Stiamo assistendo, come sempre a misure straordinarie, al carosello delle proposte, come sempre variegato e a tratti bislacco.

Sono previste misure economiche, sforamenti dal rapporto deficit/PIL, acquisti straordinari di presidi e attrezzature mediche, si parla di riutilizzare ospedali dismessi.

Il taglio di posti letto e servizi nel SSN è stato costante negli ultimi 15 anni, e il trasferimento alle Regioni delle competenze del SSN, legge che dobbiamo a Berlusconi, comincia a mostrare molti limiti.

La crisi del 2008, concretizzata in Italia nel 2012, le misure del Governo Monti per non essere commissariati dalla Troika, hanno creato gravi problemi sociali, nel tempo è sensibilmente aumentato il numero delle persone senza fissa dimora.

Il grossi limiti delle politiche d’integrazione dei migranti in Italia, ulteriormente massacrate dal precedente governo e l’assenza di politiche europee serie in merito, ha contribuito ad elevare il numero delle senza persone senza fissa dimora.

I limiti della giustizia, la carcerazione preventiva, la non depenalizzazione di alcuni reati, l’assenza di investimenti nella gestione e costruzione di nuove strutture, hanno contribuito al sovraffollamento delle carceri italiane.

Tutto questo sta emergendo prepotentemente in questa situazione emergenziale provocata dal Covid-19.

Quando è cominciato a diventare chiaro quanto fosse il Coronavirus contagioso e impegnativo per il SSN, per cui l’unica soluzione fosse la prevenzione, la gestione e il sovraffollamento delle carceri, la gestione dei CPR e l’impossibilità delle persone senza fissa dimora a “stare a casa” è inevitabilmente emerso.

Ai carcerati sono stati vietati i colloqui con i parenti: ma quali misure vengono prese per proteggere i detenuti delle carceri e trattenuti nei CPR?

Gli agenti delle Forze dell’Ordine, gli impiegati all’interno delle strutture detentive: sono forniti di mascherine per evitare di contagiare i detenuti/trattenuti? Risulterebbe di no.

Di fatto si sono vietati i colloqui ai detenuti delle carceri, ma il personale con il quale sono costantemente a contatto non utilizzerebbe le misure preventive adatte a scongiurare epidemie all’interno delle strutture.

Se in una cella da 7/8 persone, una di queste si rivela Covid-19 positivo: quali misure vengono prese?

I CPR hanno strutture adatte all’isolamento sanitario di migranti Covid-19 positivi? Sembrerebbe di no.

Trieste ha chiuso gli help center, i “dormitori” per le persone senza fissa dimora, a Torino attualmente sono contingentati in osservanza delle misure restrittive, sono state aperte nuove strutture per permettere la prevenzione del contagio  delle persone senza fissa dimora?  Risulterebbe di no.

I CAS, gli SPRAR, le cooperative che fanno assistenza alle persone socialmente più deboli, sono state fornite dei presidi sanitari adatti? Parrebbe d no.

Sono conscio del fatto che la situazione è emergenziale, ma cosa impareremo da tutto ciò?

Il coronavirus ha infettato tutti i “cavalli di battaglia” della destra: sta ormai diventando chiaro che il problema di questo paese non sono i migranti, che abbiamo bisogno dell’Europa, magari al netto delle “gaffe” della Lagarde, di un’Europa non del Consiglio Europeo, ma del Parlamento Europeo.

L’Italia si sta scoprendo solidale, che è il contrario dell’individualità, stiamo scoprendo che il benessere del singolo non esiste senza il benessere di tutti, questa è forse la grande lezione che c’impartisce questa emergenza.

Finita questa emergenza, spero che inizi il periodo della lotta: per potenziare il SSN, per potenziare il Welfare, per non abbandonare famiglie con persone diversamente abili a carico, per misure che tutelino le persone più fragili.