Il naufragio di ieri al largo della Libia, nel quale avrebbero perso la vita circa 150 persone, sottolinea ancora una volta l’urgenza impellente del nostro ripetuto appello ai governi europei e ad altri governi di ripristinare il soccorso in mare e contribuire ad alleviare la sofferenza delle migliaia di rifugiati e migranti coinvolti nel conflitto in Libia.

Se il bilancio di 150 morti fosse confermato, quello di ieri sarebbe il naufragio più grave registrato da maggio 2017. Nel 2019, prima di questo incidente, 669 persone avevano già perso la vita nel Mediterraneo.

“Si è appena verificata la peggiore tragedia nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno,” ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi. “Bisogna ripristinare immediatamente il soccorso in mare, porre fine alla detenzione di rifugiati e migranti in Libia ed ampliare i canali sicuri dalla Libia, prima che diventi troppo tardi per molte altre persone disperate.”

L’UNHCR coglie l’occasione per sollecitare ancora una volta gli Stati a farsi avanti con aiuti aggiuntivi, compresi ulteriori posti per il reinsediamento e altri canali sicuri dalla Libia per le persone vulnerabili e a rischio. Tali azioni sono importanti tanto quanto i soccorsi in mare per salvare vite umane. Inoltre, è necessario fare di più per fermare e perseguire i trafficanti senza scrupoli che approfittano della disperazione delle persone e rovesciare il modello di business su cui si basano.

Si veda anche la nostra dichiarazione congiunta con OIM del 12 luglio.

Per maggiori informazioni:

  • A Ginevra, Charlie Yaxley, yaxley@unhcr.org, +41 79 580 8702
  • A Tunisi, Tarik Argaz, argaz@unhcr.org, +216 29 9612 95