Le principali organizzazioni ombrello e di sostegno delle popolazioni indigene in Brasile hanno presentato un elenco comune di richieste in cui reclamano maggiore protezione contro il Covid-19. Chiedono che il governo brasiliano fornisca alle stazioni sanitarie delle aree indigene più mascherine protettive, kit per il test del virus e articoli per l’igiene, oltre a letti d’ospedale per i malati gravi. La polizia e le autorità devono finalmente intervenire affinché i cercatori d’oro illegali vengano allontanati dalle zone indigene e affinché l’emergenza
sanitaria non venga utilizzata per ulteriori usurpazioni territoriali.

Alla drammatica richiesta d’aiuto hanno aderito le venti organizzazioni più importanti del paese, tra cui APIB, COIAB, CIMI, ISA e Greenpeace Brasile. Secondo l’Associazione per i popoli minacciati (APM), “le popolazioni indigene del Brasile stanno lottando per la loro sopravvivenza. Il Covid-19 aggrava la loro già drammatica situazione, segnata dalla privazione di diritti e dall’emarginazione. Il governo del presidente Jair Bolsonaro mostra scarso interesse per un’efficace protezione delle popolazioni indigene dalla pandemia e in passato è risultato evidente che Bolsonaro sia più interessato all’accesso e allo sfruttamento delle risorse su terra indigena piuttosto che alla protezione e salvaguardia dei diritti e della vita delle popolazioni native”.

Le organizzazioni insistono anche sulla richiesta di istituire un comitato istituzionale per la gestione della crisi con il compito di tutelare le popolazioni indigene dalla pandemia. Chiedono inoltre che dello staff facciano parte anche rappresentanti indigeni. L’assistenza sanitaria nelle aree indigene ufficialmente riconosciute deve essere ampliata in modo massiccio, dicono. Tuttavia, circa 300.000 dei 900.000 indigeni del Brasile vivono al di fuori delle aree protette ufficialmente riconosciute. Anche la loro cura deve essere notevolmente migliorata. Un numero particolarmente elevato di indigeni vive nella città di Manaus, nello stato di Amazonas, nelle condizioni più povere.  “Nelle baraccopoli della città di 1,7 milioni di abitanti, non hanno alcuna possibilità di accedere a uno dei 50 letti di terapia intensiva”, avverte l’APM. “Gli indigeni sono le vittime dimenticate della crisi sanitaria in Brasile”.

Vedi anche in gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/2020/200327it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2019/190814it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2019/190527it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2019/190424it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2019/190215it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2019/190110it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/2018/181011it.html |
www.gfbv.it/3dossier/ind-voelker/brasil-tras.html |
www.gfbv.it/3dossier/ind-voelker/water2017-it.html |
www.gfbv.it/3dossier/ind-voelker/sud2010-it.html
in www: https://en.wikipedia.org/wiki/Indigenous_peoples