Tomás Hirsch è stato uno dei membri fondatori del partito, 36 anni fa e ne è stato la sua figura più importante per decenni, nominato persino a candidato presidenziale della coalizione dell’allora sinistra extraparlamentare cilena “Juntos Podemos”. In un’intervista con El Desconcierto, il deputato ha spiegato i motivi delle sue dimissioni dal partito che ha guidato per oltre trent’anni.

Dopo 36 anni di militanza, uno dei membri fondatori del Partito Umanista, Tomás Hirsch, ha annunciato le sue dimissioni dal collettivo.

Nell’intervista con El Desconcierto, l’ex candidato presidenziale ha spiegato i motivi delle sue dimissioni, che ha coinvolto altri 275 militanti.

Perché questa decisione?

Perché siamo giunti alla convinzione che il partito avesse smesso di rappresentare l’umanesimo che noi abbiamo incoraggiato per molti anni. Si è deformato e allontanato sempre di più da quello che era il nostro progetto, il nostro tentativo e in qualche modo ha perso gradualmente la sua capacità di sorprendere e soprattutto lo spirito che lo ha incoraggiato per tutto questo tempo.

Per noi si tratta di un progetto comune e si sono verificati sempre più personalismi, sempre più fazioni interne, noi abbiamo sempre visto le cariche come delle funzioni di rappresentanza rivolte al popolo, però la parità interna è sempre stata un valore per noi. Io credo che siano questi i valori che si sono gradualmente persi ed è trapelato un modo di fare politica, che è quello tradizionale.

Questo è un problema generale dei partiti politici. Attualmente sono le istituzioni politiche a essere in crisi; questo non è un problema specifico, né tanto meno personale, ma ha a che fare con un momento storico in cui sono necessari nuovi metodi, più flessibili, più vicini alla gente, più legati ai movimentoi sociali.

Per questo motivo, nel nostro caso particolare, stiamo lasciando l’istituzione del partito per ritrovarci nel progetto umanista di tutta la nostra vita, ovvero, più umanisti che mai. I valori del sistema hanno eroso il partito dall’interno. La nonviolenza attiva come elemento centrale ha cominciato a relativizzarsi e vari altri elementi ci hanno fatto capire che per recuperare il progetto umanista era necessario fare questo passo.

Cercherete di formare un nuovo partito o di unirvi a un altro già esistente?

Dovremo definire insieme come procedere. Sicuramente continueremo ad agire in politica, continueremo a cercare di essere sempre più legati ai movimenti sociali, con le persone che oggi chiedono davvero dei cambiamenti per il Cile. La forma che assumeremo è ancora da determinare, tenderei a pensare a una corrente umanista, una corrente variegata e flessibile in cui si possa partecipare attraverso diversi modi d’azione. In campo politico, in campo sociale, nel campo della comunicazione, nel campo degli studi. Una sorta di spazio umanista che ammetta con flessibilità diverse modalità di azione verso la gente.

Che messaggio vorresti inviare ai tuoi ex compagni di partito?

Direi loro che lascio il partito con un profondo senso di gratitudine per tutti gli anni in cui ho partecipato, in cui ho dovuto svolgere funzioni molto diverse e l’ho sempre fatto con l’unico obiettivo di diffondere l’umanesimo, affinché l’umanesimo contribuisse a un Cile migliore. E inviterei ognuno di loro a dare il meglio di sé in questa direzione, non c’è nulla che dia più senso alle nostre vite che orientarle verso la costruzione di una società più giusta. Che siano o no nel partito, vorrei che ognuno desse il meglio di sé e ho un buon rapporto con ognuno e ognuna, non c’è nessuna situazione personale né niente di irrisolto a questo proposito.

Per la dichiarazione e la lista di coloro che si sono dimessi dal partito vedi: https://www.pressenza.com/it/2020/05/tomas-hirsch-insieme-a-300-militanti-si-dimette-dal-partito-umanista/

Traduzione dallo spagnolo di Matilde Cesta

L’articolo originale può essere letto qui