Buenos Aires, donne indigene occupano il Ministero dell’Interno.

Mercoledì 9 ottobre verso mezzogiorno ha iniziato a circolare sui social network la notizia che un gruppo di donne indigene aveva occupato pacificamente un settore del Ministero dell’Interno argentino. Arrivate da diverse province, hanno chiesto di essere ricevute dal Ministro Rogelio Frigerio.

Per chiarire il motivo della mobilitazione, la referente Mapuche Moira Millán ha detto: “Chiediamo che il Ministro dell’Interno venga a dialogare con noi perché portiamo denunce, richieste e proposte per i nostri territori”.

Sostenendo che Frigerio non era in città, il personale del ministero ha proposto di iniziare il dialogo. Le donne hanno rifiutato ed espresso la loro determinazione a rimanere sul posto. Di fronte all’insistenza di una funzionaria di “anticipare le informazioni al ministro”, Moira ha risposto così:

“Se vuole dirgli qualcosa, gli dica che siamo venute a denunciare le sparizioni forzate di membri delle comunità – lui ne è sicuramente consapevole – che siamo venute anche a denunciare i sicari, persone assunte dalle multinazionali estrattive che mutilano, stuprano e uccidono fondamentalmente donne indigene e siamo venute anche a denunciare l’intera politica terroristica repressiva verso i nostri popoli e i nostri corpi in particolare, come donne indigene. E mentre veniamo a denunciare tanto dolore, dica al Ministro che arriviamo con proposte fondamentali da inserire nell’agenda politica perché noi, con i nostri corpi, con la nostra conoscenza, difendiamo la vita nei territori e siamo i principali artefici e custodi della vita nei nostri territori. E questo è il nostro contributo alla lotta contro il cambiamento climatico”.

“Dica al ministro che siamo ben disposte a mettere in modo un programma categorico. Ha un’opportunità storica. Dalla formazione dello Stato a oggi, nessun governo ha mai accolto le nostre richieste, né rispettato i nostri diritti.

“Questa non è una questione di governo. Si tratta di uno Stato storicamente razzista. Questo governo e quelli precedenti sono stati criminali e genocidi e i politici e i candidati che vengono a contestare il potere di questo governo non parlano dell’agenda indigena o dell’agenda ambientale. Siamo preoccupate per il fatto che la morte continua a essere perpetuata come modello di sviluppo economico”.

I fiori nativi hanno reso pubblico un documento in cui esprimono le loro rivendicazioni e aspirazioni.

Al crepuscolo, hanno rilasciato un nuovo comunicato che dice:

“Noi donne indigene dei territori in conflitto, autoconvocate, abbiamo aspettato per quasi 6 ore il Ministro degli Interni Rogelio Frigerio per essere accolte con le nostre denunce e richieste. C’è stata una triste sfilata di funzionari di grado molto basso che hanno cercato di convincerci a lasciare l’edificio per fare degli incontri sterili con loro. Non ce ne andremo. Ne abbiamo abbastanza di repressione, sfratti, morti, distruzione e contaminazione dei nostri territori. Non ce ne andremo finché uno Stato, non un governo, non darà risposte concrete e definitive alle nostre richieste. Non abbiamo paura, siamo solo molto indignate e piene di giusta rabbia. Non veniamo da sole, la terra che abitiamo e le energie che ci abitano ci accompagnano. Qui siamo determinate e sul sentiero di guerra. Esprimiamo la nostra solidarietà ai popoli che resistono, come il popolo dell’Ecuador. Continueremo ad aspettarla, Ministro.”

Firma del comitato delle donne indigene autoconvocate: Nazione Mapuche Lof Pillan Mahuiza, Chubut; Nazione Mapuche-tehuelche Lof Newen Tuaiñ Inchin, Chubut; Nazione Qom Barrio NanQom, Formosa; Nazione Moqoit, Tostado; Nazione Mbya Guaraní Mbokajyty 2, San Ignacio, Misiones; Nazione Tapiete, Tartagal, Salta; Nazione QOM Rosario.

Mentre finiamo questo articolo, stanno chiedendo il sostegno di singoli individui e gruppi di amici perché considerano imminente uno sgombero del Ministero.

Traduzione dallo spagnolo di Silvia Nocera