Behrouz Boochani, lo scrittore e giornalista curdo iraniano trattenuto per oltre sei anni sull’isola di Manus a causa delle politiche australiane in tema di asilo e immigrazione, è atterrato il 14 novembre in Nuova Zelanda, invitato da Amnesty International e altre organizzazioni a prendere parte a un festival letterario.
Straordinario esempio di resistenza e resilienza, durante la detenzione in condizioni inumane e degradanti nel centro per richiedenti asilo di Manus (dove si sono registrati oltre 10 suicidi) Boochani è riuscito a trasmettere centinaia di messaggi via Whatsapp che hanno dato vita a un libro di enorme importanza, “Nessun amico se non le montagne” (Add Editore), e a collaborare regolarmente con numerose testate internazionali tra cui The Guardian.
Se oggi il mondo conosce il modo crudele con cui l’Australia tiene alla larga dalle sue frontiere i richiedenti asilo, molto del merito va a Boochani.