In pochi giorni Roma ha offerto e sta offrendo un interessante e coinvolgente programma sulla resistenza palestinese.

Dall’incontro con le tre donne di Nabi Saleh organizzato da Assopace, dove i racconti di Nariman, Bushra e Naijwa hanno fatto quasi toccare con mano la situazione in cui da anni i Comitati popolari di resistenza non violenta affrontano a mani nude l’esercito occupante, alla serata di poesia di Jumana Mustafa, presentata da Luisa Morgantini e Simone Sibilio autore, fra l’altro, de “La memoria letteraria della Nakba” in cui il lettore, di pagina in pagina, scopre come la poesia e la letteratura palestinese si fondono con la tragedia vissuta da questo popolo facendosi resistenza pur restando arte a tutto tondo. Poi il 24 e il 26 sarà  la volta del cinema.
Il 24 sera alle 21, all’Auditorium in via de Coubertin, uno splendido documentario di Emanuele Gerosa racconterà la vita, le frustrazioni e i sogni dei ragazzi di Gaza, facendo anche ponte con l’Italia grazie al Centro culturale Vittorio Arrigoni.
Oltre al regista saranno presenti alcuni protagonisti del documentario tra cui Abdallah, l’atleta di Gaza venuto in Italia per realizzare il suo sogno di grande parkourista, ma fermato lo scorso anno da una sorte maligna: un salto sbagliato lo ha costretto sulla sedia a rotelle ma, come la maggior parte dei gazawi, la sua forza morale supera le avversità  con le quali chi è  nato in quella striscia di terra è  costretto a confrontarsi quotidianamente e saranno le sue stesse parole vive a dimostrarlo al pubblico in sala.
Sempre il 24, ma nel pomeriggio e, a seguire, il 26 saranno invece le giornate della rassegna cinematografica Al Nazra, un’altra forma artistica che pone lo sguardo  ( nazra significa appunto sguardo) sulla Palestina.
Nonostante i riprovevoli tentativi che un ottuso e antidemocratico atteggiamento  acriticamente filo-israeliano porta sistematicamente avanti per mezzo di alcune Comunità ebraiche (ultimo caso il tentato boicottaggio di Miko Peled di cui abbiamo già  scritto su questa testata alcuni giorni fa)  la Palestina trova la possibilità  di mostrarsi nei suoi diversi aspetti grazie all’instancabile lavoro di chi riesce a rompere il muro costruito con stereotipi fasulli, mala informazione e scandalosi silenzi, e offre un quadro multicolore in cui appaiono vivi e veri,  arte, sport e resistenza che si intrecciano tra loro, pur sotto la feroce occupazione e il crudele assedio che non sono riusciti a spegnere la vitalità  di questo popolo.
Il 18 ottobre le tre “combattenti a mani nude” ospiti di Lucha y Siesta, uno dei centri di cultura a rischio di chiusura; oggi 23 ottobre la poetessa Jumana Mustafa ospite della prestigiosa Fondazione Basso; domani pomeriggio e sera, rispettivamente Al Nazra alle 17,30 presso l’AAMOD in via Ostiense 106 e il documentario  One more jump alle 19,30 presso l’Auditorium; infine il 26 ancora Al Nazra presso la Casa Internazionale  delle Donne in via della Lungara 19.
Pochi giorni e “tanta bella roba” a significare che la Palestina dell’arte, enunciata nella stessa declinazione che vede la resilienza quotidiana intrecciarsi con la resistenza vera e propria all’occupazione, è  viva e si mostra a chi vuole conoscerla, al di là di pregiudizi e tentativi di imbavagliamento.