggi sono preoccupati per il pericolo che stanno vivendo le popolazioni di squali, dato che le grandi compagnie internazionali continuano a sviluppare vaccini contro il coronavirus e, una volta che i vaccini saranno sicuri e disponibili, con miliardi di dosi necessarie ogni anno per il vaccino, la continua caccia allo squalo per lo squalene potrà essere dannosa per la loro specie. Tutto ciò che viene raccolto da animali selvatici non è sostenibile e, in un periodo in cui non si fa che parlare di sostenibilità ambientale, pensare che l’abbattimento di squali sia una soluzione è un paradosso.

Gli squali sono tipicamente cacciati in paesi che non dispongono di norme a tutela delle specie, come le nazioni dell’Asia del Pacifico meridionale e tra i principali complici di questa ecatombe vi è l’Italia che, secondo  Shark Allies , è il primo paese in Europa per il consumo alimentare di squalo e il quarto maggior importatore al mondo, dopo Spagna, Corea e Hong Kong, importando infatti 13mila tonnellate di carne di squalo e derivati di questo da 35 paesi nel mondo.

Esperti di animali selvaggi stimano che quasi tre milioni di squali vengono uccisi ogni anno per estrarre lo squalene e, secondo i dati, per produrne una tonnellata vengono uccisi quasi 3.000 squali. Tra le specie di squali più cacciate per lo squalene vi sono il sagrì (centroforo comune) e lo squalo elefante che attualmente non godono di tutele e sono riconosciuti nella categoria di vulnerabile in diminuzione.