Dopo le parole di Conte sono tante le perplessità sul modo in cui affronteremo la fase 2. A tutti sembrano chiare le attività che riapriranno e le modalità di comportamento da rispettare a partire dal 4 maggio. In generale abbiamo una vaga idea di come ripartiranno le attività, seppur poco sappiamo del modo in cui sono o verranno messe in sicurezza. La risposta del Governo su come evitare l’aumento dei contagi sembra essere ancora poco chiara visto che, secondo quanto detto dalla maggior parte dei virologi nazionali e internazionali, potremmo avere nuovi focolai sparsi in tutto il paese. E soprattutto, in che modo saremo pronti una volta che questi verranno a formarsi.

Più volte ci è stato comunicato che sarà inevitabile la responsabilità individuale di ogni singola persona. Saremo pronti ad assumere comportamenti virtuosi come richiesto dal premier? In realtà questa domanda ne nasconde più di una al suo interno.

Sembra ancora mancare la percezione e la conoscenza reale di ogni singolo cittadino, che è poi ciò unisce la responsabilità individuale con il discorso fatto da Conte ieri sera. Ancora una volta non una parola è stata spesa sulla situazione attuale del sistema sanitario e se saremo all’altezza di un possibile picco di nuovi contagi. Più task force stanno lavorando sulla ripartenza del paese, ma sembra ancora remota la possibilità di sapere quali sono gli obiettivi che potranno essere raggiunti.

Nessuno conosce come le eventuali catene di contagio verranno interrotte, oppure perché non si può avere una stima dei contagiati (soprattutto per individuare gli asintomatici) su tutto il territorio e quindi una distribuzione a campione dei tamponi per far sì che ciò avvenga. Ci avviamo quasi alla cieca in una fase 2 dove ancora non abbiamo una stima certa e attendibile dei contagiati in ogni singola regione. In pratica ogni cittadino si troverà a guidare un’auto ma gli viene detto di farlo in modo cauto e responsabile, non sa però se è provvisto di cinture di sicurezza, non gli è stata comunicata la situazione del traffico e delle modalità di soccorso in caso di incidente da parte sua o di altre macchine lungo il suo percorso.

Anche l’idea della app Immuni sembra essere in sospeso dopo che tanto ne avevamo parlato nelle scorse settimane, soprattutto per quanto riguarda il sistema di contact tracing. Sistema che aveva lasciato molte perplessità anche per quanto riguarda il trattamento dei dati personali e del loro utilizzo ad emergenza finita. Incertezze che riguardavano anche il modo di renderla efficiente visto che di fatto, una persona potrebbe essere portatrice di Covid19 e venirlo a sapere solo dopo alcuni giorni; nel frattempo, senza volerlo, potrebbe trasmetterlo ad altri individui con cui si trova a contatto.

Concludendo, si hanno ancora molti dubbi su cosa accadrà nella fase 2, di come il paese reagirà e a che punto sarà la curva dei contagi tra qualche settimana, come avverrà la distribuzione dei dispositivi di emergenza, sulla situazione in cui riversa il nostro sistema sanitario e delle implementazioni fatte durante questi due mesi.

Come ripetuto più volte, è la prima volta ci troviamo di fronte a una situazione del genere e le difficoltà da affrontare sono davvero notevoli, eppure per l’inizio della fase 2 il Governo continua ad essere la nostra stella polare che però non riusciamo ancora a vedere.