Durante una cerimonia organizzata dall’ICAN e presidiata da Elayne Whyte Gomez, diplomatica della Costa Rica che ha condotto i negoziati sul rivoluzionario Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN), tre nuove nazioni hanno annunciato di aver ratificato l’accordo: l’Irlanda, la Nigeria e il Niue, stato insulare dell’Oceano Pacifico.

All’inizio del suo discorso Elayne Whyte Gomez ha commemorato le vittime e onorato il coraggio dei superstiti di Hiroshima e Nagasaki; gli Hibakusha. Ha affermato che la giornata di oggi rappresenta un’occasione solenne per riflettere e ribadire la propria determinazione, in modo tale da evitare che altre città possano soffrire lo stesso destino. Ricordando i negoziati che hanno portato al Trattato, ha sottolineato come “la presenza degli Hibakusha qui oggi garantisce che non abbandoneremo questo luogo prima di aver completato il nostro compito”.

In seguito, ha preso la parola Setsuko Thurlow, in collegamento dal suo appartamento a Toronto. L’instancabile attivista ha ringraziato i tre paesi per aver deciso di ratificare l’accordo. Ha anche chiesto a quelle nazioni che non hanno ancora finalizzato la ratifica di portare a termine il processo. “Vi chiedo di fare davvero del vostro meglio, perché abbiamo il potere di avvicinarci al nostro obiettivo”.

Tiijani Muhammad-Bande, presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha espresso, in un video messaggio registrato, tutta la sua vicinanza alle vittime e ai sopravvissuti, rimarcando come non ci sia mai stata nessuna ragione che potesse giustificare l’utilizzo di queste armi. “Il Trattato è una pietra miliare per quanto concerne il disarmo nucleare. Chiedo a tutti gli stati membri di sottoscriverlo e ratificarlo. Dobbiamo evitare che qualcosa del genere si ripeta”.

In nome della Repubblica irlandese, l’ambasciatore Bryan Flynn ha ringraziato Setsuko Thurlow per la sua presenza e ha sottolineato di essere in debito nei suoi confronti per quanto fatto nel rendere consapevoli i cittadini del mondo. Flynn ha sottolineato come l’Irlanda sia sempre stata parte di un piccolo di gruppo di nazioni, tra cui la Nigeria, che ha lavorato instancabilmente nelle Nazioni Unite per fare dei progressi per il disarmo nucleare nell’ambito del Trattato di Non Proliferazione Nucleare. “Siamo fieri della cooperazione tra stati, società civili, mondo accademico e sopravvissuti”.

L’ambasciatore ha ribadito come il TPAN rappresenti il primo trattato per il disarmo nucleare negoziato negli ultimi 20 anni e, mentre il trattato di non proliferazione è da considerarsi un caposaldo del disarmo, dal punto di vista irlandese, il Trattato di la Proibizione delle Armi Nucleari gli ha dato nuova linfa e lo rispetta in ogni sua parte, una prospettiva che sarà fortemente osteggiata dagli stati che possiedono delle armi nucleari. In ultima analisi, Flynn ha sottolineato come le armi nucleari non abbiano garantito la nostra sicurezza e che l’Irlanda continuerà a impegnarsi per raggiungere l’obiettivo del disarmo nucleare. “C’è ancora molto da fare”.

A nome della Nigeria è intervenuto Samson Itegboje, ex rappresentante permanente presso le Nazioni Unite, che ha ricordo le tragedie senza precedenti che hanno colpito Hiroshima e Nagasaki e ha parlato della collaborazione del suo paese con altre nazioni che ne condividono le idee. Ha ricordato anche come il suo stato non fosse soddisfatto del ritmo con cui il disarmo avanzava ai sensi dell’articolo VI del Trattato di non Proliferazione, ragion per cui la Nigeria e altri hanno messo in moto quel motore che ha portato le Nazioni Unite a negoziare il Trattato per il disarmamento nucleare. È simbolico che la nostra ratifica arrivi in occasione del 75° anniversario. Ricordiamo la nostra responsabilità collettiva verso la pace e la sicurezza. Piuttosto che investire in delle armi di distruzione di massa, dovremmo investire in salute e benessere”.

E’ poi intervenuto il presidente del Niue, Dalton Tagelagi, recentemente rieletto, che, ha spiegato come la penisola “si sia affidata alla sua posizione isolata per proteggersi. Tuttavia, ci rendiamo conto che nessuno stato è immune agli effetti delle armi nucleari”.

Ultima a prendere la parola è stata Beatrice Fihn, direttrice esecutiva della campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN), che ha ringraziato tutti i presenti per far si che Nagasaki rimanga l’ultima città nella storia a sperimentare gli orrori di un’arma nucleare. Ha ringraziato gli Hibakusha per il loro duro lavoro, il loro coraggio e l’autorità morale. “Dobbiamo ringraziarli. Da 75 anni rivivono quanto vissuto, mettendo il mondo in guardia dai pericoli. Non solo vittime, ma anche attivisti e istruttori e sono riusciti a lanciare degli appelli a così tante persone. È commovente vedere quanti attivisti siano venuti dopo averli ascoltati. Ecco come ci si impegna e si cambia il mondo”.

Fihn ha osservato come il numero di paesi che stanno facendo entrare in vigore il trattato sta aumentando rapidamente e che ogni paese che voglia comparire nella lista dei primi 50 ad aver ratificato l’accordo dovrebbe affrettarsi a farlo.

Al momento 43 paesi hanno ratificato il trattato, con 82 firmatari.

Traduzione dall’inglese di Emanuele Tranchetti